Infine il Covid! Il Bonus vacanze si conferma essere stato una vera sventura per i lavoratori stagionali del turismo.

Per poche settimane di lavoro massacrante e sottopagato: fuori dal Decreto Agosto, fuori dal Decreto Ristori ,con quattro spiccioli di Naspi costretti a vivere non si sa fin quando … e infine , dopo esposizioni talvolta scellerate con una clientela alquanto particolare,…arriva il regalo del coronavirus. Non si può non ringraziare!..

Ormai sembra essere definitivo, come successo con il Decreto Agosto, anche il Decreto Ristori taglia fuori, dall’una tantum varata dal governo,i lavoratori stagionali del turismo che “sfortunatamente” sono stati assunti per qualche settimana nei mesi di agosto, settembre ed ottobre. Come evidenziato anche dal Giovanni Cafagna, Presidente  dell’Associazione Nazionale Lavoratori Stagionali, “si può discutere su tutte le interpretazioni della circolare Inps ma  un punto non si può mettere in discussione: chi il 15 agosto aveva un contratto di lavoro dipendente il bonus (del Decreto Agosto) non spetta!”. –  Medesima situazione quindi  si profila con il Decreto Ristori per chi ha lavorato nel periodo che include la data del 28 ottobre data della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento. Una vera beffa per una parte di lavoratori che in occasione del bonus vacanze sono stati chiamati, per qualche mese, oppure per poche settimane, a prestare la loro opera presso le strutture turistiche.  Inammissibile che tanti lavoratori per un semplice cavillo (che ancora una volta dimostra l’incompetenza e l’assoluta inconsapevolezza di chi si appresta a varare determinati provvedimenti) siano rimasti esclusi dai bonus perché alla data di entrata in vigore dei decreti “imprudentemente” per qualche settimana o pochi giorni, sono stati titolari di un rapporto di lavoro ,benché  nei mesi precedenti non abbiano assolutamente lavorato.Era forse meglio farsi assumere in nero oppure non lavorare affatto! Tale è la domanda che molti lavoratori, che a fine ottobre, rimasti con pochi spiccioli in mano (tra retribuzione e Naspi) si ritrovano di nuovo ingannati. Una situazione del tutto inverosimile a danno di chi già nei  mesi precedenti erano completamente ridotto alla fame ed indebitato è stato chiamato, in modo non continuativo e talvolta con contratto capestro, a sostenere il bonus vacanze ad ormai fine stagione. Un provvedimento che senz’altro ha deluso le aspettative ed ha contribuito ad esporre ad un rischio, come quello del covid, assolutamente da non sottovalutare. Tanto che alla fine vari sono stati i casi di positività registrati tra i lavoratori. Anche a causa che non tutte le strutture sono state equipaggiate, secondo quanto prevedevano i protocolli, né tanto meno si sono  registrati controlli da parte delle Autorità preposte. Spesso senza alcuna precauzione i lavoratori stagionali del turismo sono stati mandati in trincea a contrastare una clientela troppo spesso esuberante ,per usare un eufemismo, che con il turismo tradizionale come ad esempio quello della penisola sorrentina non ha niente che vedere.

I nostri alberghi presi letteralmente d’ assalto da persone, forse in gran parte anche quelle che  di recente hanno protestato per le strade delle nostre città, che del minimo rispetto delle regole, dei protocolli non sapevano neanche l’esistenza.  Atteggiamenti irresponsabili, difficilmente da contrastare, che senz’altro hanno contribuito a diffondere il virus sui territori.  Le cui prime vittime sono stati proprio quei lavoratori mandati al fronte senza alcuna tutela e per poche lire per poi essere esclusi dai decreti varati dal governo. Non sin può mettere in discussione che nei mesi di agosto, settembre ed parte di ottobre si è assistito a scene indescrivibili che confermano quanto sia basso il livello culturale di una certa parte di popolazione. Innumerevoli sono state le “spiacevoli situazioni” per usare un ulteriore eufemismo, durante i soggiorni ed in particolar modo, dopo aver lasciato le camere in modo indecente, al momento dei check out. (Quando si doveva spiegare per l’ennesima volta il meccanismo del bonus, che su 500 euro disponibili lo Stato abbonava soltanto 400euro ed il resto doveva essere pagato dal “cliente”, che talvolta si proponeva di pagare con la card del reddito di cittadinanza, per poi essere scalato dal 730, che in vari casi si ignorava l’esistenza, mentre si apprestavano poi a caricare i bagagli a bordo di auto di grossa cilindrata.) Esempi che in modo plateale descrivono la qualità ed il livello del turismo derivante dal bonus vacanze con il quale  si proponeva di far girare l’economia. Quando senza esporre gli addetti ai lavori a determinati rischi sarebbe stato  meglio impiegare direttamente tali somme, che è bene ricordare  essere alla fine soldi dei contribuenti, per sostenere i lavoratori stagionali e imprese del settore.  Sui rischi corsi in merito ai comportamenti ed i protocolli da far rispettare, c’è da augurarsi per gli addetti ai lavori, che così impostato, il bonus vacanze possa essere una esperienza da non ripetere. Invece nel riproporre una tale assurda misura il Governo ancora una volta non si è preoccupato della potenziale clientela a cui va rivolto e nello stesso tempo sembrerebbe non preoccuparsi affatto neanche della salute dei lavoratori del settore. Ai quali visto il rischio a cui sono stati esposti bisognava dare, oltre le una tantum, un premio! Invece  oltre ad essere stati esclusi dai decreti si sono ritrovati a fine stagione con le solite pezze al sedere e per giunta con il covid racimolato durante una tale esperienza. A questo punto non resta che ringraziare coloro che si ritengono essere i grandi esperti del settore… – 16 novembre 2020 – salvatorecaccaviello

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