Scuola. Coi compagni a distanza, vince la gioia di ritrovarsi: “Diverso ma bellissimo”

Scuola. Coi compagni a distanza, vince la gioia di ritrovarsi: “Diverso ma bellissimo”. Alla fine ce l’hanno fatta. E dopo continui rinvii e timori legati prima all’emergenza sanitaria e poi a quella meterologica, 110mila alunni della città e della provincia sono rientrati in aula. In alcuni casi dimezzati, in altri nei banchi monoposto, in ogni caso provvisti di gel e mascherine. Gli occhi sorridenti dei più piccoli, felici di incontrare i compagni di classe e di ritornare a una sorta di normalità, hanno fatto da contraltare all’ansia dei genitori, molti dei quali ancora scettici sull’organizzazione degli istituti. «Ma prima o poi bisognava iniziare – sottolinea Giuseppina Landi, mamma di Giovanna, alunna del liceo Da Procida – Certo, la paura è tanta, perché i contagi stanno aumentando giorno per giorno e basta una leggerezza a trasformare le scuole in bombe a orologeria».
NEI LICEI Ad avere la consapevolezza che quest’anno il suono della campanella resterà impresso nella memoria in misura differente rispetto al passato, sono stati naturalmente i più grandi. «Si è respirato un clima strano – racconta Gianmaria Vigorito, 15 anni, alunno della IIIF del liceo classico Tasso – Eravamo tutti un po’ preoccupati nel confrontarci con le misure di sicurezza. In aula si è perso il contatto fisico tra amici e professori e anche le relazioni con gli altri ragazzi dell’istituto dovranno essere rimodulate». La pensa così anche Claudia D’Ambrosio della IID del liceo classico De Sanctis: «Ero molto ansiosa – spiega – sebbene il mio primo giorno sia stato in remoto, dal momento che la nostra scuola ci ha divisi in gruppi. Domani (oggi per chi legge, ndr) sarò fisicamente in aula e non vedo l’ora di rivedere tutti. Dovremo imparare a stare insieme in modo diverso». Per Claudio e Delfina Santoro, allievi della IH del Tasso, è stato un debutto: «Stiamo iniziando a conoscere i nuovi amici – dice Delfina – Sono felice di aver messo piede in aula, la didattica a distanza funziona fino a un certo punto, mentre le lezioni in presenza sono più efficaci». Nessuna ansia per Claudio: «L’atmosfera mi è sembrata tutto sommato normale, ci prepariamo ai test di inglese. Per il resto tutti hanno rispettato i protocolli per evitare il contagio da Covid-19». Porte aperte anche alla Carlo Alberto Alemagna, che si è rialzata a tempo di record dopo i danni subiti dal maltempo: qui la dirigente Raffaella Izzo ha voluto rassicurare bambini e genitori, forte di un lavoro di preparazione operato nei mesi scorsi affinché tutto fosse perfetto. Al Giovanni XXIII, dove invece un dipendente è risultato positivo, la dirigente Daniela Novi ha optato per la didattica digitale integrata, rimandando a tempi migliori il famoso alzabandiera che da anni caratterizza l’istituto nautico cittadino.
ALLE ELEMENTARI E MEDIE I più gioiosi sono stati i più piccoli. Francesco Iorio, sette anni, alunno della IID della Medaglie d’Oro, era entusiasta: «È andato tutto benissimo. Abbiamo studiato i saluti nelle altre lingue e una filastrocca. Portare la mascherina non mi pesa, ormai ci siamo abituati». Idem per Antonio Miniaci, dieci anni, alunno della scuola Nicola Abbagnano: «Abbiamo qualche banco singolo e qualcuno dove ci hanno sistemati a due ma distanziati di un metro. Ci stiamo abituando alle regole e alla fine non è tanto difficile. Per me è stato bellissimo rivedere tutti». A frequentare lo stesso istituto anche Antonio Petrosino della prima I. «Siamo tredici, tra cui quattro bambini nuovi. Le professoresse ci hanno chiesto che cosa avevamo fatto nei mesi dell’emergenza e ci hanno detto le regole da seguire: dobbiamo infilare zaino e giubbino in un bustone, non possiamo prestare nulla ai compagni e tutti i quaderni e i colori devono avere un’etichetta con il nostro nome. Come primo giorno è stato un po’ diverso dal solito, ma comunque bello». Sara Spagnuolo, che frequenta la scuola media Pirro, ammette di aver tenuto sempre la mascherina per prudenza, mentre sua sorella Angela, allieva dell’Istituto Santa Teresa del Bambin Gesù, si è goduta l’abbraccio virtuale con le amiche. «Da mamma sottolinea Gabriella Monetta ho vissuto questo primo giorno con un po’ di tensione, perché l’andamento dei contagi fa paura. Ma sono stata anche molto emozionata perché le mie figlie attendevano con ansia questo momento».

Fonte Il Mattino

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