VIAGGIO IN ITALIA ATTRAVERSO L’ARTE DELLA MODA. MUSEO CORREALE

Il Museo Correale recepisce e supporta la campagna, che rientra tra le attività promozionali che il Ministero guidato da Dario Franceschini sta portando avanti per favorire il turismo di prossimità e proporre in chiave di lettura trasversale una serie di opere legate al mondo della moda. Quadri,costumi teatrali e da ballo, figurini, campioni di stoffa e di tessuto, divise delle bande musicali, disegni, modelli descrittivi, bozzetti e oggetti di design accompagnano il pubblico per tutto il mese di ottobre in un “viaggio in Italia” alla scoperta dell’arte della moda. Una narrazione elegante, coloratissima o in bianco e nero, che mostra il lavoro e le varietà di mezzi e tecniche della lunga storia di un sapere creativo e di una capacità artigianale quali tratti identitari del nostro Paese.

Generico ottobre 2020

Un percorso conoscitivo all’interno del Museo Correale, non può non partire che dal Salone degli Specchi, ove una serie di ritratti , principalmente del settecento , ci mette a diretto contatto con l’abbigliamento, l’acconciatura, le stoffe dei personaggi raffigurati. Le opere del Pascaletti dedicate a Marcantonio Colonna di Stigliano, nonno di Alfredo e Pompeo Correale, e a Giuliano Colonna, sono un validissimo esempio nell’arte della moda del pieno settecento. Oserei dire il nostro Re Sole, per quel Marcantonio,con solitario, parrucca, giustacuore, e giubba in broccato rosso e riporti damascati. Passando poi per Carlo Amalfi e Angelica Kauffmann , in cui l’acconciatura denota ricercatezza e stile. Cosi si è svolto l’incontro di oggi giovedi, con ingresso libero per i residenti sorrentini, guidati in un percorso tutto concentrato nel Salone degli specchi.

Marcantonio Colonna di Stigliano, III principe di Sonnino dipinto di  Giuseppe Pascaletti. Nacque intorno al 1724, con ogni probabilità in Spagna o a Napoli, figlio di Ferdinando Colonna di Stigliano, II principe di Sonnino (1695-1775), cavallerizzo maggiore del re, e di Luigia Caracciolo dei principi di San Bono. Era nipote del principe d’Ardore, Jacopo (Milano, marchese di San Giorgio, ambasciatore napoletano a Parigi dal 1741 fino al maggio 1753, marito della sorella della principessa di Stigliano). Uomo di corte col titolo di Gentiluomo di camera d’esercizio, molto vicino al giovane re Ferdinando IV durante la reggenza di principe di San Nicandro e del marchese Tanucci. Fu comandante dei battaglioni dei volontari di marina. Il 16 giugno 1765 fu inviato come ambasciatore straordinario in Austria, a Innsbruck, in occasione del matrimonio tra l’infanta di Spagna, Maria Luisa, figlia di Carlo III di Borbone, e l’arciduca Pietro Leopoldo.Nell’ottobre del 1774 fu inviato come viceré in Sicilia, dove ristabilì l’ordine pubblico che nell’anno precedente era stato turbato da un tumulto popolare quando l’isola era in rivolta contro Fogliani. Esercitò quella carica sino all’agosto del 1780. Nel suo governo fece trasferire in un ampio locale la biblioteca pubblica di Palermo e fece costruire tra il 1777 e il 1778 presso la città il giardino pubblico di Villa Giulia o Villa Flora e istituì collegi e convitti per la educazione della gioventù di ambedue i sessi, e per ogni classe di persone. Ritornato a Napoli fu annoverato fra i capi di corte col titolo di capitano delle guardie reali. Morì a Napoli nel 1796.

Giuseppe Pascaletti (Fiumefreddo Bruzio, 24 febbraio 1699 – Napoli, 30 agosto 1757) è stato un pittore italiano, attivo soprattutto a Roma, Napoli, e nel cosentino. È considerato uno dei più importanti artisti del cosentino del diciottesimo secolo.[1] Fu ritrattista dell’aristocrazia romana, e lavorò allo stesso modo presso diverse chiese nel cosentino. Giuseppe Mattia Pascaletti nacque a Fiumefreddo Bruzio, nel cosentino, il 24 febbraio 1699. La marchesa Lucrezia Ruffo Della Valle lo prese sotto la propria protezione, permettendogli di coltivare il suo talento. Fu da questa mandato prima a Napoli, presso la bottega di Francesco Solimena, e poi a Roma, nel 1727, dove l’artista visse per circa vent’anni.  A Roma Pascaletti divenne membro dell’Accademia dei Virtuosi del Pantheon, e frequentò diversi personaggi noti nella capitale, tra cui Sebastiano Conca. Nella prima metà del diciottesimo secolo, Pascaletti eseguì tre notevoli dipinti, ovvero i ritratti di Giuliano Colonna di Stigliano, I principe di Sonnino, della sua  consorte, la principessa Giovanna van den Eynde, e del loro nipote Marcantonio Colonna, III principe di Sonnino. Oggi i ritratti sono ospitati presso il Museo Correale di Terranova. Ritornò in Calabria sul finire della prima metà del diciottesimo secolo, ed ivi ebbe modo di lavorare per varie chiese, tra cui quelle di Fuscaldo, Falconara Albanese, Rende, Mendicino e San Lucido. Fu attivo anche nella sua città natale, ed ivi si sposò nel 1747, con Teresa De Ponzo, figlia del barone Carmelo. Teresa gli diede cinque figli. Morì il 30 agosto 1757, e fu sepolto nella Chiesa di San Francesco di Paola (Cosenza)

Generico ottobre 2020

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