Piano di Sorrento, Gabriele Di Filippo del Forum dei Giovani: “La chiusura delle scuole causerebbe una riduzione di 1/5 dei contagi”

Piano di Sorrento. Riportiamo l’interessante post pubblicato da

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del Forum dei Giovani: «E adesso cosa chiudiamo? Sono giorni che sui principali giornali (e telegiornali) italiani si fanno pronostici e supposizioni su quali dovrebbero essere le mosse del Governo e degli Enti locali al fine di ridurre il numero di contagi da Coronavirus. Purtroppo, come sempre, trovare una soluzione che soddisfi tutti e, al contempo, permetta di raggiungere il tanto agognato obiettivo di “abbassare la curva” è praticamente impossibile.

Proprio stamattina, dopo aver aperto la mia bacheca Facebook, sono stato bombardato di post in gruppi, articoli blog e stati personali tanti pieni di parole (e pseudo-diritto) quanto poco di scienza. Oggi, proprio come ad inizio marzo, nel periodo più buio di questa pandemia, ci poniamo la stessa domanda: cosa bisogna chiudere per limitare la diffusione del virus? Ho voluto cercare una mia personalissima risposta a questo interrogativo, basarmi però meno sulla “pancia” e sullo pseudo-diritto, e più sui dati che abbiamo già a disposizione sotto il nostro naso.

Proprio per questo motivo sono andato a rispolverare il documento del 29 aprile 2020, redatto dalla Commissione tecnico scientifica del Ministero della Salute Italia, all’alba di quella che sarebbe stata la Fase 2 dell’emergenza. In quell’occasione Conte aveva chiesto agli esperti in che ordine procedere con le riaperture graduali, senza che queste potessero causare un picco di contagi e si dovesse ritornare al lockdown.

So bene che oggi la situazione è diversa rispetto a quella di allora, basti pensare che l’età media delle persone positive si è abbassata (ora stiamo a 45 anni rispetto ai 65 di allora) e questo ha causato una riduzione di altri parametri importantissimi: il tasso di occupazione delle terapie intensive, il numero di pazienti positivi con sintomi tali da richiedere l’ospedalizzazione e, ovviamente, la mortalità.

Risultato? Come potete vedere dalle tabelle e dalle considerazioni dei membri della Commissione del Ministero, la scuola contribuisce a circa il 20% dei contatti attraverso i quali il virus può trasmettersi. Non dobbiamo pensare solo agli studenti, ma a tutti coloro che nella scuola lavorano: personale ATA, docenti, amministrativi etc. Verosimilmente quindi, la chiusura delle scuole e la riadozione della didattica a distanza, oggi, causerebbe una riduzione di 1/5 dei contagi, senza considerare che questo si ripercuoterebbe anche sulla percentuale di utilizzatori (in quelle fasce di età) del sistema di trasporti, con un’ulteriore riduzione (trovate tutto evidenziato da me nello schema).

Questo 20% potrebbe bastare? Forse sì, forse no. Non possiamo saperlo a priori. Quello che possiamo sapere invece è che se insieme alla chiusura delle scuole accostiamo una limitazione delle attività svolte nel tempo libero (di cui solo il 24% è occupato dalla ristorazione – che potremmo lasciare inalterata con buona pace dei ristoranti e bar), riusciremo a raggiungere quasi il 40% di riduzione!

Ma questo ovviamente è impossibile, perché:

  1. a) “la scuola è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione Italiana” – cit. mamme costituzionaliste;
  2. b) “stiamo causando dei traumi da socialità ai nostri figli, che non riescono più a relazionarsi” – cit. mamme pancine esperte di sociologia e psicologia;
  3. c) “non possiamo chiudere le attività ricreative e sportive, sembra di stare nel 1984 di Orwell!” cit. sostenitore della pseudo-libertà.

E allora? Non ci resta che aspettare il Natale per chiedere in dono a Gesù bambino un po’ di scienza e razionalità. Ah dimenticavo! Nel frattempo continuiamo a lamentarci perché: a marzo abbiamo chiuso tutto troppo tardi, l’economia sta collassando a causa dei mesi di lockdown e della paura che pervade le persone e che il virus sia solo un modo per limitare la nostra libertà… non sia mai che qualcosa di risolva».

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