Guida Michelin: anche la Penisola sorrentina regina del gourmet

Penisola sorrentina. Ieri l’uscita della Guida Michelin, la più prestigiosa, che incorona la provincia di Napoli come quella che vanta il maggior numero di ristoranti stellati in Italia. Peccato che in Campania nessuno ottenga le mitiche tre stelle, anche se sono ben 44 i locali che si aggiudicano riconoscimenti, un numero inferiore solo a quelli di Lombardia e Piemonte. Confermate le due stelle per sei ristoranti campani, dei quali tre in Penisola: la Torre del Saracino di Vico Equense, il Quattro Passi e il Don Alfonso 1890 di Massa Lubrense, che guadagna una stella anche con il ristorante di Lavello. Penisola sorrentina superstar del gusto, con due ristoranti che conquistano per la prima volta la stella Michelin, il Relais Blu a Massa Lubrense e il Lorelei a Sorrento.

Al Don Alfonso 1890 va anche la nuova «Stella Verde» per la sostenibilità. «Finalmente una grande organizzazione come la Guida Michelin, attenta ai cambiamenti, ha compreso quali sono le sfide che il mondo si trova ad affrontare in questo momento – commenta Alfonso Iaccarino, nella doppia veste di patron del ristorante di Sant’Agata sui due Golfi e di neo assessore al Turismo del Comune di Sorrento – Le riconferme e le new entry in penisola sorrentina sono degli indicatori precisi dell’altissima qualità conquistata dalla ristorazione in questo territorio. E che fa ben sperare per il futuro, superata questa fase di emergenza sanitaria. La conquista della Stella Verde da parte del Don Alfonso 1890 è motivo di enorme soddisfazione, nella misura in cui esalta valori legati all’ambiente, ad una agricoltura sana e genuina, possibilmente biologica, divenendo motore di nuovo sviluppo per l’intera area».

A confermare lo stato di grazia della ristorazione made in Campania è anche la guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso, scrive Il Mattino, una delle più note tra gli amanti del buon mangiare. Sono 2.650 i locali censiti. Il top delle valutazioni, le ambitissime tre forchette, sono state attribuite al Taverna Estia di Brusciano e poi alle tre eccellenze della penisola sorrentina superpremiate anche dalla Michelin, il Don Alfonso 1890, il Quattro Passi e la Torre del Saracino. Lunghissimo, poi, l’elenco dei ristoratori campani che hanno ottenuto le due forchette. Sono ben 51 sparsi in tutte le province, anche se la maggior parte è concentrata tra le due costiere e l’isola di Capri. Nella stesura delle pagelle per l’edizione 2021 della guida, gli esperti hanno dovuto gioco forza tenere conto dell’emergenza che si vive ormai da marzo, con il settore della ristorazione messo a dura prova dalla pandemia.

«I settori agroalimentare e turistico, driver per tutta l’economia, hanno registrato e continuano a registrare perdite consistenti, i ristoranti e gli alberghi vivono alla giornata rimodulandosi in continuazione, da mesi – spiega Valentina Marino di Gambero Rosso – Niente voti né valutazioni analitiche, quindi, in un’edizione che oggi come non mai, dà servizio al lettore e visibilità a chi ce la sta mettendo tutta per stare a galla. Rimangono i simboli (forchette, gamberi, bottiglie, mappamondi, boccalini, cocotte, da uno a tre a seconda del grado di eccellenza), spariscono voti e numeri». Un’edizione in formato ridotto, quindi, nella quale le eccellenze della gastronomia della Campania sono riuscite a farsi valere. E si sono imposte anche in altre sezioni della guida. Così i tre gamberi sono stati assegnati all’Angiolina di Pisciotta, al Convento di Cetara e allo Stuzzichino di Massa Lubrense. Tra i premi speciali assegnati dai curatori di Gambero Rosso, l’Antica Osteria Nonna Rosa di Vico Equense ottiene quello per la miglior comunicazione digitale.

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