Scuola i presidi in difficolà per ripartire il 14, in Campania il 24 ma i docenti rifiutano i test obbligatori

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Scuola i presidi in difficolà per ripartire il 14, in Campania il 24 ma i docenti rifiutano i test obbligatori Presidi nella tempesta delle norme anti-Covid, scuole terremotate senza né banchi né docenti né mascherine. Dunque s’incarica Giuseppe Conte di convocare una conferenza stampa a palazzo Chigi per assicurare alle famiglie che lunedì le scuole apriranno come promesso in gran parte del Paese, Lazio compreso. Per il governo quindi la data resta quella del 14, nonostante diverse Regioni abbiano già deciso di posticipare al dopo elezioni e nonostante tante scuole stiano chiedendo in queste ore una proroga.
Al fianco di Conte, per illustrare il piano scuola, sedevano la ministra all’istruzione Lucia Azzolina, il ministro alla salute Roberto speranza e la ministra ai trasporti Paola De Micheli: «Il rientro in classe in piena sicurezza ha sottolineato Conte – è stato, è e sarà obiettivo prioritario di questo governo». E così si riparte con 10 milioni di persone che, lunedì si rimetteranno in moto, forse. L’incognita riguarda tutte quelle scuole che, stando all’allarme lanciato dai dirigenti scolastici, non potranno riaprire o, se lo faranno, sarà solo per poche ore. Accade nelle grandi città così come nelle realtà di provincia più piccole. Dove i conti non tornano, a cominciare dai supplenti da portare in cattedra. scrive su Il Mattino Lorena Loiacono
MISURE E DISAGI
«Bisognerà affrontare qualche disagio – ha dichiarato il premier – mettiamo in conto che ci saranno dei contagi anche a scuola, ma abbiamo predisposto un prontuario per affrontare queste difficoltà: nel peggiore dei casi, la quarantena scatterà per tutta la classe». Tra le misure di sicurezza presentate dal premier, sono stati confermati gli 11 milioni di mascherine al giorno per il personale e gli studenti: le mascherine devono essere indossate negli ingressi e negli spostamenti all’interno della scuola e non quando si è seduti al banco. Qualora non si potesse rispettare il metro di distanziamento tra i banchi, l’alunno dovrà indossare la mascherina per tutto il giorno anche quando è seduto al suo posto.
Su questo punto si inserisce il problema della consegna dei banchi: fino a quando non ci saranno per tutti, sarà difficile garantire la sicurezza in classe, ad esempio con i bambini delle elementari costretti a tenere il viso coperto per 8 ore. «Ci attende un anno molto impegnativo ha commentato la ministra Azzolina – con difficoltà da superare. E’ stato giusto chiudere le scuole a maggio ed è giusto ripartire adesso. Oggi siamo più preparati». La titolare di viale Trastevere si è soffermata anche sui numeri dell’emergenza supplenti: circa 60mila cattedre destinate alle assunzioni non sono state assegnate e andranno a supplenza, tra queste comunque vanno considerate anche le cattedre che verranno assegnate con il concorso per i docenti che dovrebbe partire in autunno. Difficile prevedere se i vincitori del concorso potranno effettivamente entrare a scuola già durante l’anno scolastico 2020-2021. A queste iniziali 60mila cattedre da coprire, si aggiungeranno subito dopo le 70 mila nomine a tempo determinato messe in campo per le necessità delle scuole, legate all’emergenza sanitaria.
SPAZI E TRASPORTI
Sulle criticità relative agli spazi necessari per il distanziamento, la Azzolina ha spiegato che gli studenti senza un’aula, ad oggi, sono 50mila rispetto al milione di giugno. Un istituto su tre ha avuto almeno un intervento al suo interno: sono state ricavate oltre 5.177 aule in più e sono state 4.812 quelle ampliate, per un totale di quasi 10 mila aule. Sono cambiate anche le regole del trasporto, illustrate dalla ministra De Micheli a cominciare dal servizio degli scuolabus fino ai bus pubblici: «Non potranno essere pieni oltre l’80%, la capienza massima è consentita solo se il percorso sarà contenuto entro i 15 minuti». I timori maggiori riguardano quindi l’impossibilità di avere il rischio zero e la consapevolezza che i casi positivi ci saranno, come già accaduto in diverse scuole che hanno riaperto i battenti dai primi di settembre. Addirittura in un asilo nido. Ma non solo, le incertezze maggiori arrivano proprio dal mondo della suola che teme di non essere pronto.
«Numerosi dirigenti scolastici segnala Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – ci hanno segnalato che le mascherine consegnate finora sono sufficienti solo per pochissimi giorni, dovendo essere distribuite anche agli alunni e non solo al personale. Inoltre non sono ancora stati forniti dati precisi sul numero di banchi effettivamente consegnati alle scuole: dalle poche notizie diffuse, sembrano essere pochi rispetto al numero totale di oltre 2.400.000 unità».

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