Ospedali saturi e migliaia di tamponi al giorno: turni infiniti ai laboratori salernitani

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La seconda ondata di covid-19 spaventa gli ospedali salernitani del “Ruggi” e del “Maria Santissima Addolorata”. I due laboratori di Biologia molecolare autorizzati dalla Regione Campania ad effettuare i controlli sugli esami effettuati nell’ambito del tracciamento dei positivi sono “sommersi” dai tamponi. Ecco l’articolo de La Città di Salerno.

La mole di lavoro da smaltire è enorme e questo sta comportando ritardi nella comunicazione degli esiti alle persone in attesa di responsi. L’impegno non manca: al “Ruggi” di Salerno e al “Santa Maria Addolorata” il lavoro di tecnici e biologi va ben oltre l’orario indicato e la quota giornaliera di test “passati al setaccio” va ben oltre la capacità massima. Ma non basta. Le segnalazioni di persone in attesa di risposte da ogni parte della provincia si moltiplicano. «Ho avuto febbre per tre giorni, ho perso il gusto e l’olfatto. Giovedì scorso mi sono sottoposto al tampone presso l’Usca di Campigliano. Da allora non ho saputo nulla. Sono chiuso in casa da giorni aspettando di sapere se ho o meno il Covid», ha raccontato al telefono un uomo di Pontecagnano Faiano che, alla comparsa dei primi sintomi sospetti, ha attivato tutto l’iter per effettuare il controllo. A cinque giorni di distanza, il suo destino resta ignoto. E, proprio per evitare questi scomodi ritardi, si attende l’apertura in tempi rapidissimi del terzo laboratorio nel Salernitano, quello dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore, per cui, a distanza di una settimana dall’acquisto del macchinario utile per verificare i tamponi, non si sa ancora nulla.

Qui Salerno. Ritmi di lavoro frenetici per il personale che analizza i test al “Ruggi”. Il team del laboratorio è sottoposto a uno sforzo enorme processando oltre 2mila tamponi al giorno tra quelli interni all’ospedale (che riguardano personale e pazienti all’ingresso nei reparti, anche se le attività sono più ridotte) e quelli esterni che vengono cioè inviati un po’ da tutte le strutture sanitarie dell’Asl di Salerno. Circa il 70% dei tamponi analizzati nel laboratorio del “Ruggi” provengono dagli ospedali dell’Azienda sanitaria locale. Tant’è che il laboratorio di via San Leonardo si è visto costretto a porre dei limiti rispetto al numero dei tamponi esterni inviati dall’azienda sanitaria. Il rischio, in caso contrario, sarebbe dover aspettare troppo tempo per conoscere l’esito. Nonostante il limite, i numeri dei test da esaminare sono rimasti alti, ma il laboratorio con grande impegno sta riuscendo comunque a portare a termine il lavoro. Il laboratorio del “Ruggi” fu attivato in piena emergenza sanitaria, quando i decessi causati dal Covid in tutto il Paese si contavano a decine. E in quella fase così delicata si riusciva a sostenere il ritmo di test da controllare richiesto ogni giorno. Poi durante il periodo estivo, con il calo dei contagi il laboratorio salernitano ha lavorato seguendo ritmi più regolari, senza avere particolari problemi. Ma i numeri da analizzare in questo periodo sono davvero incontenibili anche per il laboratorio di via San Leonardo che finora ha sempre risposto senza sosta alle richieste di analisi provenienti da tutto il territorio.

Qui Eboli. Da venerdì alle ore 18 di ieri, il laboratorio di Biologia molecolare dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” ha controllato 2.074. Una media di più di 500 al giorno. Una mole enorme. È il super – lavoro che sta affrontando il personale della struttura diretta dal primario Gregorio Goffredi che, nel weekend, ha provato a stare al passo con la gigantesca quantità di test arrivati. Turni massacranti, dalla mattina fino a mezzanotte, per garantire risultati in tempi rapidi. Uno scenario che non fa certo stare tranquilli e che dimostra come il sistema del “contact tracing” nel Salernitano – e più in generale in tutta la Campania – sia praticamente andato in crisi. La stessa situazione che, dunque, sta vivendo il laboratorio “gemello” di Salerno. Anche nell’ospedale della Piana, nonostante l’encomiabile impegno degli addetti, la “coda” è lunghissima. E, sempre più spesso, aumenta l’attesa delle persone che sperano di conoscere in poche ore i risultati.

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