Positano. La nuova favola di Giuseppe Rispoli: “Michelone”, il venditore di sogni e di felicità segui la diretta

Positano. Un altro appuntamento con le favole dell’attore Giuseppe Rispoli. Il protagonista della 38esima favola si chiama Michelone ed è un venditore ambulante di giocattoli, un venditore di felicità e di sogni. Come al solito non vi sveliamo la trama della storia ideata dalla fantasia e dalla bravura di Giuseppe perché lasciamo a voi il piacere di ascoltarla con attenzione. Ma la sua favola, come sempre, ci fa riflettere su tematiche importanti che fanno parte della nostra vita e che troppo spesso non siamo più capaci di vedere. Il racconto di oggi ci parla dei bambini e della loro capacità di essere felici con poco ed il messaggio è quello di fare in modo che noi adulti possiamo proteggere sempre i più piccoli e la magia del loro mondo. Ma un messaggio nascosto è rivolto anche a noi grandi affinché ognuno di noi conservi sempre la sua parte bambina, conservi la sua capacità di vedere la magia nelle piccole cose e di cercare la felicità nella semplicità. La vita con i suoi ritmi frenetici e le sue preoccupazioni rischia di assorbirci troppo privandoci di un aspetto fondamentale, quello del gioco. Eh sì… perché anche gli adulti hanno il diritto di giocare, di sognare, di ritagliarsi uno spicchio di felicità, un angolo colorato in cui rifugiarsi ogni tanto per riprendere fiato, per riposarsi quando la vita quotidiana diventa troppo pesante e rischia di spegnerci il sorriso. Dovremmo tutti ogni tanto tornare bambini, quando anche noi aspettavamo con gioia l’arrivo di una festa o di una ricorrenza per poter ottenere il giocattolo che tanto avevamo desiderato. Era una vera e propria conquista perché per poterlo stringere tra le mani avevamo atteso con pazienza e quando finalmente riuscivamo ad ottenerlo ci sembrava la cosa più bella al mondo, anche se si trattava di una semplice bambola di pezza o di una pallina con cui giocare nei pomeriggi assolati. Forse quello che si è perso in questi tempi moderni è proprio questo, la capacità di saper aspettare, di desiderare fortemente qualcosa ma sapere di non poterla ottenere subito ma doversela anche meritare. L’attesa… è proprio questo che trasforma una bambola di pezza nell’oggetto più prezioso, ancor più di un videogioco o uno smarthpone ottenuto alla prima richiesta ed al primo capriccio. Ed allora torniamo ad essere anche noi bambini, torniamo a desiderare qualcosa prima di farla nostra, torniamo ad impossessarci della felicità che risiede nelle piccole cose. Perché, come scriveva qualcuno, non si smette di giocare quando si diventa grandi ma si diventa grandi quando si smette di giocare.

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