Napoli. Ossigeno, è allarme: «Bombole introvabili»

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Napoli. Ossigeno, è allarme: «Bombole introvabili». Mancano le bombole di ossigeno. O meglio: a scarseggiare sono i fusti perché l’ossigeno c’è. Due la ragioni per le quali la sanità campana sta vivendo una nuova grave emergenza, oltre ovviamente al record di richieste a causa del Covid. Da un lato c’è chi – conclusa la terapia domiciliare – non si preoccupa di restituire le bombole alle farmacie dove le ha prese in uso; dall’altro le scorte che qualcuno – soprattutto tra gli anziani – ha ben pensato di fare nel malaugurato caso in cui dovesse ammalarsi di Covid. Un vero e proprio allarme che ha costretto la Regione Campania a emanare una circolare per stabilire le regole da seguire. «Viste le continue segnalazioni in merito alla carenza di bombole di ossigeno gassoso – si legge nella nota – si invitano i titolari delle farmacie pubbliche e private convenzionate – qualora venga riscontrato un tempo eccessivamente lungo di permanenza delle bombole presso i domicili dei pazienti – a contattarli al fine di procedere alla riconsegna». Solo quando i farmacisti se le vedranno riconsegnare potranno chiamare le ditte fornitrici per procedere alla ricarica.
IL RITIRO Ma se i pazienti non si trovassero nelle condizioni di poter riportare i fusti, dovrà farlo chi fornisce l’ossigeno: ritiro dall’ammalato e consegna in farmacia. La Regione lo dice con chiarezza: le bombole che non servono più, in un modo o in un altro, devono assolutamente tornare alla base «con l’obiettivo di renderle nuovamente disponibili nel circuito distributivo». Ma c’è dell’altro. Sempre nel tentativo di far fronte alla grande richiesta, la Regione autorizza i medici di famiglia a prescrivere – dove è possibile – anche l’ossigeno liquido prima appannaggio degli pneumologi. Oltre a occupare uno spazio assai minore rispetto a quello gassoso compresso contenuto nelle bombole classiche, rende possibile la fornitura di abbondanti quantità di gas liquido a bassa temperatura – ci sono contenitori anche da 26mila litri – che consente di evitare il disagio legato al continuo via vai delle bombole esaurite. In altre parole: il liquido dura molto di più e viene consegnato direttamente presso il domicilio del paziente. «È chiaro che anche in questo caso il medico di famiglia dovrà valutarne l’opportunità – spiega Vincenzo Santagada, presidente dell’Ordine dei farmacisti – ma l’uso dell’ossigeno liquido consente certamente di ridurre l’emergenza. In ogni caso, come hanno già fatto i titolari di diverse farmacie, rinnovo l’appello ai cittadini a restituire bombole vuote o inutilizzate».
IL RECORD Riccardo Iorio, presidente di Federfarma Napoli, parla di «richieste record». «È vero che in molti casi i pazienti non restituiscono le bombole – spiega – ma è anche vero che mai c’era stata una tale richiesta e mai l’ossigeno era venuto a mancare. La verità è che stiamo vivendo una situazione eccezionale sotto ogni punto di vista». Iorio non ha dubbi: tutto parte dalla carenza di posti in ospedale: «Chi ha bisogno dell’ossigeno – spiega il presidente di Federfarma – vuol dire che è un sintomatico e vive una condizione che certamente richiederebbe il ricovero. Ma visto che posti letto non ce ne sono più, i medici di famiglia si trovano costretti alla terapia domiciliare». Da qui la iper richiesta di ossigeno gassoso mai registrata prima: «Per fortuna remiamo tutti dalla stessa parte – conclude Riccardo Iorio – noi farmacisti, i medici di famiglia, le ditte che forniscono il farmaco e la Regione Campania che ora allarga le maglie e autorizza anche la prescrizione del liquido. Ognuno per la propria parte posso assicurarvi che stiamo facendo il possibile per cercare di risolvere il problema».

Fonte Il Mattino

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