Piano di Sorrento. La festa della Madonna nella Cappella di San Liborio ai tempi del Covid. L’emozionante racconto di Luigi Iaccarino

Piano di Sorrento. Oggi, nella Cappella di San Liborio, si festeggia la Nascita della Madonna anche se in forma diversa a causa delle restrizioni del Covid. Riportiamo l’emozionante racconto di Luigi Iaccarino, ex sindaco di Piano di Sorrento e profondo conoscitore delle tradizioni locali, da sempre legato a questa piccola cappella ed alla sua storia. Leggiamo con attenzione le sue parole.

8 SETTEMBRE : ‘a nasceta dda Maronna
Le piccole campane non si fermavano mai in un’armonia di suoni a gloria per annunciare, alla vigilia, la festa dedicata alla Madonna ed alla sua venuta al mondo. La Cappellina di San Liborio accoglie sul suo altare un quadro risalente al 1800, certamente di fattura non preziosa, ma che per tanti ha rappresentato un punto di riferimento e di invito alla preghiera. Il dipinto è dedicato alla Madonna delle Grazie, denominazione originale della stessa Cappella, e riporta l’immagine di Maria con il suo Bimbo tra le braccia che siede gloriosa tra gli angeli e che sovrasta la figura di tre Santi riportati alla base della tela: al centro c’è San Gregorio Magno, Papa (un tempo l’antico rione si chiamava proprio San Gregorio) a sinistra San Francesco e a destra San Domenico, fondatori dei due più importanti ordini monastici del tempo.
Ebbene la Madonna in questo paesello non si festeggiava il 2 luglio, ma si onorava nel giorno della sua nascita : l’8 settembre. Era questa una ricorrenza attesissima, festeggiata e partecipata da tutta la borgata e dalle zone vicine. Una solenne novena precedeva il giorno della festa e già negli ultimi giorni di agosto la Cappellina veniva “tirata a festa”, pulizie straordinarie e addobbi non dovevano mancare e per il trono di Maria si raccoglievano per la campagna i profumatissimi gigli rosa che qualcuno chiamava proprio “‘e giglie dda Madonna” o chi invece li appellava in maniera più specifica ” ‘e giglie dda ‘Ddulurata”, titolo di Maria che si venerava a metà settembre. Comunque noi ragazzetti avevamo il compito di andare a raccogliere già per il 28 agosto questi gigli rosa presso i poderi di quei fedeli che li curavano con dedizione per offrirli alla Cappella per poter adornare l’altare per la festa della “nascita” della Madre del Creatore. Ci recavamo prima da Teresa ‘a cavalera, in Via Cesina e poi salivamo per un viottolo per raggiungere la Via Meta Amalfi e raccoglierne a grossi fasci da Teresa Ferraiuolo, moglie di Tatore ‘e Liella, da Bertuccio (Alberto Russo) e dalle due attempate signorine abitanti all’inizio di Via Artemano, che ci attendevano anche con tazzine ricolme di buone ciliegine sciroppate.
Per il 30 agosto, giorno di Santa Rosa, e giorno nel quale finalmente finiva il riposo, la Cappella era pronta e profumata dalla bellezza e dalla ricchezze di quei gigli; era il giorno di inizio della Novena e nonna Rosinella, che festeggiava il suo onomastico, ogni anno riceveva da alcuni parenti d’America un bellissimo fascio di fiori che mi affidava per portarlo in Cappella e da mettere davanti alla Madonna…un rito annuale che io ripetevo con fierezza e con grande senso di responsabilità. La Cappellina già dai primi giorni del novenario si riempiva di fedeli e se il “predicatore” era di “lusso”, come dicevano gli intenditori, ogni giorno si vedeva sempre più gente portarsi in Cappella. Purtroppo con il tempo e non so se forse realmente per una maggiore consapevolezza e uno spiccato senso critico nei riguardi di queste pie ed antiche usanze, come sostiene qualcuno, la novena si è ridotta ad un triduo e oltre a non esserci una partecipazione notevole alle funzioni non c’è neanche più chi va a raccogliere per le campagne i gigli rosa che, nonostante la nostra noncuranza, ancora fioriscono generosi sui cigli delle nostre campagne.
La festa della Natività di Maria SS.ma era seguita e vissuta intensamente come si legge anche nei resoconti economici che sono custoditi nel piccolissimo archivio della Cappella. Il Parroco Monsignore Nicola Ferraro nel “Conto della Cappella succursale di San Liborio” per l’anno 1917 annota che per la “Festa titolare della Nascita di Maria SS.ma celebrata l’8 settembre 1917 si son spesi lire 206, 45 centesimi” e di questi ben “lire 116,20 centesimi pagati per n.140 tortani di un rotolo e mezzo e n. 6 di due rotoli, in tutto rotolo 223 e mezzo e centesimi 52”. Si nota pertanto che l’usanza di distribuire per ogni famiglia il bel “tortano” di pane è di origine antichissima come universale è il segno di unità e di condivisione, di benedizione e di prosperità che rappresenta il pane nell’ambito delle usanze religiose e soprattutto quelle dedicate alla Madonna, che di pane nella sua madia per quel Figlio che cresceva ne avrà impastato in quantità copiosa.
Mentre scrivo mi distraggo ad immaginare e mi rendo conto che forse davvero son nato un po’ troppo tardi perché solo al pensiero del cercare di comprendere il significato di certi segni e la genesi di certi gesti mi ritrovo preso dalla commozione e da una sorte di carezza leggera, semplice ma coinvolgente.
Oggi è l’8 settembre e purtroppo a causa del Covid, ma anche di un assopimento generale, non sentiremo suoni di campane, nè profumi di gigli nostrani nè scopriremo l’abbondanza ed il profumo dei 100 e più “tortani” di pane che dovevano essere distribuiti per altrettanto famiglie, la nostra Cappellina però rimarrà aperta tutta la giornata per permettere a chi ancora sente questa esigenza di cielo, una sosta davanti a Gesù Eucarestia sotto gli occhi dolci della Mamma sua, per un grazie, un ‘alleluia, una richiesta. Troverà anche la cesta con piccoli “tortanelli di pane” che potranno essere presi, uno per famiglia, ed essere condivisi con chi si ama ma soprattutto con chi si sente lontano…saranno certamente più piccoli dei famosi “tortani”di un rotolo e mezzo, ma il loro profumo riporterà a pensieri di pace e di fedeltà. A sera alle 19,00 si reciterà il Santo Rosario, osservando ogni indicazione a salvaguardia della incolumità di ciascuno, con mascherina, distanziati ed in numero rapportato allo spazio a disposizione. Sarà un compleanno di Maria un po’ sottotono, ma certamente vissuto con fervore e convinzione da chi si lascia toccare ancora dalle cose semplici che guardano al futuro, ma che portano nel loro significato anche il sapore delle cose passate.
“Ave Maria, la tua venuta tra noi è stato uno dei Doni più grandi che Tuo Padre, che ti è anche Figlio, ha voluto fare a noi uomini; grazie soprattutto alla tua nascta e alla tua maternità riusciamo a scoprire tutta la bellezza ed il significato della Incarnazione di Tuo Figlio”.

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