Campania, De Luca cambia ancora: fissata la data definitiva della riapertura delle scuole, a breve la nuova ordinanza

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Campania, De Luca cambia ancora: fissata la data definitiva della riapertura delle scuole, a breve la nuova ordinanza. Quasi sicuramente le scuole resteranno chiuse per ancora 15 giorni. Lo ha lasciato intendere il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel consueto intervento social del venerdì.

Ha preparato le famiglie a uno slittamento della riapertura martedì 24 novembre delle scuole dell’infanzia e delle prime classi delle primarie, come previsto con l’ordinanza regionale numero 90. Nella giornata di domani l’Unità di crisi si pronuncerà definitivamente, ma sembra evidente che si opterà per una proroga.

“È possibile, forse probabile, che non si riapra quando abbiamo previsto di aprire. In questo momento abbiamo un’ondata di richieste per non aprire, i genitori sono sinceramente preoccupati. La riapertura per il 24 era una previsione ma non apriremo nulla se non avremo sicurezza dal punto di vista epidemiologico” ha sottolineato ieri il governatore.

È probabile che la riapertura slitterà ancora di qualche settimana, fissando un nuovo confronto dell’Unità di crisi a ridosso della scadenza del Dpcm del 3 dicembre, rimettendo in mano al premier Conte decisioni su zona rossa e scuola. In classe si potrebbe ritornare il 7 dicembre.

Si allunga intanto l’elenco dei sindaci contrari alla riapertura delle scuole, seppure parziale, di martedì. Le ordinanze firmate finora prorogano la chiusura a fine mese o al 3 dicembre, termine del Dpcm, o direttamente a gennaio, come succede a Pagani che si unisce alla folta la fronda del no del salernitano.

Sarebbe un errore gravissimo riaprire ora le scuole e tornare alla didattica in presenza». Un monito che la sezione Campania della Federazione Italia dei Medici Pediatri indirizza all’Unità di Crisi Regionale, che sta valutando un ritorno, anche se parziale, alla didattica in presenza.

«Qualunque pediatra sa bene quanto sia importante la scuola per i bambini e nessun pediatra di famiglia potrebbe mai accettare che si limiti il diritto allo studio, ma soprattutto alla socializzazione, dei più piccoli», dicono Antonio D’Avino e Giannamaria Vallefuoco (FIMP).

«Ciò nonostante sarebbe un grave errore riaprire le scuole ora, il virus non ce lo consente». I pediatri sono ben consapevoli di come le scuole possano favorire la diffusione del contagio. «Il rischio – dicono – è soprattutto dato dai contatti all’esterno dei plessi scolastici, in attesa dell’inizio delle lezioni o all’uscita, quando decine e decine di studenti entrano in contatto con gli adulti che accompagnano o vengono a prendere i propri figli». Peraltro è ben nota l’oggettiva difficoltà nell’adozione di adeguate misure di contenimento soprattutto nella scuola dell’infanzia, dove non vi è obbligo di mascherina.

 

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