Vico Equense. A Ticciano fatti test da clinica privata a pagamento non riconosciuti dall’ASL

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Vico Equense ( Napoli ) . «Il test non è diagnostico per l’infezione da Covid-19 e non sostituisce il test molecolare da tampone naso-faringeo». Così è scritto sul referto ricevuto dagli abitanti della «Ticciano rossa» che si sono sottoposti a tampone presso un laboratorio privato. I cittadini del borgo collinare di Vico Equense, isolato dal 16 ottobre per l’elevato numero di casi positivi, per accelerare i tempi della quarantena la scorsa settimana si sono precipitati presso l’unità medica giunta nella frazione.
Il medico, appartenente a un laboratorio di analisi di Castellammare di Stabia, ha effettuato i test presso la sede dell’Acli. Quasi un centinaio i ticcianesi che sette giorni fa hanno affollato il locale sottoponendosi allo screening, a pagamento, con la convinzione si trattasse di tampone molecolare per Sars CoV-2, con pari validità di quello Asl. Poi l’amara sorpresa. In realtà il laboratorio di analisi in questione non compare nemmeno nell’elenco delle strutture private accreditate e autorizzate dalla Regione ad effettuare test molecolari e abilitate al caricamento nella piattaforma regionale Sinfonia. Ma come mai ha avuto accesso ad effettuare tamponi in una zona rossa? Chi ha concesso l’autorizzazione? Perché i residenti si sono precipitati senza fare verifiche? Sul chi ha organizzato l’iniziativa, è giallo. Quel che è certo, però, è che gli abitanti di Ticciano si sono sentiti rassicurati dalla presenza del sindaco e della polizia municipale, confidando nella validità di un test effettuato in un contesto pubblico.
«Appena ho saputo della possibilità di effettuare il test mi sono recato presso la sede indicata, il centro Acli racconta Augusto Celentano, 44enne di Ticciano . Sono andato lì sabato scorso, alle 14. Nei locali c’era anche il sindaco ma, quando siamo giunti noi, non erano arrivati ancora i medici. Così ci hanno detto di ritornare per le 18». Augusto non ha mai saputo il nome del laboratorio in questione, se non all’arrivo del referto. «Quando ci siamo messi in fila per sottoporci al tampone, nessuno si è chiesto quale fosse la struttura privata, né si è preoccupato di fare verifiche confessa . In realtà la presenza della polizia municipale e, prima, del sindaco ci aveva trasmesso una certa serenità e convinzione. Benché non possa dire con certezza che il primo cittadino stesse lì per questo motivo, ad ogni modo l’arrivo di un’unità medica in una zona rossa ci è sembrata un’azione dall’indubbia serietà. Quindi abbiamo fatto il test, pagando 20 euro. Soltanto i giorni successivi abbiamo scoperto che, invece, non aveva la stessa validità di quello dell’Asl». Tra le persone che hanno fatto il test, una decina sono risultati positivi, alcuni negativi, altri con «risultato non rilevabile». Tutti, però, hanno dovuto ripeterlo. «Abbiamo dovuto aspettare l’arrivo dei presìdi Asl mercoledì per rifare l’esame precisa Augusto e adesso siamo in attesa dei risultati. Ci siamo sentiti presi in giro».
Intanto il sindaco Andrea Buonocore afferma di non saperne nulla. «Mi hanno raccontato successivamente – dice – di questi test ma non ne sapevo niente. Noi ci siamo attivati per velocizzare i tempi con l’Asl».

Fonte Ilenia De Rosa, Il Mattino

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