40 anni dal terremoto. Lo speciale di Positanonews Tg e la testimonianza dell’ingegnere Elio d’Esposito segui la diretta

A 40 anni dal terremoto per Positanonews TG intervengono il sociologo Maurizio Vitiello, la geologa Concetta Buonocore, il giornalista Pasquale Spera, l’ingegnere Elio (Raffaele) d’Esposito ed il fotografo Federico Iaccarino.

Maurizio Vitiello nel ricordare la tragedia evidenzia il ruolo importante avuto dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini che dopo poche ore si recò a visitare le aree colpite. Si ricorda Pertini perché all’epoca mancò lo Stato che ebbe poi un impulso per la creazione della Protezione Civile.

La geologa Concetta Buonocore evidenzia come siano stati fatti passi giganti nel settore della Geofisica che ci permettono di avere a disposizione mezzi e strumentazioni all’avanguardia. Precisa che, come da legge, oramai quando vengono progettati dei palazzi i geologi fanno delle indagini sismiche in loro relazionando su quale tipo sia il suolo su cui si va a costruire. Piano di Sorrento fu la città della penisola a subire maggiori danni perché – come spiega la geologa Buonocore – la sua coltre detritica e piroplastica ha dissipato le onde superficiali creando una forte energia che ha provocato il crollo di molti palazzi.

Interessante la testimonianza dell’ingegnere Elio d’Esposito: «Domenica  ore 19,30 del 23/11/1980, anch’esso anno bisestile se non vado errando. Scendo con  l’ascensore per  andare giù nel garage seminterrato  a prendere l’auto per accompagnare mia suocera dall’oculista prof. Mario d’Esposito. Salgo in auto, la macchina mi sobbalza sotto, sussulta balzando su e scendendo giù. Resto atterrito, sconcertato, non ho idea di cosa sia. Attimi in cui penso a qualcosa di diabolico o a uno scherzo di cattivo gusto, poi esco e mi accorgo che sussulta il pavimento. Un attimo di fermo e quindi un’ondulazione paurosa in avanti e indietro, una donna urla: “E’ il terremoto, aiuto”. Un fracasso di tegole e cornicioni che cadono sulla strada a via S. Michele, il palazzo scricchiola, sento un ululato di un vento malaugurante accompagnato da bagliori violacei verso il lato mare. Il fabbricato di fronte a me, dove risiedeva il rev. Don Alberto Cadolini, crolla parzialmente sotto i miei occhi atterriti. Una scena apocalittica!!! Scelgo di rimanere là sotto al fabbricato, ci sono troppe tegole che cadono nel vicoletto, poi finalmente dopo un tempo infinito per me cessa l’ondulazione, corro come un razzo fuori  per rientrare in casa, il cancello è chiuso, Agnello Donatantonio, buonanima, non trova le chiavi e lo scavalca senza darmi il tempo di aprirlo, per le scale due donne, per terra, che piangono sconvolte dalla paura. A casa, ultimo piano, tutti sconvolti per i divani che sono scivolati da un lato all’altro del salone, cristalliere aperte, piatti e altro tutto a terra e così alcuni soprammobili e ci accampiamo a Piazza della Repubblica in zona aperta e lontana dai fabbricati, insieme a tantissime altre famiglie tutte impaurite e per parecchi giorni molte famiglie rimasero lì. La mattina seguente torno a casa per un buon caffè e per l’igiene personale. Pochi minuti e chiama il Sindaco, mi chiede di passare per il Comune per il da farsi, per i controlli e in primis quelli degli alberghi per poter ospitare gli sfollati. Saranno tutti negativi a Piano, gli alberghi sono inagibili. Gli sfollati vengono mandati all’albergo Cesare Augusto a Sorrento. Comincia la vita dei controlli, delle commissioni, delle riunioni di tutte le sere al Comune per aggiornare la situazione delle case agibili e di quelle inagibili per gli sgomberi. Visite da mattina a sera per giorni e giorni. Il sindaco, arch.Gargiulo, mi chiede di ispezionare tutta la parte bassa del paese, la zona litoranea che ha avuto  i più gravi problemi, mi chiede di riguardare anche tutte le inagibilità, per verificare se è possibile far rientrare con qualche lavoro, parecchi sfollati, mi nomina in una Commissione particolare, per i fabbricati gravissimi su cui decidere se demolirli o meno, con il Prof. Aldo Raithel, prof. di Scienza delle Costruzione e poi di Costruzioni di Ponti. E’ un felice incontro e piacevole collaborazione con il mio ex prof. universitario, così come successivamente con il prof. Armando Albi Marini, suo assistente giovanissimo, che successivamente darà preziosi consigli nel risanare alcuni fabbricati in c.a. con dissesti isolati in alcune strutture. E qui comincia la nuova avventura, per anni e anni, nel consolidamento di tantissimi fabbricati in muratura e in cemento armato. Eravamo tutti impreparati. Il terremoto con tutte le sue catastrofiche conseguenze, non era nei piani di studi universitari, ci diventerà dopo e ci venne in aiuto, in quel momento, l’esperienza del terremoto in Friuli di quattro anni prima. Avemmo la fortuna del commissario Zamberletti, uomo fattivo e concreto, che immediatamente con la famosa Ord. 80 diede un impulso enorme a sistemare le case con pochi danni e a far rientrare una buna parte degli sfollati. Poi venne subito dopo pochi mesi la L. 219/81 per i casi gravi di dissesti, legge che è stata applicata fino ai nostri giorni a Piano (il mio ultimo intervento nella ricostruzione a via S. Michele in angolo con la via Stazione è di pochi anni fa). Debbo sottolineare che ci fu un gran lavoro con grande impegno e serietà e con velocità estrema e pur tuttavia alcuni interventi sono arrivati fino ai nostri giorni e un’ultima ricostruzione è ancora in attesa a via S. Michele. Ma le macerie dei crolli non restarono neanche per pochi mesi e confrontandoci con L’Aquila, Amatrice, Casamicciola, ci vengono i brividi per la subentrata iperburocrazia. Orrenda con le macerie dei crolli ancora là da anni sotto gli occhi di tutti. Paradossalmente siamo stati fortunati! Assurdo ma vero! Non sia mai sarebbe successo ora!».

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