Protesta a Napoli di venerdì sera: 1.200 persone arruolate tramite Telegram

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Napoli. Non erano duecento, ma molti di più. Visti dall’alto, erano un fiume in piena, che si è ingrossato fino ad arrivare alla destinazione finale. Circa 1.200 individui (e non poche centinaia come raccontato in questi giorni), capaci di muoversi compatti, solo apparentemente in modo caotico e disomogeneo. Coordinati, hanno chiuso le vie di accesso alle forze di polizia, attraverso una sapiente disposizione dei cassonetti della spazzatura: accerchiando le divise che stavano avendo la peggio, fino a scomparire del tutto all’arrivo dei nuovi contingenti di polizia e carabinieri. Eccola la foto riporata dal Mattino di quanto avvenuto in via Santa Lucia venerdì scorso.

Numeri, strategie e retroscena di una guerriglia destinata a diventare modello da imitare in altre parti d’Italia, capace finanche di sensibilizzare le istituzioni a non firmare un coprifuoco integrale per la regione Campania, scongiurando uno sbocco che – fino al pomeriggio di venerdì scorso – sembrava inevitabile.

Ma come hanno fatto più di mille persone ad organizzarsi in poche ore? Stando a quanto emerso finora (al lavoro la digos, la mobile e i carabinieri), sono state usate piattaforme di messaggistica istantanea (modello telegram), per chiamare a raccolta affiliati e sodali, magari attraverso poche parole usate come slogan della protesta.

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