Castellammare di Stabia. Inferno al San Leonardo: è «guerra» tra i malati e arriva l’ispezione Nas

Castellammare di Stabia. Inferno al San Leonardo: è «guerra» tra i malati e arriva l’ispezione Nas. Guerra tra malati per un posto letto e ispezione dei Nas. Nuovo ciclone all’interno dell’ospedale San Leonardo di Castellammare, diventato nella seconda fase della pandemia l’epicentro per i malati Covid. «Fate entrare mio padre al posto di un altro paziente»: si apre con le urla disperate di un figlio l’ennesima notte in trincea all’esterno del nosocomio stabiese. Le ambulanze si affollano davanti all’ingresso Covid. I posti non ci sono e la voce che si diffonde, secondo cui dentro ci sono malati non intubati e curati solo con l’ossigeno – insomma non gravi – scatena la disperazione. «Dimettete chi non ha bisogno del ricovero, mio padre è grave e deve entrare». La scena si consuma avanti a infermieri e medici che avevano già chiesto all’ambulanza di cercare su rete regionale un’altra sistemazione. Una notte di tensione acuita dall’arrivo dei carabinieri della caserma stabiese che provano a calmare gli animi, allontanano i parenti che intanto avevano provato a violare gli accessi. Dopo poche ore il paziente che secondo alcuni era meno grave, un avvocato stabiese, scrive su Facebook: «Ho la febbre alta e una polmonite. Sono in terapia con l’ossigeno, ma non sono intubato e perciò volevano il mio posto». L’avvocato descrive tutta la sua amarezza. Pochi giorni prima era a bordo di una delle ambulanze che aspetteranno ore prima di poter sbarellare i positivi. Lui e altri sei malati sono tra i ricoverati nell’ala del pronto soccorso un tempo dedicato al «percorso pulito» e ora convertito per i Covid.
LE PROCEDURE Il San Leonardo, come molte altre aziende ospedaliere, è nell’occhio del ciclone per le decisioni prese in emergenza, per la massiccia presenza di positivi – circa 24 attualmente – nonostante non sia un Covid Hospital. E così ieri mattina è arrivata anche l’ispezione dei Nas. I militari del comando napoletano hanno verificato le procedure di sanificazione delle ambulanze, strumentazioni e protocolli. Si sono concentrati su tutte le procedure legate all’accesso, ricovero e sistemazione dei positivi. Una visita inattesa che ha impegnato i dirigenti medici e gli addetti ai protocolli già in affanno per assicurare assistenza e posti letto a tutti. «Non abbiamo nulla da temere – assicura il direttore sanitario dell’Asl Napoli3 Sud Gaetano D’Onofrio – in emergenza abbiamo preso decisioni necessarie per assicurare assistenza a tutti. Per garantire i percorsi siamo costretti a fare anche scelte difficili ma necessarie». D’Onofrio si riferisce alla decisione di convertire l’intero pronto soccorso in area Covid e lasciare la gestione dei codici rossi al reparto di Rianimazione, agli altri reparti i codici gialli. E per i pazienti che ancora la scorsa notte erano costretti sulle ambulanze in attesa di un ricovero, è arrivata l’ennesima soluzione tampone aspettando la disponibilità dei centri privati predisposti per accogliere i primi positivi. «Si sono liberati posti al Covid di Boscotrecase e a Torre del Greco, abbiamo sistemato i pazienti sulle ambulanze in queste strutture. Ieri abbiamo incontrato assieme al direttore Gennaro Sosto i responsabili delle case di cura convenzionate con la Napoli3, e a fine settimana speriamo di poter annunciare i primi posti disponibili», spiega ancora D’Onofrio.
LA COSTIERA Intanto la tensione cresce, non solo a Castellammare: ieri notte e per molte ore nel corso della giornata è rimasto parzialmente chiuso il pronto soccorso del nosocomio di Sorrento, su cui si è riversata l’utenza dell’Asl 3 Sud dopo che di fatto gli altri ospedali hanno dovuto destinare spazi ed energie ai malati Covid. Malati che sono stati ricoverati anche qui: ieri erano otto i pazienti risultati positivi al Coronavirus accolti nella struttura. L’ospedale in queste condizioni ha faticato molto a prestare soccorso alle altre emergenze. È stata allestita all’esterno un’area dove accogliere i casi più gravi, ma durante la notte alcuni pazienti sono rimasti sulle ambulanze. Uno scenario molto simile, dunque, a quello che si è creato al San Leonardo di Castellammare. Non è stato facile trovare soccorso per chi negli ultimi giorni ne ha avuto bisogno sia per cause riconducibili al Covid sia per altre patologie. Da oltre una settimana è parzialmente chiuso il pronto soccorso De Luca e Rossano di Vico Equense. I vertici Asl hanno deciso di spostare il personale sanitario presso i Covid center e lasciare attiva soltanto la parte destinata a ostetricia e pediatria. A nulla sono servite, fino a questo momento, le proteste dei sindaci delle città della penisola e la manifestazione a cui hanno partecipato oltre 200 cittadini. «In questo periodo in cui risulta ancora più necessario avere ospedali aperti e funzionanti, non si può mantenere chiuso un nosocomio come quello di Vico Equense. A gran voce stiamo chiedendo ai vertici Asl di ripensarci» afferma il sindaco Andrea Buonocore.

Fonte Il Mattino

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