Prefabbricati al “Ruggi” fiore all’occhiello della Campania, ma all’apertura mancavano sedie

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Le terapie intensive sono il cruccio del governatore Vincenzo De Luca sin dall’esplosione dell’emergenza Covid. In primavera erano troppo poche quelle già attive in Campania per garantire l’assistenza agli infetti più gravi così come poco era il tempo per riuscire ad allestirle negli ospedali. Ecco l’interessante articolo di Alessandro Mosca per La Città di Salerno.

Lo scorso marzo, proprio mentre il virus cominciava a diffondersi anche in Campania, l’ex sindaco di Salerno optò per una mossa decisa: acquistare con un bando lampo delle strutture modulari per ampliare rapidamente la disponibilità. Detto e fatto: la gara fu immediata, da Palazzo Santa Lucia arrivò l’input – oltre a un cospicuo assegno – alla Med, società veneta specializzata in queste forniture. Probabilmente De Luca fu ispirato pure dalle immagini arrivate in Italia da Wuhan, dove sarebbe nato questo “mostro invisibile” che il mondo sta combattendo: lì il governo cinese, in due settimane, allestì un maxi-ospedale da campo con quei moduli. La necessità di fare presto, poi, fece il resto: a qualche giorno dalla firma del contratto, gli “ospedali stile Cina” giunsero nella “terra felix”. Con un ingresso spettacolare: la sfilata dei tir a Napoli, Caserta e Salerno diventò quasi un messaggio di speranza proprio nei giorni in cui un’altra sfilata, quella dei mezzi militari con le bare delle persone uccise dal Covid a Bergamo e nella sua provincia, lasciò la stessa sensazione di un pugno in pieno volto.

I moduli, dunque, per la Regione Campania sono diventati il vanto, il fiore all’occhiello nella battaglia contro il “mostro invisibile”. Ma quel fiore era “nudo”. Perché nell’ospedale “stile Cina” di Salerno, fino all’apertura avvenuta solo a inizio ottobre, mancavano persino le sedie.

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