Scuole chiuse in Campania, parla una studentessa della penisola sorrentina: “Non ci sentiamo rispettati”

Penisola sorrentina. Il grido d’allarme, dopo l’ordinanza di chiusura delle scuole varata dalla Regione Campania, arriva da una studentessa della costa di Sorrento. La giovane alunna lancia un appello non solo alle istituzioni, quanto dai suoi coetanei per i quali non nota alcun disappunto in merito a tutto quello che sta accadendo in ambito scolastico. Non è la prima volta che a noi di Positanonews giungono appelli e lettere da coloro che hanno il diritto di ottenere voce in capitolo e, stavolta come in passato, non potevamo sorvolare una vicenda talmente grave.

Di seguito la lettera integrale. 

Sono una studentessa al quarto anno di scuola superiore presso la penisola sorrentina, che crede di parlare a nome di migliaia di studenti se dice che non ci sentiamo rispettati e considerati, né come persone, né come studenti, né come futuri lavoratori. Siamo parte attiva della società ma veniamo considerati come soggetti passivi.

Ritengo preoccupante l’assenza degli studenti nella decisione della chiusura delle scuola, siamo stanchi di essere trattati come incoscienti e irresponsabili. Vi rendete conto che state togliendo a tutti noi i momenti più belli della nostra vita e chi ci darà indietro tutte le emozioni , tutte le nostre avventure, le risate per i corridoi scolastici, la corsa alle macchinette, le risate con i nostri compagni di classe, la propaganda in teatro per i rappresentanti d’istituto, l’ansia dell’interrogazione, gli aiuti durante i compiti, le cose che per noi erano normali, come la scuola, sono diventate a noi estranee. Nonostante l’improvviso cambiamento a marzo, siamo riusciti ad adeguarci , ma è inutile dire che ora abbiamo bisogno di lezioni frontali. Nessuno ci ha domandato com’è andata la didattica e come la pensavamo. Sicuramente è andata bene e ci ha “ salvati” ma ciò che è mancato di più penso sua l’affrontare in maniera diretta ogni cosa. All’inizio è stato facile perché si era ancora della normalità, piano piano quella che era la novità è diventata una quotidianità strana che sento non ci appartenga.

Prima il computer era solo uno strumento di lavoro, ora è diventato parte integrante della nostra routine ed è l’unico modo che abbiamo per stare a “contatto” con le persone a noi care. Le lezioni ora andranno avanti ma affrontando tanti problemi, con il collegamento internet, i microfoni e tante piccole cose che ci impediscono la concentrazione. Con questo articolo vorrei che noi venissimo ascoltati di più, nella speranza di un confronto per rendere tutto ciò che sta succedendo un po’ più vicino alla normalità per noi giovani.

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