CON MARIO CAROTENUTO ALLA DIREZIONE DI èCOSTIERA. Il bel ricordo di Sigismondo Nastri che ci sostituì alla direzione

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    Ho visto il bel post di Sigismondo Nastri solo ora, evoca una Costiera amalfitana epica per il giornalismo , con il mensile E’ Costiera che ha portato avanti con caparbietà Maria Rosaria Sannino , che ho poi anche diretto, e col quale ho continuato a collaborare per Positano e Praiano,  ma anche su inchieste complesse, che è stata una scuola di formazione per giornalisti politici e sindaci ( ricordo Secondo Squizzato a Cetara, ma anche assessori etc ), da quella esperienza è nato anche Positanonews, prima testata infraprovinciale della Campania, ma l’esperienza di E’ Costiera è stata un ponte che univa virtualmente la Costiera, ora frammentata su tutto,  sia sul territorio che all’estero, un lavoro di tanti , con inchieste e dossier attuali ancora oggi .

    Ecco il post di Sigi.. come lo chiamavamo ( e ne approfitto per far gli auguri per i 49 anni con la moglie)

    CON MARIO CAROTENUTO ALLA DIREZIONE DI èCOSTIERA.

    Tra il 1999 e il 2000 ebbi la fortuna di compiere, con Mario Carotenuto, un comune percorso, dal quale uscii molto arricchito sul piano umano e professionale: io come direttore responsabile di èCostiera, lui direttore artistico. Fu quando Gino Amato, Aurelio Apicella, Donato Bella, Piero Cantarella, Giovanna Dell’Isola, Paolo Russo, Maria Rosaria Sannino (volutamente li cito in ordine alfabetico, nella speranza di non aver dimenticato nessuno: a tutti mi legano sentimenti di riconoscenza e vivo affetto) chiesero a me e al Maestro di assumere le redini del periodico della Costa d’Amalfi, mollate da Michele Cinque, altro caro amico e collega, che comunque continuò a collaborare attivamente con noi. Al gruppo si aggiunse, su sollecitazione di Mario Carotenuto, Ernesto Manzolillo che ridisegnò il giornale dandogli un aspetto moderno, elegante, accattivante.
    Ci rimboccammo le maniche, nella redazione minorese affacciata sulla Villa Romana, e affrontammo, mese dopo mese, con inchieste scomode ma documentate, i problemi più assillanti della Costiera: abusivismo edilizio, assetto territoriale, incendi boschivi, viabilità, inquinamento, eccetera eccetera. Dando certamente fastidio, tanto che, divenuto oggetto di minacce, fui costretto, con profondo rammarico, a lasciare la guida del periodico. èCostiera, dopo un azzardato passaggio di proprietà, non sopravvisse a lungo (quello cartaceo; poi la testata, a cura di Maria Rosaria Sannino, è rimasta attiva sul web).
    In un arco di tempo breve – meno di due anni – ma intenso, ci occupammo anche di storia, arte, tradizioni ospitando importanti contributi di qualificati collaboratori esterni. Grazie alla disponibilità di un amico imprenditore del settore grafico e cartario, Peppino De Luca, aggiungemmo al giornale un inserto: “Storia e storie della Costa d’Amalfi”. Un altro, giacché c’era quello satirico, sfottente al punto giusto, curato da Donato e Piero: “Bianco d’uovo”.
    Ricordo la battaglia avviata per salvare i libri di Alfonso Gatto, che la casa editrice Mondadori – secondo una notizia riportata dal quotidiano la Repubblica – stava per mandare al macero, con tanti altri, dovendo fare spazio nei propri depositi. Lanciammo una petizione, che ebbe primo firmatario proprio lui, che del poeta era stato amico fraterno: Mario Carotenuto, artista di grande talento non solo, anche firma prestigiosa del panorama letterario salernitano. Tra i primi a firmare il nostro appello mi piace ricordare Gaetano Afeltra, Indro Montanelli, Giuseppe Cantillo.
    Sigismondo Nastri

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