Droga a Castellammare di Stabia: anche il boss D’Alessandro sceglie il rito abbreviato

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Castellammare di Stabia. Anche il boss Giovanni D’Alessandro, l’ultimo ad arrendersi dopo quasi tre mesi di latitanza, ha scelto il rito abbreviato e punta all’eventuale sconto di pena in caso di condanna. Lo riporta Il Mattino. Con il 48enne conosciuto nel rione Scanzano di Castellammare di Stabia semplicemente con il soprannome «Giovannone», ci saranno altri ventuno imputati, accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico e allo spaccio di droga a Castellammare e dintorni.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, nelle indagini coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta per la Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, tutte le piazze di spaccio stabiesi dovevano fare i conti con il clan D’Alessandro, a cui andava una percentuale fissa sulla vendita di droga. A gestire il giro di stupefacenti c’erano uomini delle «vecchia guardia» e fedelissimi dei vari boss che si sono succeduti alla guida della cosca.

Con Giovanni D’Alessandro (diverse condanne scontate e un passato da detenuto al 41 bis), si alternavano alla guida della holding specializzata nelle forniture di marijuana e cocaina Antonio Rossetti «’o guappone» e Sergio Mosca, due che in passato hanno ricoperto anche il ruolo di reggenti del clan. Gli ordini della droga, per l’Antimafia, erano appannaggio di Ciro «Cirillone» Vitale, e poi la gerarchia del clan vedeva via via con compiti diversi Nino Manuel Spagnuolo, Francesco Delle Donne e Marco Cimmino.

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