Lavoratori stagionali del turismo, con il Decreto Agosto umiliati e sbeffeggiati?

Inconcepibile che siano rimasti esclusi dal bonus di Giugno e Luglio coloro che il 15 agosto 2020, data di entrata in vigore del Decreto,” improvvidamente” per qualche settimana o pochi giorni, esponendosi al Covid,sono stati titolari di un rapporto di lavoro ,benché  nei mesi precedenti non abbiano assolutamente lavorato.

Continua il calvario dei lavoratori stagionali che a quanto sembra, dagli ultimi provvedimenti di sostegno varati, sono stati abbandonati anche da un Governo che finora , sotto vari aspetti, si era dimostrato loro vicino.  Come è noto quello del turismo rimane il comparto tra i più danneggiati dai risvolti economici causati dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 ed a farne le spese in modo drammatico sono state le migliaia di centinaia di lavoratori a cui  normalmente già non viene  garantita una continuità occupazionale. Dopo i vari provvedimenti varati nei mesi scorsi a sostegno delle famiglie monoreddito da lavoro stagionale, rimasti senza alcuna entrata dopo il termine della Naspi a febbraio, con i bonus di  marzo, aprile e maggio (per un totale di 2mila e 200euro) che hanno dato una seppur minima boccata di ossigeno si attendevano con fiducia ulteriori  sostegni con il Decreto Agosto.  Ebbene a quanto pare quest’ultimo provvedimento, che prevede un bonus per i mesi di Giugno e Luglio e varato  dopo varie modifiche alla cifra da disporre per tale scopo ( si è parlato prima di un bonus da 1000euro per mese, poi da 600, infine si è disposto per una indennità onnicomprensiva di 1000euro).  A ben vedere però tale bonus (500 euro a mese) non è stato riconosciuto a tutti i lavoratori stagionali che nei mesi di giugno e luglio non hanno assolutamente lavorato sebbene rientranti nei requisiti già stabiliti precedentemente per i quali si sono potuti ottenere le indennità nei mesi precedenti. Infatti l’Articolo 9, comma 1 del Decreto prevede “una indennità onnicomprensiva a favore dei lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020, non titolari di pensione, né di rapporto di lavoro dipendente né di NASpI, alla data del 15 agosto 2020, di entrata in vigore del decreto-legge n. 104 del 2020. Detta indennità è pari a complessivi 1.000 euro. La medesima indennità, ai sensi del citato articolo 9, comma 1, è riconosciuta a favore dei lavoratori in somministrazione, impiegati presso imprese utilizzatrici operanti nel settore del turismo e degli stabilimenti termali, che abbiano cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020, non titolari di pensione, né di rapporto di lavoro dipendente né di NASpI, alla data di entrata in vigore del decreto-legge in oggetto, ossia il 15 agosto 2020. In modo chiaro e netto si lascia intendere che coloro che pur avendo i requisiti, per i quali si è potuto ottenere i bonus precedenti e pur non lavorando i mesi di giugno e luglio ma che ad agosto siano stati assunti dall’azienda, oppure siano stati impegnati per qualche settimana o pochi giorni , oppure paradossalmente nel solo giorno di ferragosto ovvero il giorno 15, che  il caso ha voluto far  corrispondere alla data di  entrata in vigore del Decreto, rimangono fuori dal bonus di Giugno e Luglio. Una situazione del tutto inverosimile, circa la quale coloro che hanno approntato  un tale provvedimento dovrebbero dare delle spiegazioni, possibilmente plausibili. Se in questi mesi si è tentato in tutti i modi, con vari provvedimenti, tra cui il bonus vacanze di sollevare il comparto almeno nei mesi di agosto e settembre, bisognava tenere conto che una parte dei lavoratori sarebbero stati impegnati in tale compito per qualche mese oppure per qualche giorno. Gli stessi lavoratori che però nei mesi precedenti erano completamente ridotti alla fame e spesso indebitati per sopravvivere. Risulta pertanto inequivocabile che  in attesa di qualche ulteriore aiuto del governo (che sia ben chiaro non risolve assolutamente tale drammatica situazione) per pagare qualche bolletta oppure semplicemente per sfamare la famiglia, chiamati dall’azienda, ci si è prestati a lavorare nel mese di agosto compreso il giorno 15 (poi se non si riesce a lavorare nel turismo nel giorno di ferragosto sarebbe interessante che qualcuno dal Governo indicasse quando lo si può fare!). Un provvedimento quello inserito nel Decreto Agosto che invitava in effetti a starsene a casa nell’unico mese del 2020 che il Paese ha prodotto, nel settore del Turismo. Lasciare pertanto fuori dal bonus Giugno-Luglio coloro che, rischiando la propria salute e quelle dei familiari, hanno contribuito che tante aziende fossero aperte, risulta essere una vera e propria vigliaccata.  In particolar modo se si pensa che sono stati elargiti bonus vacanze per lo più a gente senza alcun reddito e senza arte e né parte ma  talvolta muniti di auto di lusso. Gente  che hanno potuto usufruire di una vacanza pagata completamente dallo Stato, ovvero anche dagli stessi lavoratori che da anni con sacrifici ormai insopportabili trainano un comparto fondamentale per l’economia nazionale come il turismo. mentre una buona parte di tali fondi potevano essere elargiti direttamente alle famiglie dei lavoratori. La speranza rimane che il Governo e la Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo  si adoperi per modificare tale provvedimento (considerando che alle porte si presenta un inverno  che sotto vari aspetti per i lavoratori del turismo si prospetta indecifrabile) mostrando un minimo di riconoscenza a coloro che invece di starsene a casa ,rifiutando il lavoro di agosto, sono stati impegnati seppure per qualche settimana nelle aziende, esponendosi pericolosamente al Covid 19. Permettendo in tal modo al turismo italiano di dire, sebbene in minima parte, la sua anche in questa stagione cosi anomala in modo da sperare per un 2021 diverso.  – 30 settembre 2020 – salvatorecaccaviello.

 

Commenti

Translate »