Salerno, malati covid in fila dal “Ruggi” al “da Procida”: attesa di 8 ore

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Non solo malati covid sballottolati da un ospedale all’altro, ma anche file interminabili e pazienti in attesa in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, per essere trasferiti al “da Procida” presso il quale è stato istituito una sorta di Covid Center. Purtroppo il picco di positivi al Covid 19 che si sta registrando in questi giorni sta mettendo sotto stress le strutture sanitarie dell’intera provincia; ma quello che è accaduto ieri ha fatto suonare un campanello d’allarme che fa davvero paura. Salvatore De Napoli lo racconta per La Città di Salerno in edicola oggi.

I volontari in attesa. «Otto ore con un paziente positivo a bordo della nostra ambulanza, in una coda di sette altri mezzi di soccorso con pazienti in analoghe condizioni e non siamo ancora al picco della seconda ondata dell’epidemia», racconta un medico del 118 che ieri mattina si è trovato nell’ingorgo del “Ruggi”. Nelle ambulanze c’erano pazienti soccorsi chi per problemi respiratori, chi per altri sintomi comunque legati al virus; pazienti che necessitavano di essere trasferiti al più presto in un luogo di cura attrezzato per l’assistenza sanitaria specifica legata ai protocolli Covid. Tra coloro che erano in attesa nelle ambulanze anche pazienti che avevano già familiari ricoverati al “da Procida” e che ieri mattina erano affetti da dispnea e altri sintomi da riferire all’infezione da nuovo coronavirus. «C’erano persone in attesa anche da più tempo di noi e senza neanche il medico a bordo – riferisce il sanitario del 118 – Purtroppo su molti mezzi non ci sono tutte le figure professionali occorrenti, vista la cronica carenza».

Anziani e giovani in fila. Molte le persone ultrasessantacinquenni che attendevano l’accesso al pronto soccorso e il trasferimento all’ex “sanatorio”, anche se cominciavano ad arrivare anche pazienti più giovani, al di sotto del 25 anni. Gli equipaggi del 118 si sono attrezzati per dare da bere agli ammalati ma non è stato possibile dare loro da mangiare, visto che gli operatori erano tutti bardati per evitare il pericolo di contagio.

Il trasferimento al “da Procida”. Una situazione che al momento non è facile da gestire. I pazienti che raggiungono il “Ruggi” non possono essere ricoverati nell’ospedale ma vanno trasferiti al Covid Hospital in cui è stato trasformato il Da Procida, tranne i casi che necessitano di altre cure, come ad esempio gli affetti da cardiopatie, ictus, problemi chirurgici. Per raggiungere la struttura di via Calenda c’è necessità di un’ambulanza a biocontenimento che arrivi al pronto soccorso. Solo in quel momento, viene presa la barella dal mezzo del 118 e trasferita sull’altro destinato all’ex sanatorio. Una volta arrivato a destinazione, l’ammalato viene portato nei reparti creati ad hoc e il mezzo che lo ha trasportato passa alla sanificazione. Ultimata questa procedura, torna al pronto soccorso del “Ruggi” per caricare un altro degente affetto o sospetto infetto da Sars Cov 2. Per fare questo itinerario occorre non meno di mezz’ora e certe volte anche di 45 minuti. In virtù di questi tempi tecnici, le ambulanze del 118 che trasferiscono i pazienti dalle loro abitazioni al pronto soccorso attendono anche quattro o cinque ore per “sistemare” la persona che trasportano e poi procedere anche loro alla sanificazione. Ieri si è arrivati a otto ore e oltre.

La soluzione anti-code. Le file sono inevitabili? Se i numeri della pandemia continueranno a rimanere questi certamente sì, anzi rischiano di aumentare notevolmente, con tutto quello che ne consegue. Ma c’è un problema. L’ambulanza a biocontenimento che trasporta gli ammalati Covid tra i due ospedali al momento è una sola. Un vecchio mezzo che fa su e giù da via Calenda a via San Leonardo. Visti i numeri in Campania e nel Salernitano, occorre allestire almeno un’altra ambulanza, perché non è pensabile gestire un servizio in questa situazione che rasentano l’inumanità. Un’altra soluzione potrebbe essere fornire direttamente gli equipaggi del 118 dei test rapidi, in modo tale da evitare il passaggio al pronto soccorso del Ruggi, e per coloro che risultano positivi al Sars Cov 2 andare dila rettamente al Da Procida o negli altri Covid center.

I posti a disposizione. Intanto i Covid center continuano a riempirsi. Ieri, al Da Procida erano ricoverati 64 degenti, è possibile attivarne fino a 122. Dei 64 ricoverati quattro sono in terapia intensiva, sei in subintensiva, 18 in terapia di degenza e 28 in pneumologia, mentre otto sono in via di guarigione e quindi in dimissione. Se questi sono il ritmo delle persone che devono essere ricoverati e di quelle che vanno dimesse, i posti letto a disposizione vanno incontro a saturazione.

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