Castellammare di Stabia, chiudono i reparti ala del San Leonardo per il Covid

Castellammare di Stabia, chiudono i reparti ala del San Leonardo per il Covid. L’ospedale San Leonardo si fa in due per accogliere i malati Covid. I reparti saranno trasferiti tutti nell’ala storica, mentre nell’ala di recente costruzione saranno allestiti altri 30 posti letto per ricoverare i positivi. Letti a supporto del Pronto Soccorso nei quattro piani che oggi ospitano le unità di Cardiologia e Neurologia oltre alla Medicina d’urgenza, già piena di pazienti da ventilare. «Non ci trasformiamo in un Covid Hospital – precisa il direttore dell’ospedale Rosalba Santarpia – ma abbiamo la necessità di accogliere tutti i pazienti che arrivano in ospedale, pazienti che poi saranno trasferiti in strutture dedicate». Ma l’attesa potrebbe durare un giorno come una settimana, o il trasferimento non avvenire mai, per cui ci si prepara al peggio.
Dall’ingresso principale del San Leonardo si salirà al quarto piano per la Medicina (Generale e Urgenza), al terzo per la Chirurgia (urologia, oncologia, chirurgia d’urgenza, ortopedia, otorino e oculistica) al secondo per il blocco materno; al primo piano restano Nefrologia e Pediatria. Per quest’ultima si provvederà ad allestire un percorso differenziato per i bambini positivi. Al Pronto soccorso no-Covid si accederà da un’entrata accanto all’ingresso principale; altri spazi saranno recuperati dalla Farmacia che pure sarà trasferita. I pazienti Covid passeranno invece dall’ingresso del Pronto Soccorso, dove anche ieri c’era la coda di ambulanze e auto.
IL NODO DEL PERSONALE Ieri, c’è stato un incontro dei dirigenti medici con i vertici aziendali per definire il vero nodo della riorganizzazione: il personale. «L’azienda – spiega Santarpia – ha assicurato nuovi arrivi. Per ora sappiamo che certamente arriveranno medici internisti che offriranno il loro servizio a prestazione, ovvero tenta notti in pronto soccorso». Altri arriveranno dai reparti dove sono previsti esuberi dovuti agli accorpamenti. È una decisione presa assieme al direttore Sosto, in linea con le direttive regionali: medici di altre branchie potranno trattare pazienti Covid o intervenire in situazioni di emergenza. Una decisione che non piace alla Fesmed, la federazione dei medici dirigenti, che diffida le Asl e ha inviato un documento anche alle Procure e ai prefetti delle cinque province. «La decisione – si legge – di assegnare medici privi della necessaria specializzazione in turni di guardia o in reparti dedicati ai pazienti Covid, così come la decisione di sguarnire i reparti no-Covid di medici specialisti, rappresenta un illegittimo impiego di personale medico».
In realtà il livello di emergenza resta alto e il sistema sanitario rischia il collasso. Emblematico è il caso dell’ospedale di Nola, denunciato ieri dalla Cisl. «L’ospedale non è riconosciuto ufficialmente quale Covid center, – spiega Franco Napoli, coordinatore aziendale Cisl Fp Napoli – e pertanto dovrebbe fungere da sede momentanea e ospitare solo 12 pazienti Covid tra positivi e sospetti. Ma ad oggi il numero di contagiati ricoverati è di sessanta». È quanto potrebbe accadere al San Leonardo a partire dal prossimo week end, quando i nuovi posti Covid saranno attivi.

POZZUOLI, IL CASO 118

Covid Center pieno e contagi anche tra il personale in servizio presso la centrale operativa del 118 di Pozzuoli. Dopo i casi tra i reparti all’ospedale Santa Maria delle Grazie è scoppiato un cluster tra medici e infermieri in servizio su ambulanze e auto mediche, con una decina di contagiati su un totale di venticinque unità. Situazione che sta creando non poche difficoltà nella gestione dei turni e nella copertura del servizio. Pieno anche il Covid Center dove su ventisei posti letto disponibili ventiquattro sono occupati, mentre numerosi sono i casi che vengono gestiti all’interno del Pronto Soccorso. «La situazione è critica, oltre ai contagi dobbiamo fare i conti con la carenza di mezzi, basta pensare che c’è solo un’ambulanza medicalizzata e si trova alla postazione di Varcaturo» spiega Fabio Di Maio Mastellone, presidente della InterSecurity ambulanze.

Fonte Il Mattino

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