Sorrento, il neo assessore Iaccarino: “Lavoro di squadra. Sì al confronto con albergatori e agenti”

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Sorrento. “Abbiamo bisogno di regole certe, uniformate al territorio. La chiusura a mezzanotte sarebbe meno dannosa, come meno dannosa è la limitazione rispetto alla chiusura totale. La crisi è evidente e soprattutto in questo momento è ampliata dal lockdown della scorsa primavera. Purtroppo dobbiamo acquisire una educazione alla convivenza con il Covid e adeguare il nostro comportamento nel rispetto di regole e limitazioni”. La nomina nella giunta comunale di Sorrento non limita le attenzioni di Alfonso Iaccarino sul fronte della crisi della ristorazione, conseguenza del Covid-19.

Settantatré anni, discendente di una famiglia che ha nobilitato il turismo della Penisola sorrentina, Iaccarino ricorda in questa intervista di Antonino Siniscalchi per Il Mattino una proposta lanciata nella scorsa primavera in occasione di un tavolo di concertazione alla Regione.

Quale?
“Ho visto che si riparla di testare gli arrivi in determinati luoghi. All’epoca proponemmo di sottoporre al test anti Covid-19 tutti quelli che per qualsiasi motivo arrivavano in Campania. La nostra proposta non fu accolta con favore. Dopo sei mesi, la stessa idea viene rilanciata dal governo. Forse oggi avremmo una situazione diversa”.

Come immagina la ripresa per Sorrento?
“Dobbiamo fare un lavoro di squadra intorno al sindaco Massimo Coppola, ampliando il confronto con albergatori e agenti di viaggio”.

Un patto pubblico-privato?
“Dobbiamo sapere su quali fronti del turismo internazionale poter sviluppare la programmazione del futuro. Ora come ora non abbiamo nessuna certezza. Dobbiamo fare tesoro dell’esperienza di quest’anno e guardare avanti con le risorse a nostra disposizione”.

È ottimista?
“La crisi determinata dal Covid-19 sembra la resa dei conti per tutti gli errori che abbiamo commesso negli ultimi decenni. Non voglio dire che ne è l’effetto, questo spetta agli scienziati, ma sicuramente ci impone di ripensare al nostro modello di vita. Che poi non è il nostro, ce lo siamo fatti imporre dagli altri”.

Cambiare tutto, allora?
“Noi dobbiamo capire quali sono le prospettive di albergatori e agenti di viaggio per avviare una forte promozione del territorio in ambito internazionale. Non dobbiamo rinnegare i flussi turistici consolidati, inglesi, francesi, tedeschi ed americani, ma dobbiamo ampliare l’orizzonte a nuove frontiere e adeguare la nostra offerta alle aspettative di questi potenziali ospiti”.

Da cosa ripartire?
“Abbiamo risorse ambientali e paesaggistiche che definirei in 3D. Siamo il paradiso del Benessere, ma non siamo mai stati in grado di sfruttare adeguatamente queste risorse. Abbiamo siti come la Pineta Le Tore e l’area archeologica della Regina Giovanna che meritano particolare attenzione. Dobbiamo partire da queste peculiarità per superare una crisi di livello mondiale che non promette una svolta immediata. Ma non possiamo rimanere fermi, in attesa che sfumi”.

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