Frodi assicurative in penisola sorrentina e Rolex da 100mila euro: la vicenda su “Metropolis” e “Il Mattino”

Una Ferrari California utilizzata per organizzare falsi incidenti e truffare le compagnie assicurative con risarcimenti da decine di migliaia di euro per danni inesistenti. Un sistema collaudato, studiato da un imprenditore proprietario dell’auto di lusso insieme a un avvocato civilista, un perito e un medico legale, gruppo che ovviamente si avvaleva anche di falsi testimoni per completare il quadro. Ecco le novità.

La notizia ripresa anche da quotidiani regionali e locali, tra cui Il Mattino con Dario Sautto e Metropolis, che parlano di un Rolex da 100mila euro nella mega collezione che i finanzieri hanno sequestrato all’imprenditore Gianluca Izzo, accusato di una serie di truffe assicurative portate avanti anche con falsi incidenti utilizzando la sua Ferrari California bianca. Ieri mattina i finanzieri del gruppo di Torre Annunziata, a chiusura di indagini condotte dalla tenenza di Massa Lubrense e coordinate dalla Procura oplontina, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, emesso dal gip proprio su richiesta degli uffici inquirenti. Lo scorso 6 ottobre Izzo era finito ai domiciliari insieme a Giovanni Pane, 45enne avvocato civilista con studio a Meta, Vincenzo Polito, 52enne perito di Castellammare residente a Casola e il medico legale Giuseppe Luigi Arpaia, 70enne di Pompei. Durante la perquisizione nell’abitazione del 45enne di Vico Equense, frequentatore degli ambienti della Sorrento «bene», era spuntata l’incredibile collezione di orologi: in totale 33 (di cui 32 Rolex), tra cui un modello da 100mila euro. In garage, poi, accanto alla Ferrari California intestata a un trust straniero erano parcheggiati altri otto veicoli d’epoca (un’auto e sette moto), mentre sempre in casa sono stati sequestrati 10mila euro in contanti. Dopo una perizia accurata, è stato stabilito il valore totale del sequestro eseguito ieri che ammonta a 585mila euro, di cui 537mila euro solo in orologi.

Il sequestro chiude la prima parte dell’inchiesta che ha scosso la penisola sorrentina. La maxi truffa si è concretizzata all’interno dell’ufficio del giudice di pace di Sorrento grazie a due cause di risarcimento per incidenti mai avvenuti, una delle quali proprio utilizzando la Ferrari. I quattro arrestati, insieme ad altre 6 persone indagate a piede libero, sono accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari, falsa perizia, falsa testimonianza e frode alle assicurazioni. Dopo i ricorsi al Riesame, le accuse hanno retto e i quattro restano tuttora ai domiciliari. Le successive indagini patrimoniali hanno permesso ai finanzieri anche di ricostruire la sproporzione tra i redditi dichiarati da Izzo e la reale disponibilità di beni. I racconti sorrentini parlano del 45enne che, tutti i giorni, sfoggiava due Rolex ai polsi. Le indagini hanno fatto emergere un inquietante quadro di connivenza da tra alcuni professionisti della penisola sorrentina e una serie di consulenti, nominati di volta in volta dai giudici di pace a cui venivano assegnate le cause per i falsi incidenti. Se il medico legale aveva attestato una finta lesione permanente facendosi pagare un certificato appena 200 euro, il perito assicurativo – intercettato – avrebbe anche dato consigli a Izzo e Pane su come far salire il risarcimento per il finto incidente della Ferrari, incassando 1500 euro per la perizia fasulla. Gli stessi Izzo e Pane avrebbero commentato la nomina del dottor Arpaia «che una volta, per un colpo di frusta, mi ha fatto prendere 18mila euro».

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