Cava de’ Tirreni – Salerno, contagio da covid-19 in ospedale: 50enne muore dopo intervento

I familiari dell’uomo hanno sporto denuncia e la salma è stata posta sotto sequestro

In Chirurgia il 50enne ha saputo di avere il virus ed è stato trasferito al da Procida È deceduto a via S. Leonardo dopo un intervento: scatta l’inchiesta. Ecco cosa scrive La Città di Salerno.

Muore al “Ruggi” dopo esser stato sotto i ferri: i parenti dell’ennesima vittima del Covid sporgono denuncia e la salma finisce sotto sequestro. Scatta l’inchiesta.

Non ce l’ha fatta il cavese L.B., ricoverato da circa 15 giorni al “da Procida” di Salerno per essere risultato positivo a seguito di un ricovero precedente in corsia al “Santa Maria Incoronata dell’Olmo”. La salma è sotto sequestro dopo la denuncia sporta dai familiari, che vogliono vederci chiaro sulle cause del decesso del loro parente. Il cavese, poco più che cinquantenne, padre di due figli, tuttofare muratore, cameriere ed altro era stato ricoverato nel reparto di Chirurgia del presidio cavese per sottoporsi ad un’operazione di risanamento da un intervento pregresso all’intestino. Poi la scoperta: positivo al Covid, proprio nei giorni in cui alcuni degli operatori sanitari dello stesso reparto risultarono positivi. Addirittura, per uno degli addetti del presidio metelliano, s’era reso necessario il ricovero al “da Procida”, dove fu intubato.

Dopo 11 giorni di rianimazione fu dimesso per poi essere trasferito presso il Polo Pneumologico di Scafati, così da poter completare la riabilitazione respiratoria. Così non è stato per il povero L.B. che, ricoverato da quindici giorni nella stessa struttura per i contagiati Covid, mercoledì mattina ha accusato dei dolori lancinanti all’addome: viste le serie e delicatissime condizioni di salute l’uomo è stato trasportato d’urgenza al Ruggi D’Aragona, ed è lì che è stato programmato l’intervento chirurgico. Le condizioni dell’uomo, la cui famiglia risiede a Pregiato, sono risultate subito critiche per cui si è resa necessaria, nelle prime ore del pomeriggio di mercoledì, l’operazione per il cedimento dell’anastomosi intestinale, ossia un intervento di sutura che unisce due viscere cave in modo da renderle comunicanti: l’obiettivo è quello scongiurare il riversamento delle feci nell’addome. Un intervento lungo, quello effettuato dai camici bianchi dell’equipe salernitana. L’uomo, però, è passato comunque a miglior vita. Eppure, a quanto pare, l’intervento, seppur complicatissimo, sarebbe riuscito bene: l’uomo, però, doveva essere trasportato di nuovo al centro Covid “da Procida”, ma lì il muratore non è mai più ritornato. E i familiari dell’uomo hanno sporto denuncia: la salma è stata posta sotto sequestro. I familiari chiedono di conoscere la verità su cosa sia successo al loro congiunto che, prima di accusare dolori lancinanti all’addome, il giorno stesso in cui è stato disposto il trasferimento al “Ruggi” in vista del delicato intervento chirurgico, non stava malissimo.

Sicuramente per l’uomo è stato fatale l’aver contratto il Covid, in condizioni di salute già precarie. Ora si attende l’esame autoptico da parte del medico legale incaricato dalla magistratura, che dovrà fare luce sulle cause della morte dell’uomo e su chi, eventualmente, dovrà espiare le colpe. Occhi puntati anche sui tempi di ricovero all’ospedale di Cava e poi al “da Procida”, dove, probabilmente, se si fosse intervenuti con maggiore tempestività, si sarebbe potuta evitare la tragedia. Non prima di oggi pomeriggio s’avrà notizia dei tempi di rilascio della salma, che poi verrà portata al cimitero della città metelliana.

Lo stesso tragitto, nella giornata di ieri, l’ha fatto un’altra salma: è quella d’una donna cavese di 80 anni, C.D.G. le sue iniziali, che era risultata positiva al Coronavirus e che ha perso la vita al presidio ospedaliero di via san Leonardo a Salerno.

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