Da Positano ad Amalfi: polemiche per i bambini mandati a Maiori a fare tamponi dai pediatri

Da Positano ad Amalfi polemiche per i bambini mandati a Maiori a fare tamponi dai pediatri in Costiera amalfitana. Il problema è dovuto anche dalla difficoltà di far visite da parte dei pediatri di base, che non sono presenti tutti i giorni sul territorio, quindi di fronte ad una richiesta di certificato per sindromi influenzali ti mandano a fare il tampone all’ASL Salerno a Maiori. Con tutte le conseguenze del caso, altri 14 giorni fermo in attesa dell’esito e quindi giorni persi a scuola, è quello che si dice in Costiera amalfitana dell’applicazione, per i bambini, di un protocollo abbastanza contorto a questo punto. Ma Quanti bambini dovranno fare il tampone? Tantissimi, se si considera l’elevata possibilità di un semplice raffreddore per queste fasce d’età.

Ogni bambino all’insorgere di un sintomo – che sia tosse, febbre al di sopra dei 37,5°, mal di gola – sarà sottoposto a tampone, su richiesta del proprio pediatra di famiglia. Il bambino ha il naso che cola? Se è a scuola deve tornare subito a casa, quindi va avvisato il suo pediatra, che provvederà a prescrivere il tampone. Una prassi chiara.

La prima conseguenza? I tempi si allungheranno notevolmente, rischiando di generare il caos, soprattutto nei laboratori pubblici delle Asl regionali.
Con prevedibili richieste in aumento anche per le strutture private autorizzate ad effettuare tamponi. Potrebbe alleggerire la situazione la decisione di consentire i test rapidi – come quelli che si effettuano in aeroporto: il Comitato tecnico scientifico due giorni fa ha dato il via libera alle indicazioni contenute nella circolare del ministero della Salute nella quale si parlava, tra l’altro, della possibilità di effettuare tamponi rapidi nelle scuole per la sola attività di screening in chiave di prevenzione anti-Covid. Ad ogni modo, non se ne parlerà prima di qualche settimana: il Commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri ha avviato la gara per cinque milioni di test rapidi. E nel frattempo, il tampone rimane l’unica soluzione per sapere se un piccolo paziente, come in questo caso, ha contratto o no il Coronavirus.

Non si tratta di una decisione del Pediatra, ma di una disposizione. Anche per un banale raffreddore il pediatra dovrà richiedere il tampone, questo sia secondo quanto stabilito dalla Circolare dell’Istituto Superiore di Sanità – datata agosto 2020″ dicono i pediatri.

Alla fine ai genitori non resta altro che la scelta privata, il pediatra privato magari fa visita e certifica che si tratta di una semplice influenza, cosa che non farà il pubblico che indirizzerà senza more a fare un tampone.

Come anticipato da Positanonews, qualche giorno fa una pediatra di Positano aveva chiarito qualche dubbi per il rilascio dei certificati medici con l’apertura delle scuole durante la pandemia. Il certificato medico per il rientro a scuola deve essere richiesto dalle scuole in due modalità.

1) dopo assenza per malattia superiore a 3 giorni nei servizi educativi per la prima infanzia. Per cui un bambino che frequenta l’asilo dovrà presentare la certificazione dopo 4 giorni di assenza per malattia.

2) dopo assenza di malattia superiore a 5 giorni nelle scuole primarie e secondarie. Per cui un ragazzo che frequenta le elementari o le medie dovrà presentare la certificazione dopo 5 giorni di assenza per malattia.

La certificazione si può rilasciare solo nei casi di assenza per malattia in cui è sicuramente estraneo il coronovirus. Invece nei casi con sintomi anche banali i pediatri sono OBBLIGATI a richiedere il tampone da Covid potendo essere oggetto di denuncia penale in caso di ottemperanza.

La posizione della pediatra è in linea con quanto emanato dal Ministero della Salute. Adesso sappiamo che quando un bambino diventa un “caso sospetto” per rientrare a scuola deve fare il tampone. “Con temperatura corporea sopra i 37,5° o sintomatologia compatibile con Covid-19 in ambito scolastico o a scuola”, recita la circolare datata 24 settembre 2020, il bambino è potenzialmente a rischio e il pediatra deve dunque richiedere “tempestivamente il test diagnostico”. Così il ministro Speranza ha acceso la luce su una situazione che dal ritorno sui banchi aveva più di qualche ombra.

Commenti

Translate »