Europa League:Oggi,21:00 Real Sociedad -Napoli

Dal 2011/12 il Napoli non batte una spagnola in Europa. Ultimo a cadere il Villareal, bottino parziale 3 pari e 5 ko

Non è ancora cominciata e non può certo finire adesso, cioé subito, dopo appena centottanta minuti d’Europa: questo è il calcio di oggi – forse è quello di sempre – e mentre intorno s’avverte il silenzio raggelante che fa anche un po’ paura, val la pena regalarsi un pizzico d’allegria, affinché Napoli non piombi nella mestizia. «E’ dura ma io ho chiesto di dimenticare la partita con l’AZ. E’ andata, l’abbiamo persa, forse abbiamo sbagliato l’approccio però è anche vero che abbiamo avuto numeri che ci inducono a credere di non meritare quella sconfitta e quindi dobbiamo cancellarla. Per farlo occorre metterci la testa ed essere grandi».

Alla seconda giornata di un girone che sembrava facile e che invece s’è trasformato in complicatissimo, Gattuso deve già fare la faccia da duro, quella che non gli piace neanche un po’, perché poi va a finire che si scivola sull’etichetta da “ringhio”, che qualcosa gli toglie in questo suo processo estetico che insegue la Grande Bellezza: e anche stavolta, per non perdersi in questo intreccio, per non scivolare ai margini dell’Europa League, sarà indispensabile restare (lucidamente) se stessi. «Dobbiamo palleggiare in maniera più veloce, fare qualcosa di diverso, visto che ci hanno tolto la profondità. Scovare soluzioni nuove, ma rapidamente, e dimostrare chi siamo: io sono di avere un gruppo con enormi qualità e l’1-0 con gli olandesi non ha alterato il mio giudizio, ma la partita la dobbiamo fare noi».

Le scelte di Rino. E non ci saranno ansie da trasmettere, né paure di rimuovere: c’è una squadra che è fatta e finita, è ben dentro una formazione che è già stata decisa e che prevederà molti cambi, perché qui si gioca ogni tre giorni. «E domenica abbiamo il Sassuolo, al quale penseremo poi. Ma io voglio vincerle tutte e due, pur portando rispetto ad entrambe. Affrontiamo un’avversaria di valore, non a caso in testa alla Liga, un club nel quale il senso di appartenenza è forte e la personalità è decisa».
Sembra di scorgere vaghe somiglianze, in questa vigilia intrisa da complimenti che ondeggiano da una panchina all’altra: Imanol Alguacil l’ha confessato pubblicamente che il “nemico” gli piace un sacco, che una volta arrivò sino a Napoli con la famiglia e dovette rinunciare all’idea di vedere il Napoli di Sarri, solo perché impegnato a Roma; e Gattuso, che studia gli avversari e si è (quasi) imbattuto nell’insonnia, non trova difetti in quella Real che gli si para dinnanzi e un pizzico di preoccupazione la crea. «Il problema non è soltanto David Silva, che ha ulteriormente alzato il tasso di qualità dei baschi. Imanol viene dalla cantera, ha costruito una mentalità vincente, ha dimostrato di essere bravo. Siamo persino fortunati a giocare senza pubblico, perché qui altrimenti sarebbe stata una bolgia. Hanno calciatori giovani, tengono bene il campo, hanno qualità tecniche ed agonistiche. Ci vorrà personalità».
Che andrà afferrata dalla mezza rivoluzione, utile per far respirare alcune stelle e per offrire un’opportunità a chi non gioca poi tanto e dovrà inventarsi qualcosa per tenersi aperta questa finestra dell’Europa League: «Non esistono ormai più titolari e riserve e con le cinque sostituzioni, si può persino sfruttare meno di mezz’ora per cambiare una partita. E bisogna soffrire da squadra, da collettivo, sapendo che in noi c’è pressione». E per scacciarla via, dopo soltanto due partite di Europa League, servirà qualcosa che somigli, nel suo piccolo, ad un’impresa: «Non dobbiamo assolutamente fare calcoli ed essere arrabbiati». Undici “ringhio”, insomma.

Le notizie tinte d’azzurro: quella bella riguarda la convocazione di Elmas e Zielinski, assenti da un mese per la positività al Covid e da ieri in Spagna con i compagni a respirare calcio; quella tecnico-tattica, invece, racconta la tentazione di Gattuso di cambiare in vista della delicata sfida di Europa League oggi al Municipal di Anoeta con la Real Sociedad. E turnover di coppa sia, insomma, con due uomini simbolo in copertina: Mertens e Osimhen. Sì, dovrebbero riposare entrambi e come loro anche Lozano: in sintesi, tre/quarti dell’attacco titolare.

Sette cambi. E allora, il mercoledì di preparazione internazionale del Napoli: l’attesa per i risultati dei tamponi (tutti negativi), l’allenamento e poi la partenza per San Sebastian, 20 chilometri dal confine con la Francia ma anche una linea di demarcazione tra la fase a gruppi e il turno successivo. Inutile girarci intorno: dopo la sconfitta al San Paolo con l’AZ è facile comprendere quanto il risultato della partita con la Real Sociedad inciderà sul cammino in coppa. Per certi calcoli, comunque, c’è tempo, mentre conti alla mano dovrebbero essere sette i cambi di formazione rispetto alla gara con il Benevento in campionato.
Per la precisione, in porta tornerà Ospina (per Meret), la linea difensiva dovrebbe presentare Hysaj a destra (per Di Lorenzo), Maksimovic (per Manolas), Koulibaly e Mario Rui a sinistra. A centrocampo: confermato Bakayoko, recuperato dopo il colpo rimediato nel derby, e poi Demme (per Fabian) al suo fianco. In attacco: Politano (per Lozano), Lobotka (per Mertens) e Insigne sulla trequarti, con Petagna (per Osimhen) riferimento centrale. Una formazione camaleontica: la presenza di Lobotka – in ballottaggio con Fabian – consentirà di passare in un clic al 4-3-3.

Occhi puntati sul «10» Mikel Oyarzabal, prodotto della cantera
Gioca col numero 10 ed è mancino. Due caratteristiche decisamente audaci per Mikel Oyarzabal Ugarte soprattutto contro una squadra come il Napoli. E’ un altro giovane basco prodotto nella «cantera» del Real Sociedad. Attaccante puro, tecnicamente valido e anche strutturato fisicamente non come i classici rifinitori/trequartisti brevilinei. Giocatore anche potente e capace di accelerare la manovra. Piazza assist importanti ed è abile nei cross dalle fasce dove va con facilità dimostrando oltretutto tanta versatilità. Più di quattro anni fa, nel 2016, ha esordito con le furie rosse nell’amichevole vinta 3-1 contro la Bosnia Erzegovina. Giocatore di assoluto talento che l’allenatore Alguacil conosce bene proprio perché proveniente dal florido settore giovanile del club basco. Sono tre stagioni che il   23enne Oyarzabal arriva in doppia cifra nelle reti segnate. Tre anni fa ha realizzato 12 reti, due anni fa 13 gol e l’anno scorso 10 reti. Non è un bomber di primissima fascia ma sa comunque far gol oltre a fornire tanti suggerimenti ai colleghi di reparto. Ha giocato in tutte le nazionali giovanili spagnole. A 18 anni e mezzo fa il suo debutto nel campionato spagnolo quando i baschi vinsero 4-0 contro il Levante.

fonte:corrieredellosport

 

 

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