Penisola sorrentina, pochi hotel occupati: la crisi del covid-19 e la “mano invisibile” della camorra

Giuseppe Crimaldi, sul quotidiano “Il Mattino”, ci racconta gli aggiornamenti di una crisi senza precedenti legata al covid-19 per le strutture ricettive in costa di Sorrento. Oltretutto, anche la “mano invisibile” – termine coniato dal filosofo Adam Smith in ambito economico – con la quale la camorra interviene sul turismo di qualità della penisola sorrentina.

Cominciano a emergere troppi coni d’ombra – scrive Crimaldi su Il Mattino –  su una serie di operazioni immobiliari già avviate: almeno una dozzina, che riguarderebbero manifestazioni d’interesse o in alcuni casi addirittura trattative in dirittura d’arrivo aventi ad oggetto strutture ricettive di livello come Bed and Breakfast, agriturismi, case vacanze, ville di pregio. Nell’elenco figurerebbero poi anche due noti alberghi di Sorrento, uno dei quali vanta il meritato prestigio delle quattro stelle. Sono gli effetti temuti – e già in buona parte arrivati – della crisi economica scatenata dalla pandemia da Covid-19.

Le grandi manovre che puntano a rilevare strutture ricettive di primo e secondo livello sono già cominciate nei mesi scorsi; ma è con l’arrivo dell’autunno, e con l’approssimarsi di un inverno che non promette nulla di buono sulla linea dell’orizzonte del comparto turistico, che l’offensiva delle cosche più potenti dell’area stabiese in primis (ma anche napoletane) comincia ad assumere forme sempre più inquietanti. E dunque, dopo il settore della ristorazione e dei bar, parte l’assalto ad un altro segmento vitale dell’economia legale. Il turismo fa gola agli squali del riciclaggio. E adesso ci sarà materia ulteriore per gli investigatori chiamati a stringere le maglie dei controlli che si stanno rivelando quanto mai utili e propizi per il lavoro della Prefettura: perché se dietro operazioni poco limpide ci fosse – com’è già comparso finora – chi prova a sfruttare la pioggia di soldi in arrivo con i fondi del Recovery Fund e finisce nella black list, questi rischia in concreto di vedersi revocati i finanziamenti. Occhi bene aperti, dunque, anche sui minimi sospetti.

La verità è che il settore turistico, da solido volano di sviluppo in una regione come la Campania, soffre oggi i morsi di una crisi che ha affossato – in meno di un anno – anche i più solidi bilanci di aziende dalle spalle larghe e forti. Figurarsi quali effetti potrebbero abbattersi sulle fasce medie e piccole del comparto. Prendiamo ad esempio Sorrento. Qui esistono ben 950 Bed and Breakfast, che diventano circa 3000 se ad essi si sommano quelli della filiera di Comuni che si snodano da Vico Equense a Massalubrense. Grandi numeri stravolti da questi ultimi sette mesi che hanno fatto precipitare ricavi, introiti e bilanci, schiudendo le porte all’incubo della bancarotta. «Ebbene – conferma al Mattino Sergio Fedele, presidente di Atex (l’Associazione turismo extralberghiero della Campania) – le strutture ricettive a settembre hanno segnato presenze bassissime, pari al 30-35 per cento, a fronte del 90-95 dello scorso anno. Si è salvato solo il mese di agosto, forse anche grazie al Bonus vacanze. A ottobre, mese che da sempre vedeva arrivare il turismo di qualità straniera, siamo al minimo storico: con il 90 per cento dei posti letto vuoti».

Chi opera onestamente sul territorio finisce così per diventare anche attenta sentinella, capace di intercettare situazioni a dir poco opache o losche. E chi da decenni lavora nel settore turistico non può non insospettirsi nel vedere manovre che si concretizzano in contatti immobiliari, proposte di offerte cash e transazioni che puntano chiaramente ad acquisire strutture anche di grande valore. Per gli investigatori si tratterà adesso di passare ai raggi x soggetti e movimenti di capitali. Perché, e questo è noto, alla criminalità organizzata due cose non mancano mai: il denaro pronto cassa e le teste di legno dalla fedina penale immacolata.

È davanti a questi rischi che le associazioni di categoria, a cominciare da Federalberghi, fanno quadrato e chiedono controlli e verifiche rigorose: «Viviamo un periodo di grande instabilità e incertezza – spiega il presidente Antonio Izzo – ed è impossibile pianificare il futuro, anche prossimo. Proprio quando sembrava che il settore stesse avendo una piccola ripresa, nel periodo estivo, siamo ripiombati in una grave crisi. Siamo tra i settori più danneggiati. Ma la gente non viaggia anche perché è scoraggiata e impaurita. È importante quindi evitare eccessive allarmismi, fare comunicazioni mirate e oggettive, perché piccole imprecisioni possono solo aggravare una situazione già difficile. Una crisi economica così grave è terreno fertile per la malavita che dispone di grande liquidità. Il nostro settore, come molti altri settori imprenditoriali, è esposto a questo tipo di pericolo. Si tratta di persone pronte ad aiutare le imprese in un momento di difficoltà salvo chiedere un conto, ben più salato, al momento della riscossione. Anche per proteggere le imprese da questi rischi restano essenziali i provvedimenti istituzionali a sostegno della categoria come la cassa integrazione e una riduzione consistente della pressione fiscale».

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