Chi è Joe Biden? Il candidato del testa a testa con Trump

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Joe Biden è apparso in tv, radio, giornali, social. Ne abbiamo sentito parlare ovunque, eppure nessuno ci ha mai spiegato veramente chi fosse il 78enne candidato alla presidenza statunitense per le prossime elezioni del 3 novembre nella sfida contro Trump. Un’ipotetica vittoria che diventerebbe sin da subito storica – non solo perché sarebbe il presidente più anziano di sempre negli USA – , e che garantirebbe al Partito Democratico la vittoria dopo il mandato quadriennale di Donald Trump.

Tuttavia, tralasciando numeri e ipotetici record, Biden non è solo il candidato democratico alla presidenza. La sua storia, di cui ci parla Lo Spiegone, fa di lui una figura unica nel panorama politico statunitense. Panorama del quale fa parte da ormai molti anni e che, di conseguenza, lo rendeva il favorito tra i numerosi candidati alle primarie democratiche del 2020.

Vita e carriera politica

Biden è nato a Scranton, città industriale della Pennsylvania il novembre del 1942, da una modesta famiglia di origini irlandesi e di religione cattolica.  Diplomatosi, nel 1965 si laurea in scienze politiche all’università di Newark, specializzandosi poi in legge alla Syracuse University, dove si laurea nel 1968. Nel 1969 entrò poi a far parte dell’albo degli avvocati.

Nello stesso anno, decise di candidarsi con il Partito Democratico, venendo eletto nel Consiglio della sua Contea. Appena due anni dopo, decise di fare il grande salto candidandosi al Senato ad appena 29 anni.

Le sue posizioni progressiste in favore dei diritti civili degli afroamericani, contro la guerra del Vietnam e la sua giovane figura in un panorama politico che era ormai percepito come stantio lo portarono alla vittoria. Nel 1978 venne rieletto al Senato, prestando servizio come senatore fino al gennaio 2009. Nel suo periodo al Congresso si batté per i diritti delle persone più in difficoltà, per garantire servizi scolastici migliori, per mettere al bando farmaci pericolosi. Inoltre si fece notare per la sua capacità di tessere relazioni lavorative (ma anche di amicizia) con i suoi colleghi senatori, compresi quelli dello schieramento repubblicano, cercando sempre soluzioni bipartisan in grado di poter rendere più scorrevoli i macchinosi lavori congressuali. Nel 1988 decise di candidarsi per la presidenza degli Stati Uniti partecipando alle primarie, dove tuttavia venne sconfitto da Michael Dukakis. Rimase quindi al Senato.

In seguito, dopo l’elezione di Bill Clinton, Biden collaborò alla scrittura della controversa legge sul crimine del 1994 che portò a pene detentive più severe per vari crimini (specialmente quelli riguardanti lo spaccio di droga). Tale legge all’epoca venne salutata come un grande passo in avanti nella lotta contro gli stupefacenti. Tuttavia la riforma portò a un aumento degli arresti specialmente fra gli afroamericani, inserendosi nel filone di politiche che negli anni hanno costruito il sistema di incarcerazione di massa. La stessa Hillary Clinton anni dopo ha chiesto scusa alla comunità afroamericana, dichiarando che fu un errore appoggiare quella legge.

Nel 2008 provò nuovamente a candidarsi alla presidenza, ma anche in questo caso, contro Hillary Clinton e l’ascesa di Barack Obama non poté nulla, ritirandosi alle primarie dopo il deludente risultato ai caucus dell’Iowa. Qualche tempo dopo, però, Obama lo individuò come un candidato valido invitandoli a correre in ticket con lui come candidato vicepresidente. La nomination venne formalizzata ad agosto, durante la convention democratica di Denver. Biden, inviato a fare campagna elettorale in molte zone del Paese, si dimostrò un ottimo candidato, riuscendo a ottenere molti voti provenienti dalla classe operaia. Con la vittoria di Obama di novembre, nel gennaio 2009 Joe Biden prestò giuramento diventando il 47° vicepresidente degli Stati Uniti.

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