Amalfi, il ricordo che il professor Giuseppe Liuccio ha dedicato ad Anna della Caravella

Amalfi. Il ricordo che il Professor Giuseppe Liuccio ha dedicato alla scomparsa Anna della Caravella.

I dolci erano la su passione…..Ma ad Amalfi il Maestro fece la scoperta di un dolce nuovo ed insolito i per lui, nonostante che venisse dall’isola dei limoni: il soufflé di limone, appunto. Ne fu letteralmente folgorato, come racconto nel mio “Quasimodo Amalfitano”.

La Caravella è un ristorante che oggi va per la maggiore e, di anno in anno, conquista cappelli, forchette e soli sulle guide gastronomiche che fanno tendenza. All’epoca era una trattoria a gestione familiare con cucina di sapori tradizionali. Si trovava, e si trova tuttora, a ridosso degli Antichi Arsenali della Repubblica: un ambiente, allora come ora, tranquillo, riservato, inappuntabile. Ci portai il Maestro, che prediligeva la genuinità dei cibi della tradizione.

Franchino Di Pino, il proprietario gestore, ne fu felice ed orgoglioso. Sulle prime impacciato e intimorito per la notorietà dell’ospite, quando ne intuì (sono un pò tutti psicologi gli operatori turistici amalfitani) la disponibilità umana, tornò se stesso, disinvolto e confidenziale come sempre, ma mai invadente.

Quasimodo lo chiamava “Il saraceno” per i capelli corti e crespi, la carnagione scura, l’occhio vivace e l’inflessione musicalmente trascinata della voce.

Mangiammo benissimo: scialatielli ai frutti di mare e grigliata di pesce. Il Maestro lasciò decidere a me. Al vino pensò lui. Volle il Gran Caruso di Ravello. Ricordava di averlo bevuto più di una volta a Milano e lo aveva gradito. Mia moglie propose il soufflé al limone per dessert. Il Poeta si illuminò di un sorriso a pieno viso per quel “sole nel piatto”, come definì il dolce quando Franchino lo propose, orgoglioso, ancora fumante. Ne divorò più di una porzione e, galante, si complimentò con mia moglie per la scelta. Ebbe parole di sincera ammirazione per la cuoca, la quale, a fine pranzo, era venuta a salutarci con i suoi aiutanti. Ricordo ancora l’espressione di Laudano, un simpatico aiutante/cuoco di Conca, un pò balbuziente, che disse, rivolto al Poeta, ed il volto gli si accese di una vampata di rossore: “Io ho studiato le vostre poesie”. “Quali?” – chiese il Maestro. “Alle fronde dei salici”, rispose, sicuro, Laudano. … Ritornammo più volte a “La Caravella”, anche nei successivi soggiorni amalfitani del Maestro. Alla mia domanda di rito rispondeva con entusiasmo “Andiamo dal Saraceno”, alludendo a Franchino Dipino,

Io a “La Caravella” ci sono di casa. Ci vado anche per accendere i ricordi di una stagione bella della mia esistenza. Qui, infatti, ho raccolto anticipazioni dell’ “Elogio di Amalfi” del Maestro. Qui ho ascoltato in anteprima alcune delle più belle liriche delle “Rime di viagio per la terra dipinta” dalla voce calda di Alfonso Gatto. Qui ho letto negli occhi malinconici di Dino Buzzati i segni premonitori del suo “male oscuro”. Qui mi sono lasciato coinvolgere dalla passionale gioia di vivere di Alberto Bevilacqua. Qui ho raccolto le confidenze di Diego Fabbri. Qui mi sono incantato all’affabulazione poetica di due giganti del cinema: Federico Fellini ed Alberto Lattuada. E forse anche per questo, qualche anno fa, mi venne di getto l’empito della rievocazione/esaltazione di un piccolo santuario della cultura e dell’enogastronomia: “Gioia degli occhi all’arabesco allegro / di delizie a ricamo di piatto / in sintonia d’amore al tovagliato. / Ebbrezze colte a fuga degli aromi / piaceri di palato ad inseguire. / E’ carico d’Oriente che trasmigra / all’ancoraggio mite d’Occidente / il matrimonio di montagna e mare / “La Caravella” che è sicuro approdo / al porto antico / nuovo dei piaceri.

Da “Cucine da Nobel” (a cura di Beverini A. e Liuccio G.)

Oggi La Caravella la gestisce con grande professionalità Antonio Di Pino, che ne fa fatto un punto di riferimento per la cucina di tutta la Costa di Amalfi, con la specificità di una cantina di caratura internazionale e con annessa oggettistica di pezzi di ceramica d’autore.  Di recente La Caravella ha subito un lutto: è venuta a mancare la signora Anna, la mamma di Antonio e la moglie di Franchino. Questo lutto è stato vissuto come un lutto di tutta l’imprenditoria amalfitana, ed io e tutta la mia  famiglia l’abbiamo vissuto  come un lutto di famiglia. Perché La Caravella è e resta la mia casa amalfitana, e con la signora Anna si è spento un sole, come quello che con ineguagliabile abilità e professionalità preparava da “padrona di casa”.

Che la terra ti sia lieve.

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