Napoli, domani nessun bacio alla teca di San Gennaro

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Napoli. Il Cardinale Sepe ha annunciato le misure di sicurezza in occasione della cerimonia del miracolo di san Gennaro prevista domani 19 settembre. Le porte della cattedrale saranno aperte soltanto a 200 persone, all’esterno del Duomo verranno installati tre maxi schermi. Soprattutto, niente tradizionale bacio della teca, vietato a tutti.

Quali le ripercussioni sul rapporto tra i fedeli e il santo? La figura di san Gennaro ne uscirà più indebolita? A fare una riflessione per Il Mattino l’antropologo Marino Niola, che al santo ha dedicato più di uno studio.

Il san Gennaro day ai tempi del Coronavirus con tutti i limiti imposti sancisce un indebolimento del rapporto con la città, professore Niola?
«No, san Gennaro ne ha viste di peggio nella sua storia, tra eruzioni, terremoti, guerre ed epidemie più incontrollabili e micidiali, come la peste del Seicento che causò trecentomila morti. Una festa con accessi ristretti rende più responsabile il rapporto con il santo. Il cardinale ha fatto benissimo».

 

Anche a vietare il bacio?

«Viene prima la salvaguardia sanitaria della popolazione e poi il rispetto di una tradizione, che in un’epoca di emergenza è giusto sospendere. Chi è sinceramente devoto anche se non bacia la teca rimane devoto. Se poi il divieto di baciarla rende il fedele meno fedele, allora vuol dire che il suo culto è più vicino alla superstizione che alla religione. Ecco, da una situazione di emergenza può uscire indebolito il finto fedele, piuttosto».
Inutile per le vecchiette disperarsi di non poter dimostrare il loro affetto?
«Avere un rapporto fisico con l’aldilà significa cercare una autorappresentazione di sé molto forte e lusinghiera, volersi sentire una persona importante, il che è anche naturale per il napoletano, ricordiamoci che Troisi, in una scena famosa quando recitava nella Smorfia, per far capire di avere un rapporto ancora più confidenziale del solito con il santo lo chiamava Gennarino. I simboli sono potenti e riverberano il potere su chi gli sta più vicino. Quest’anno sarà una tragedia per il finto fedele e per il politico».

 

Il politico?
«Si sa che il bacio della teca è una passerella politicamente molto rilevante. Lo è dall’Ottocento, da quando i viceré di Napoli e i francesi come Championnet e Murat dopo la conquista della città, racconta Dumas, si fecero vedere vicino al santo in occasione della sua festa. I politici e i vari sindaci di Napoli che si sono ben inchinati a questa tradizione non hanno inventato niente di novo. Immortalare e rendere pubblico il bacio sulla teca, oggi con testimonianze fotografiche e video, ieri con articoli sui giornali e stampe, dimostra la vicinanza fisica a un miracolo famoso nel mondo e di rimando offre una visibilità e un’autorevolezza molto potenti, che trascendono, per il loro simbolismo, l’evento in sé».

 

Mai successo prima d’ora che il rito venisse modificato?
«Già si è verificato in altre situazioni di emergenza. Nell’anno del colera, il 1973, pure fu vietato il contatto fisico con la teca».

 

Non è che san Gennaro se la prende a male?
«Per capirlo valuterei il grado di liquefazione del sangue, da lì si può trarre un auspicio favorevole o meno, anche se di grave e inaspettato, dopo questa pandemia, non so cosa possa mai succedere. L’ultima volta che il sangue non si è liquefatto e ha portato male è stato nell’anno del terremoto».

 

Come deve essere il grado di liquefazione?
«Per valere come ottimo auspicio il sangue si deve sciogliere nei tempi giusti e nella corretta densità, deve essere né troppo liquido né troppo grumoso, questo è un importante fattore di predizione. Nel Settecento fu redatta un’elegia in latino secondo la quale ad ogni grado di liquefazione corrispondeva un segno positivo o negativo».

 

Insomma, le regole anti Covid non fermeranno il fascino del miracolo di san Gennaro?
«Una volta che sarà passato tutto i devoti torneranno alla tradizione storica come succede da tanti secoli a questa parte. Non sarà un anno di cambiamento del rito a spazzare via decenni di confidenza. Le tradizioni si possono per alcuni periodi modificare, anche sospendere, ma prima o poi tornano, più forti di prima. Gennarino vincerà anche questa volta».

 

Ma lei ci crede al miracolo?
«A tutt’oggi il fenomeno resta inspiegato. Si sa solo che una spettroscopia certifica la presenza di emoglobina nelle ampolle. In ogni caso, se anche il trucco dovesse esserci, il vero miracolo è che nessuno sia mai riuscito a scoprirlo».

Fonte: Il Mattino

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