Sorrento. Le indagini sulle truffe alle assicurazioni sulla Ferrari “sfortunata”

Sorrento ( Napoli ) Dario Sautto su Il Mattino quotidiano della Campania  “Una Ferrari California utilizzata per organizzare falsi incidenti e truffare le compagnie assicurative con risarcimenti da decine di migliaia di euro per danni inesistenti. Un sistema collaudato, studiato da un imprenditore proprietario dell’auto di lusso insieme a un avvocato civilista, un perito e un medico legale, gruppo che ovviamente si avvaleva anche di falsi testimoni per completare il quadro. Ieri mattina, i quattro sono finiti agli arresti domiciliari con le accuse, a vario titolo, di corruzione in atti giudiziari, falsa perizia, falsa testimonianza e frode alle assicurazioni, con le indagini della guardia di finanza che vedono iscritti nel registro degli indagati della Procura di Torre Annunziata i nomi di dieci persone.
I NOMI
La Penisola sorrentina è il teatro della maxi truffa, che si è concretizzata all’interno dell’ufficio del Giudice di Pace di Sorrento grazie a due cause per incidenti mai avvenuti. Con l’imprenditore Gianluca Izzo, 45enne di Vico Equense frequentatore degli ambienti della Sorrento «bene», ai domiciliari sono andati Giovanni Pane, 45enne avvocato civilista con studio a Meta, Vincenzo Polito, 52enne perito di Castellammare residente a Casola di Napoli, e il medico legale Giuseppe Luigi Arpaia, 70enne di Pompei. Nella ricostruzione minuziosa effettuata durante le indagini dai finanzieri della tenenza di Massa Lubrense e del Gruppo di Torre Annunziata, coordinati dalla Procura guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso, tutti hanno avuto un ruolo attivo nelle cause di risarcimento per i finti incidenti stradali in cui la «vittima» era la Ferrari California di proprietà di Izzo. Tesi accolta dal gip del tribunale di Torre Annunziata, che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per i quattro indagati.
Due sono le cause finite nel mirino degli investigatori. La prima riguarda un falso incidente tra la Ferrari e due vetture: una Fiat Punto (a sua volta danneggiata) e una Mercedes Classe A, che avrebbe provocato il sinistro. In questo procedimento sarebbero state depositate agli atti foto ritoccate dei presunti danni subiti dalla Ferrari California, che poi Polito il perito nominato consulente tecnico d’ufficio dal giudice di pace sorrentino avrebbe certificato in 10.581 euro, riconoscendo anche 427 euro di danni materiali subiti dalla Fiat Punto. In cambio hanno intercettato gli investigatori Polito avrebbe ricevuto dalle mani dell’avvocato Pane 1500 euro in due tranche da 750 euro. Una cifra concordata dopo una «trattativa» partita dalla richiesta di 2500 euro, poi limata. Polito emerge dalle indagini era consapevole che si trattasse di un falso incidente, ma incontra Pane e suggerisce di inserire tra i danni anche «la svalutazione del veicolo» perché per riparare la Ferrari non era stata utilizzata la vernice originale.
Il secondo episodio vede la presenza del medico legale Arpaia, chiamato a calcolare i «danni biologici» riportati da Izzo in un altro falso incidente con la Ferrari. I finanzieri hanno ricostruito come Arpaia abbia certificato che alcuni problemi fisici dell’imprenditore fossero scaturiti proprio dall’incidente stradale, quantificandoli al 3%. Anche in questo caso, Pane avrebbe avvicinato il consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice di pace per proporre l’«affare», pagando la finta relazione medica appena 200 euro. Secondo gli investigatori era, invece, palese l’anomalia nella certificazione medica, che riportava date non coincidenti. I due principali indagati, Izzo e Pane, nel corso delle indagini avevano commentato positivamente la nomina del dottor Arpaia «che una volta, per un colpo di frusta, mi ha fatto prendere 18mila euro».
LE PERQUISIZIONI
L’ordinanza ha riguardato solo l’ideatore dei falsi incidenti, l’avvocato civilista che ha curato i procedimenti e i due periti nominati dai giudici e «ingaggiati» dai due, ma ci sono altri sei indagati tra falsi testimoni degli incidenti e veri proprietari che «prestavano» le loro auto per i sinistri fasulli che risponderanno separatamente a piede libero di falsa testimonianza e altri reati. Vista la facilità con la quale erano stati istruiti i due falsi procedimenti, ieri i finanzieri hanno effettuato delle approfondite perquisizioni a casa e negli studi professionali degli indagati. Il sospetto è che ci fosse un sistema per i falsi sinistri e le perquisizioni sono servite per acquisire documenti e prove su altre truffe ai danni delle compagnie assicurative”

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