Pompei, mette la mano nella macchina del gelato. Pasticciere perde 3 dita

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    Pompei, un terribile episodio all’ombra del Santuario, come riporta Il Mattino. Un giovane pasticciere si trancia tre dita nella macchina del gelato. Inutili i tentativi del chirurgo per ricucire le parti tranciate, troppo mal ridotte dalle lame affilate della macchina che produce il gelato artigianale.

    Dai primi accertamenti effettuati dai carabinieri della locale stazione – agli ordini del tenente Marco Calò, comandante del Norrm di Torre Annunziata (Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia oplontina) e del luogotenente Angelo Esposito – non ci sarebbero responsabilità da parte del titolare del bar-pasticceria dove si è verificato l’incidente che per il momento è stato classificato come infortunio sul lavoro, poiché il dipendente ferito ha dichiarato agli investigatori di essere l’unico responsabile dell’incidente causato da una sua manovra azzardata. I carabinieri stanno svolgendo comunque indagini accurate per stabilire se il laboratorio dolciario presenta tutti i requisiti previsti dalla normativa in materia di sicurezza sul luogo di lavoro.

    Secondo quanto al momento ricostruito dagli inquirenti, il dipendente del laboratorio stava utilizzando una gelatiera industriale quando ha perso le dita. Il macchinario è stato sequestrato e la procura ha aperto un fascicolo di indagine come atto dovuto per dare la possibilità agli investigatori di svolgere le perizie di rito. Non ci sono al momento indagati né sono state accertate responsabilità di qualcuno.

    L’operaio, ascoltato dagli investigatori al termine dell’intervento chirurgico, ha dichiarato di essere l’unico responsabile di quanto accaduto. L’uomo ha raccontato di non essersi reso conto che la macchina fosse in fase «on» nel momento in cui era intento a versare gli ingredienti per la produzione del gelato artigianale. La vittima dell’incidente, 36 anni, esperto pasticciere, risulta in possesso di un regolare contratto di lavoro stipulato pochi giorni dopo la riapertura delle attività commerciali in seguito al lockdown.

    Il locale è molto frequentato da turisti e pellegrini, in considerazione della sua strategica posizione a pochi metri dall’ingresso degli Scavi di Porta Anfiteatro e proprio di fronte alla basilica. Al momento dell’incidente all’interno del bar c’erano, appunto, diversi visitatori del sito e fedeli, che udendo le urla disperate provenienti dai locali interni e non comprendendo cosa fosse accaduto, in preda al panico sono scappati via gridando a loro volta. Ne è nato, così, un fuggi fuggi generale che ha tenuto col fiato sospeso tutte le persone presenti in piazza Bartolo Longo al momento dell’incidente.

    Diverse chiamate sono giunte al 112 di persone spaventate che chiedevano aiuto per un pericolo sconosciuto, poiché hanno detto di aver sentito urla atroci provenire da un bar ma di non sapere cosa fosse realmente accaduto. Solo all’arrivo dei carabinieri e dell’ambulanza sul posto, man mano che è andato delineandosi il motivo delle urla, il panico è rientrato ed è ritornata la calma.

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