Il covid colpisce duramente gli ospedali salernitani: Cava in ginocchio

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La seconda ondata del covid-19 spaventa ancor di più gli operatori sanitari. Negli ospedali salernitani, infatti, aumentano esponenzialmente i contagi tra infermieri, medici e anestesisti. Da Cava de’ Tirreni il resoconto è critico, soprattutto nei reparti di chirurgia, anestesia e rianimazione. Come se non bastasse, l’emergenza si espande sempre più al calare del personale sanitario operativo. Vediamo tutti i dettagli nell’articolo di Marcella Cavaliere ed Erminio Cioffi per La Città di Salerno.

Alcune settimane fa risultò positivo un infermiere dell’ospedale metelliano che aveva accompagnato un familiare proveniente dall’Agro Nocerino- Sarnese al pronto soccorso di Cava de’ Tirreni con sintomi influenzali e che risultò positivo al test somministrato nella tenda allestita vicino all’ospedale dove vengono controllati i pazienti che devono accedere ai reparti ospedalieri. Da allora a oggi nel presidio di Cava de’ Tirreni i contagi in corsia sono aumentati. Secondo il segretario provinciale del sindacato degli infermieri Nursind Salerno, Biagio Tomasco, il problema è dovuto a diversi fattori ma tra questi anche alla «mancanza di protocolli operativi certi. Il sistema 118 continua a instradare pazienti con sintomi riconducibili al Covid presso i pronto soccorso, violando le direttive ministeriali in tal senso che impongono l’isolamento domiciliare del paziente, e mettendo a rischio, in caso di accertata positività i percorsi e gli operatori degli ospedali». Pertanto il sindacalista auspica di poter consultare al più presto le più volte richieste linee guida, protocolli e procedure che mettano al centro la sicurezza di pazienti e operatori. Non a caso Tomasco ha ricordato l’odissea di una paziente che ha dovuto attendere sette ore prima di essere accettata in un pronto soccorso e dopo essere stata rifiutata da tre ospedali. «Non credo si possa più indugiare nel diramare protocolli operativi per il personale del 118 che, stante la completa disorganizzazione del servizio relativamente alla patologia Covid, viene continuamente messo a rischio nella sua attività di soccorso», conclude il sindacalista.

Problemi sono stati segnalati anche all’ospedale “Luigi Curto” di Polla. A sollevare la questione è la Uil che ha chiesto all’Asl immediati interventi: «Da venerdì alle 7 gli operatori sanitari dell’ospedale di Polla sono confinati nel reparto di Neurologia per la presenza di una paziente positiva al Covid e non viene trasferita negli centri presposti per mancanza di posti », hanno sottolineato i sindacalisti della Funzione Pubblica. La direzione sanitaria dell’ospedale del Vallo di Diano, però, ha allontanato ogni accusa: la paziente, asintomatica e in ospedale per altre questioni, è stata trasferita a Scafati mentre gli operatori che hanno avuto contatti possono far ritorno nelle loro abitazioni. In serata, però, è arrivata la notizia della positività di una paziente ricoverata nel reparto di Geriatria: l’unità del “Curto” è stata chiusa in attesa che vengano eseguiti i tamponi sul personale in sevizio e sui degenti. La persona risultata positiva è in buone condizioni.

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