Condannato a due anni il pusher torrese che spacciava in Penisola Sorrentina

Da Boscoreale alla penisola sorrentina per consegnare droga a domicilio. Aveva una vera e propria rete di clienti, il pusher arrestato dai carabinieri di Sorrento, che hanno rinvenuto quindici dosi di cocaina nella sua auto. Protagonista dei fatti è A.L. di origini torresi. Vediamo tutti i dettagli nell’articolo di Ciro Formisano per Metropolis.

Il sospettato, già imputato in passato per spaccio di stupefacenti e riciclaggio, è stato fermato dai militari dell’Arma nel corso di un controllo finalizzato a contrastare le attività illecite. Dalle verifiche e dalla perquisizione eseguita all’interno della vettura è così emersa la presenza di numerosi dosi di cocaina. Stupefacenti già confezionati e pronti per essere venduti. Nell’ambito dell’operazione è stato anche sequestrato il cellulare del pusher. Sul telefonino del sospettato gli investigatori hanno ritrovato le prove dell’attività di spaccio gestita in prima persona dall’uomo. Messaggi, telefonate e conversazioni nelle quali, tra l’altro, gli interlocutori parlavano anche della qualità degli stupefacenti che sarebbero stati consegnati di lì a poco. Prove ritenute schiaccianti dai carabinieri che successivamente hanno deciso di eseguire anche una perquisizione domiciliare a casa del sospettato per verificare se fosse in possesso di altri stupefacenti. E dai successivi controlli è effettivamente venuto fuori che l’uomo aveva nascosto – nel cuscino del suo letto – altri venti grammi di cocaina e cinquemila euro in contati. Soldi ritenuti provento dell’attività illecita messa insieme grazie alla vendita della droga. E ancora il blitz ha portato alla scoperta di materiale per il confezionamento e di un bilancino di precisione utilizzato, verosimilmente, per la suddivisione delle dosi.

Dopo le formalità di rito A.L. è stato così arrestato. Ieri mattina, è stato condotto in tribunale, a Torre Annunziata, per l’udienza di convalida del fermo. L’imputato – difeso dall’avvocato Luciano Bonzani – ha scelto di essere processato con rito direttissimo. L’accusa ha invocato una condanna a sei anni di reclusione per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti chiedendo la reclusione in carcere anche in virtù dei precedenti dell’uomo. Ma il giudice monocratico, accogliendo in parte le osservazioni della difesa che ha provato a ridimensionare la vicenda, ha deciso di condannare il pusher alla pena di due anni.

Il giudice ha anche deciso di non applicare nessuna misura cautelare a carico di Lettera. Il condannato è così tornato in libertà poche ore dopo l’arresto.

E contestualmente è stato anche disposto il dissequestro dell’auto sulla quale era stato fermato, del cellulare con le chat dei clienti e del denaro scoperto nella sua abitazione.

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