Covid-19: Ecco perchè è utile il D-Dimero test e l’Eco polmonare

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Covid-19: Ecco perchè è utile il D-Dimero test e l’Eco polmonare

Una  diagnosi precoce della pandemia da Covid 19 ? Ora si può. Lo afferma il professor Trapanese figlio della terra campana in quanto nativo di Cava dei Tirreni. Direttore Sanitario e Responsabile Diagnostica per Immagini CMM Diagnostica,Vice Presidente NCR Nefrocenter Research – Italia e membro Internazionale del The Korean Society of Radiology KSR Soul- La sua attività di ecografista l’ha portato a pensare ad una diagnosi precoce del Covid -19 . La diagnosi precoce  del Covid 19 si basa sul dosaggio del D-Dimero prodotto di degradazione del Fibrinogeno. In combinata con il D-Dimero test si potrebbe fare un ecografia polmonare. Il dosaggio del D-Dimero è importante per prevenire le complicanze micro trombotiche causate dal Covid 19 e non solo. Il D-dimero è una dei frammenti proteici prodotti in seguito alla degradazione dei coaguli presenti nell’organismo. Normalmente non è rilevabile a meno che non vi siano in corso formazione e conseguente degradazione di coaguli. In questi casi la quantità di D-dimero presente all’interno del circolo sanguigno può aumentare. Il test rileva la presenza di D-dimero nel sangue. I pazienti che si rivolgono al pronto soccorso con rischio basso o intermedio di trombosi e/o di tromboembolismo, possono essere sottoposti al test del D-dimero per valutare l’eventuale presenza di coaguli. Un risultato negativo del D-dimero (ossia quando il D-dimero è in quantità inferiore rispetto al limite inferiore di riferimento) esclude con una buona probabilità la presenza di coaguli. Tuttavia, un risultato positivo non è indicativo della presenza dei coaguli. Per questo sono necessari ulteriori approfondimenti. Esistono molti fattori e patologie associate con la formazione inappropriata di coaguli. Una delle più comuni è la trombosi venosa profonda (TVP), che colpisce prevalentemente il circolo venoso profondo delle gambe. I coaguli possono ingrandirsi e bloccare il circolo venoso degli arti inferiori, causando gonfiore, dolore e danneggiamento dei tessuti. Il distacco (embolizzazione) di un pezzo del coagulo (trombo) e la sua diffusione in altre parti dell’organismo viene chiamato embolo. Nel caso in cui questo embolo raggiunga i polmoni, il paziente può andare incontro a embolia polmonare (EP). La misura del D-dimero può essere anche un utile supporto alla diagnosi di coagulazione intravascolare disseminata (CID). La CID è una patologia nella quale i fattori della coagulazione vengono attivati e quindi esauriti in tutto l’organismo. Di conseguenza si formano tanti piccoli coaguli ma, allo stesso tempo, il paziente affetto diventa vulnerabile ad un eccessivo sanguinamento. Questa patologia è complessa, potenzialmente letale e che può derivare da molteplici situazioni come alcuni interventi chirurgici, sepsi, morsi di serpenti velenosi, malattie epatiche e parto. In caso di CID i livelli di D-dimero sono normalmente elevati. L’ecografia polmonare di converso fornisce risultati simili alla TC toracica e superiori all’RX torace standard per la valutazione della polmonite e/o della sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS) con i vantaggi della facilità d’uso della ripetibilità, della assenza di radiazioni e del basso costo. Nel lavoro si riassume la prima esperienza degli AA con l’ecografia polmonare per la valutazione dell’infezione in Cina con le finalità di informare i medici di Terapia Intensiva dell’utilità dell’ecografia polmonare nella gestione dell’infezione da COVID-19. In 20 pazienti con polmonite da COVID-19 gli Autori hanno evidenziato: 1) ispessimento della linea pleurica con irregolarità della stessa; 2) linee B in una varietà di pattern tra cui il pattern focale, multifocale e confluente; 3) consolidamenti in una varietà di pattern: piccoli consolidamenti multifocali, non trans-lobari e trans-lobari con occasionali broncogrammi aerei mobili; 4) aspetto delle linee A durante la fase di guarigione; 5) raramente la presenza di versamento pleurico.

I suddetti segni si sono presentati in uno spettro di quadri di coinvolgimento polmonare che andava da un pattern lieve interstiziale alveolare a un grave pattern interstiziale bilaterale fino al consolidamento parenchimale. Riportiamo di seguito i reperti tipici TC toracici confrontati con i reperti tipici dell’ecografia polmonare: TC: ispessimento pleura → US: linea pleurica ispessita. TC: aspetto a vetro smerigliato (GGS) → US: linee B multifocali, separate o confluenti. TC: quadro di infiltrazione polmonare →US: linee B confluenti. TC: addensamento sub-pleurico → US: piccoli (centimetrici) consolidamenti. TC: addensamento trans-lobare → US: consolidamento sia trans-lobare che non trans-lobare. TC: raramente versamento pleurico → US: raramente versamento pleurico. TC: più di 2 lobi interessati → US distribuzione multi-lobare delle alterazioni. TC: negatività o atipicità in fase precoce, poi iniziale GGS e quindi addensamenti e progressione della malattia → US: focali linee B nella prima fase; aspetti di interessamento interstiziale sempre maggiori al progredire della malattia e nei paz. critici; alla risoluzione si apprezzeranno linee A. Ispessimenti della linea pleurica con linee B irregolari può essere osservato in pazienti con fibrosi polmonare. Le caratteristiche dell’ecografia polmonare nella polmonite COVID-19 sono correlate allo stadio della malattia, alla gravità delle lesioni polmonari e alle comorbilità. Il pattern predominante è costituito da vari gradi di interessamento interstiziale e di consolidamento alveolare e il conseguente quadro clinico è direttamente correlato alla gravità del danno polmonare. Una limitazione riconosciuta dell’ecografia polmonare è il fatto di non essere in grado di rilevare lesioni profonde all’interno del polmone poiché il polmone areato blocca la trasmissione dell’ecografia; di conseguenza, l’anomalia parenchimale polmonare deve estendersi alla superficie pleurica per essere visibile con gli US e la TC toracica rimane insostituibile per individuare una polmonite che non si estende alla superficie pleurica. Sulla base della esperienza degli AA si conclude che l’ecografia polmonare ha una grande utilità nella gestione della polmonite da COVID-19 per la sua sicurezza, ripetibilità, assenza di radiazioni, basso costo e facile utilizzo al letto del malato. La metodica è utile per una rapida valutazione della gravità della polmonite da COVID 19 all’esordio, per seguirne l’evoluzione, monitorare le manovre di recruitment polmonare, guidare la risposta alla posizione prona, per il management di sistemi di ossigenazione a membrana extracorporea e per prendere decisioni relative allo svezzamento del paziente dalla ventilazione meccanica prolungata.

 

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