RISTORANTI APERTI FINO ALLE 24 E DALLE 18 SOLO SERVIZIO AL TAVOLO PER I BAR. COPRIFUOCO DI FATTO IN PENISOLA SORRENTINA, CONTROLLI STASERA

Dpcm che il presidente del Consiglio ha firmato dopo l’intesa con le Regioni non introduce un vero e proprio coprifuoco (come in Francia), ma darà il via in ogni caso a una severa stretta per limitare gli assembramenti e ridurre le occasioni conviviali, che gli esperti del Comitato tecnico scientifico ritengono ad alto rischio di contagio.  Coprifuoco di fatto comunque , in specie in Campania, e si vede in Penisola sorrentina, dove ci potrebbe essere ancora movimento, controlli a Piazza Cota a Piano di Sorrento a Sant’Agnello al Bar Lauro a Meta .

L’ultimo bollettino ha registrato un aumento record di casi: quasi 11 mila in 24 ore. Un passo in più rispetto al recente Dpcm del 12 ottobre, imposto da questa evolzione della pandemia. Confermati tutti gli obblighi di distanziamento e mascherine. «Non possiamo perdere tempo, dobbiamo agire mettendo in campo le misure necessarie per scongiurare un nuovo lockdown generalizzato. Il paese non può permettersi una nuova battuta d’arresto», così ha giustificato le nuove decisioni il Presidente del Consiglio. Decisioni che hanno però scatenato le ire dell’opposizione che lamenta di non essere stata consultata e l’insoddisfazione dei Sindaci che si trova costretti a dover fare gli sceriffi per contrastare Movida e assembramenti serali. Toccherà a loro chiudere vie e piazze dopo le 21.

Prima di passare all’esame delle novità va detto che, per un male inguaribile della burocrazia italiana questo decreto aggiunge nuova confusione perchè di fatto è una sorta di correzione di quello del 13 ottobre, per cui per capire esattamente cosa si deve fare bisogna fare un collage dei due documenti emnti. Il che, va detto con franchezza, è un po’ un insulto agli italiani che si devono fare un collage per avere un’idea precisa di cosa è in vigore adesso.

 

Alla fine i ristoranti si sono “salvati” rispetto alle proposte degli oltranzisti che li volevano chiudere alle 22. Si tratta di una questione che ha fatto discutere a lungo il Governo con le Regioni e con il Comitato tecnico scientifico. La soluzione raggiunta conferma la chiusura alle 24. Una vittoria per chi, come la Fipe, si è battuto contro un chiusura anticipata. Parliamo di fatto dell’unica risturazione che resta aperta in Europa. Per i bar, i pub e altri locali viene anticipato alle 18 lo stop alla vendita in piedi: si potrà essere serviti solo al tavolo non al bancone in piedi. E per evitare le operazioni dei furbetti non si potrà riaprire prima delle 5 della mattina. Il decreto della scorsa settimana aveva fatto scattare queste regole dalle 21. Di fatto salta il rito degli aperitivi e degli happy hour in piedi. Il servizio al bancone si potrebbe fare ancora se ci saranno sgabelli, distanziati….

Per i ristoranti è introdotto l’obbligo di non avere più di 6 persone, distanziate, per tavolo. Resta invece sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Sono previste multe molto salate per gli esercenti che non rispettano le regole, come il distanziamento. C’è l’obbligo per gli esercenti di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti.

Divieto assoluto di assembramenti all’aperto (piazze, parchi, fuori dai locali) intensificando anche i controlli. Per favorire i controlli saranno aumentati gli agenti di sicurezza per l’applicazione delle misure restrittive. Alle Regioni è poi concessa la possibilità di restringere questi orari (come già deciso ad esempio dalla Lombardia) adottando ordinanze anche per singoli quartieri o comuni, là dove sia più difficile evitare assembramenti. I sindaci potranno per parte loro disporre la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.

Restano inoltre aperti gli autogrill e i punti di ristoro di stazioni, aeroporti e ospedal. Resdtano tutti pensati limiti invece per il catering per il divieto di convegni ed eventi.

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