L’Arte della Moda al Museo Correale di Sorrento

Al termine della Fashion Week e a pochi giorni dall’inizio della settimana del design, il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo lancia una nuova campagna digitale dal titolo “L’arte della moda”, un’iniziativa per valorizzare preziosi e inediti documenti e opere conservati nelle collezioni degli archivi, delle biblioteche e dei musei dello Stato.
Costumi teatrali e da ballo, figurini, campioni di stoffa e di tessuto, divise delle bande musicali, disegni, modelli descrittivi, bozzetti e oggetti di design accompagnano il pubblico per tutto il mese di ottobre in un “viaggio in Italia” alla scoperta dell’arte della moda. Una narrazione elegante, coloratissima o in bianco e nero, che mostra il lavoro e le varietà di mezzi e tecniche della lunga storia di un sapere creativo e di una capacità artigianale quali tratti identitari del nostro Paese.

Un itinerario dalle molteplici tappe che attraversa l’Italia nello spazio e nel tempo, passando dai bozzetti dei costumi di Emanuel Ungaro per i Carmina Burana del Teatro dell’Opera di Roma, alle silhouette dei romantici abiti da sposa delle sorelle Fontana conservati al Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative, il costume e la moda dei secoli XIX e XX (Roma), dai figurini della banda musicale di Bernaggio dell’Archivio di Stato di Milano, alla macchina per cucire Visetta di Gio Ponti esposta al Museo del Design di Milano, ai manifesti pubblicitari conservati al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, un viaggio per svelare aspetti poco raccontati di quel mondo ricco e variegato rappresentato dalla moda e dalla sartoria italiana.

La campagna, che rientra tra le attività promozionali che il Ministero guidato da Dario Franceschini sta portando avanti per favorire il turismo di prossimità, condurrà fino ad #ApritiModa (www.apritimoda.it), l’evento patrocinato dal MiBACT in programma per il 24 e 25 ottobre dedicato alla valorizzazione delle professioni e dei mestieri della moda italiana, a cui parteciperanno le più importanti realtà del settore. Un evento che permetterà a tutti di scoprire i luoghi più segreti della moda, dove nasce l’eccellenza del saper fare italiano.

Generico ottobre 2020
Marcantonio Colonna di Stigliano, III principe di Sonnino

Marcantonio Colonna di Stigliano, III principe di Sonnino (Napoli, 18 marzo 1724 – Napoli, 16 agosto 1796), è stato un militare e politico italiano. Nacque intorno al 1724, con ogni probabilità in Spagna o a Napoli, figlio di Ferdinando Colonna di Stigliano, II principe di Sonnino (1695-1775), cavallerizzo maggiore del re, e di Luigia Caracciolo dei principi di San Bono. Era nipote del principe d’Ardore, Jacopo (Milano, marchese di San Giorgio, ambasciatore napoletano a Parigi dal 1741 fino al maggio 1753, marito della sorella della principessa di Stigliano). Uomo di corte col titolo di Gentiluomo di camera d’esercizio, molto vicino al giovane re Ferdinando IV durante la reggenza di principe di San Nicandro e del marchese Tanucci. Fu comandante dei battaglioni dei volontari di marina.  Il 16 giugno 1765 fu inviato come ambasciatore straordinario in Austria, a Innsbruck, in occasione del matrimonio tra l’infanta di Spagna, Maria Luisa, figlia di Carlo III di Borbone, e l’arciduca Pietro Leopoldo.  Nell’ottobre del 1774 fu inviato come viceré in Sicilia, dove ristabilì l’ordine pubblico che nell’anno precedente era stato turbato da un tumulto popolare quando l’isola era in rivolta contro Fogliani. Esercitò quella carica sino all’agosto del 1780. Nel suo governo fece trasferire in un ampio locale la biblioteca pubblica di Palermo e fece costruire tra il 1777 e il 1778 presso la città il giardino pubblico di Villa Giulia o Villa Flora e istituì collegi e convitti per la educazione della gioventù di ambedue i sessi, e per ogni classe di persone. Ritornato a Napoli fu annoverato fra i capi di corte col titolo di capitano delle guardie reali. Morì a Napoli nel 1796.

Nel quadro del Museo Correale opera di Pascaletti, labito indossato, risalente a qualche tempo addietro,  è composto essenzialmente di tre pezzi: una giacca (giustacuore), un gilet, e dei pantaloni al ginocchio assai attillati (culotte), che sostituivano le braghe corte e larghe chiamate rhingrave, molto alla moda in Olanda e portate in voga in Francia dal Conte di Rhin, nel primo periodo del regno di Luigi XIV. La giacca a falde lunghe di questo periodo è oggi chiamata spesso redingote, sebbene quest’ultima foggia (usata tra Settecento e Ottocento) viene inventata in Inghilterra solo all’inizio del XVIII secolo, col nome di “riding-coat”, espressamente per montare a cavallo. Chiamiamo quindi il capospalla di fine Seicento giustacuore (justaucorps), una sorta di redingote attillata ma con una gonna molto ampia e sviluppata, lunga sino al ginocchio. Le spalle sono strette, senza imbottiture, rimontanti la spalla naturale; le maniche, dapprincipio larghe, poi strette anch’esse, presentano al fondo un ampio paramano abbottonato che, verso il 1690, prende dimensioni assai importanti, ed una forma svasata. Erano chiamate manches à bottes (maniche a stivale). Le tasche sono poste sul davanti e molto in basso, inizialmente tagliate in orizzontale, poi in verticale, spesso a coppie da due per falda.

Commenti

Translate »