Positano, la favola di Giuseppe Rispoli “O carusiello”. Quando l’attesa era magia… segui la diretta

Torna l’appuntamento tanto atteso con le favole di Giuseppe Rispoli. Anche quella narrata oggi nasconde una pillola di saggezza e ci aiuta a riflettere. Nella sua favola odierna Peppe ci parla del “carusiello”, ovvero il salvadanaio che da piccoli abbiamo avuto quasi tutti, custodito gelosamente in un angolo della cameretta e dove, appena si poteva, mettevamo qualche soldino in attesa di poterlo riempire. Non era solo un freddo contenitore di monete, perché insieme a quei pochi spiccioli ogni volta si mettevano al suo interno i sogni ed i desideri.

In tanti con quel salvadanaio abbiamo imparato il valore del risparmio, l’importanza di non spendere subito quella monetina ma di conservarla sapendo che alla fine avremmo avuto a disposizione un piccolo tesoro da poter utilizzare per esaudire un desiderio, per regalarci un qualcosa che tanto sognavamo ma che non osavamo chiedere ai nostri genitori.

Erano tempi diversi, i bambini erano abituati a non ottenere tutto e subito. Scoprivano che la preziosità delle cose risiede nel loro essere attese e desiderate per tanto tempo. E si correva con la fantasia a quando quel tanto desiderato oggetto (spesso un giocattolo) sarebbe stato finalmente tra le proprie mani e nel frattempo si aspettava e si risparmiava per poter raggiungere la cifra giusta per poterlo finalmente portare a casa.

I salvadanai esistono ancora, ma non sono più gli stessi di una volta. Quelli di prima erano scrigni inaccessibili e per poter accedere al prezioso contenuto dovevi solo romperli in mille pezzi. Adesso i salvadanai di creta sono diventati rarissimi, sostituiti da quelli di mille colori e mille forme con una caratteristica però ben precisa, quella di non dover più attendere così a lungo perché basta togliere il piccolo coperchio per accedere al contenuto o parte di esso. Quel piccolo coperchio interrompe la magia dell’attesa.

I salvadanai in realtà si sono solo adeguati ai nostri tempi. Quanti di noi adulti abbiamo ancora un salvadanaio a cui affidare i nostri sogni? Forse in pochi. Crediamo di non averne più bisogno perché abbiamo tutto, sicuramente abbiamo troppo. Non siamo più abituati ad aspettare qualcosa o qualcuno, vogliamo tutto e subito. E questo porta a non accontentarsi più di nulla perché appena ottenuto quello che volevamo cominciamo immediatamente a desiderare qualcosa di diverso e di più grande, invece di assaporare la gioia di quello che abbiamo tra le mani. In questo modo tutto diventa facilmente sostituibile, cose e persone. Abbiamo perso la gioia dell’attesa, abbiamo perso la magia.

Il finale della favola di Giuseppe ci parla poi di un bene più prezioso e, come spesso ci ha abituato, ci parla di sentimenti. Ma questo ovviamente non ve lo sveliamo lasciando che siate voi a poterlo ascoltare dalla voce dell’autore.

Ma il consiglio che sentiamo di darvi è quello di acquistare un piccolo salvadanaio e posizionarlo in un angolo della casa. Ogni tanto mettete una monetina e nel frattempo riscoprite la gioia di aspettare di riempirlo per potervi regalare un qualcosa che desiderate. E’ vero, potreste aprire il portafoglio è comprarla anche subito ma poi diteci se è la stessa cosa, diteci che sapore ha l’attesa e la magia… Non hanno prezzo e ci riempiono il cuore…

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