Castellammare di Stabia. Il Doriforo trafugato 44 anni fa esposto negli USA

Castellammare di Stabia. Il Doriforo trafugato 44 anni fa esposto negli USA. «Il Doriforo di Stabiae deve essere restituito all’Italia e alla città di Castellammare». Il monito arriva dalla senatrice Margherita Corrado che ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dei Beni Archeologici, Dario Franceschini, per accendere nuovamente i riflettori sulla scultura ritrovata nel 1976 nella zona di Villa del Pastore – sulla collina di Varano – e successivamente trafugata. Oggi il “Doriforo” è esposto al Minneapolis Institute of Art negli Stati Uniti, dove sarebbe arrivato negli anni ottanta attraverso i mercanti clandestini di arte.

Una storia persa nel tempo che torna d’attualità dopo l’iniziativa parlamentare della senatrice che ha deciso di riaccendere i riflettori sul “Doriforo di Stabiae”, con la partecipazione di vari studiosi che appena un anno fa si ritrovarono a un evento organizzato dall’Archeoclub di Castellammare per discutere delle scoperte fatte sulla scultura stabiese.

Margherita Corrado ha chiesto al Ministro Franceschini «se non ritenga di voler attivare i canali opportuni per sollecitare il Minneapolis Institute of Art a fornire informazioni precise e veritiere circa tempi e modi dell’acquisizione della statua, nonché dare l’impulso, nei limiti delle sue prerogative, alla verifica attenta di tutti i dati disponibili e, ove si diano le necessarie condizioni, alla rivendicazione della scultura per conto dello Stato italiano con la necessaria determinazione». Il Doriforo di Stabiae è una splendida scultura in marmo pentelico (lo stesso usato per il Partenone di Atene) di 196 centimetri ed è considerata una delle migliori riproduzioni romane ancor oggi esistenti del celebre Doriforo, l’originale in bronzo dello scultore greco Policleto. Secondo la ricostruzione degli archeologi: la scultura fu ritrovata in un cantiere edile non controllato dalla Soprintendenza della zona della Villa del Pastore e non fu consegnata alle autorità. Il Doriforo fu venduto a un antiquario romano attivo nel mercato clandestino di arte e dopo qualche anno fu esposto all’Antikenmuseum di Monaco di Baviera, accompagnato da una targa dove si faceva riferimento alla provenienza stabiese.

Ad accendere i riflettori sulla vicenda fu il noto archeologo, docente dell’Università Federico II di Napoli, Umberto Pappalardo e a seguito di alcuni articoli di quotidiani internazionali che raccontavano la provenienza illecita della scultura, il Museo di Monaco rinuncia all’acquisto del Doriforo, per il quale era già stata firmata una sottoscrizione pubblica di 3 miliardi delle vecchie lire. La scultura venne al mercante d’arte e nel 1986 riapparve al Minneapolis Institute of Art negli Stati Uniti. Stavolta però nella targhetta descrittiva si citava genericamente che fosse stata ritrovata agli inizi degli anni trenta in mare, al largo dell’Italia. Ma secondo gli studiosi che ne hanno seguito le vicende si tratterebbe proprio della scultura che fu trafugata sulla collina di Varano nel 1976. Dopo 44 anni, una senatrice chiede al governo di impegnarsi per chiedere la restituzione del Doriforo.

Fonte Metropolis

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