Castellammare di Stabia, i giovani che picchiarono il carabiniere chiedono di tornare liberi

Castellammare di Stabia, i giovani che picchiarono il carabiniere chiedono di tornare liberi. Sono in carcere da più di un mese, hanno annunciato una lettera per chiedere scusa alla vittima e alla città, e ora chiedono di lasciare la cella e tornare a casa. Sono i sei aggressori che la notte dello scorso primo agosto hanno pestato il carabiniere Giovanni Ballarò in villa comunale a Castellammare di Stabia e nei prossimi giorni sfileranno davanti ai giudici del Riesame. A chiedere la scarcerazione sono: Ferdinando Imparato (27 anni), Giovanni Salvato (22 anni), Pio Lucarelli (20 anni), Antonio Longobardi (47 anni), Carmine Staiano (23 anni), ai quali si aggiunge Pasquale D. M. (17 anni). E Manuel Spagnuolo (42 anni), che misteriosamente non partecipò al pestaggio ma è accusato di aver rubato il borsello del militare che era rimasto a terra privo di sensi.

I sei aggressori hanno ammesso le loro responsabilità davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, Valeria Campanile, e preannunciato di voler firmare una lettera pubblica per chiedere scusa all’intera città di Castellammare di Stabia, che ha subito un altro grave danno d’immagine a seguito di quel pestaggio. Oltre a garantire di essere disposti a risarcire la vittima.

Il gravissimo episodio di violenza si è verificato sabato primo agosto, all’una di notte. Giovanni Ballarò, appuntato siciliano da quasi un decennio in servizio tra Sant’Antonio Abate e Gragnano, sta passeggiando in villa comunale a Castellammare di Stabia assieme alla moglie e alcuni familiari arrivati da Milazzo per trascorrere qualche giorno di vacanza in città, quando vede due gruppi di ragazzi litigare per un incidente tra scooter. Il militare si accorge che la situazione sta degenerando e interviene per riportare la calma, ma finisce subito nel mirino dei violenti. Ballarò si qualifica, comincia a identificare i primi giovani, prende il cellulare e firma i protagonisti di quella rissa seguendoli telefono in mano fino all’incrocio con Corso Vittorio Emanuele quando tentano di allontanarsi.

L’impegno del militare scatena la reazione violenta del branco. Il carabiniere viene travolto da uno scooter – con tre persone in sella – che lo scaraventa a terra. Il delinquente alla guida tenta di schiacciarlo con la ruota, ma Ballarò riesce ad alzarsi e prova a difendersi. Ai tre aggressori si aggiungono almeno altre tre persone. Il militare finisce in balia del branco, che lo picchia con calci, pugni e a colpi di casco alla testa. A un certo punto uno degli aggressori afferra addirittura il tavolino in alluminio di una paninoteca della zona e lo centra alla tempia, facendogli perdere conoscenza. Giovanni Ballarò finisce a terra privo di sensi e in una pozza di sangue. Solo in quel momento alcuni giovani di passaggio tentano di allontanare i componenti del branco, mentre i familiari del carabiniere gli prestano i primi soccorsi. Viene allertata anche un’ambulanza che a causa del traffico impiega quasi mezz’ora per raggiungere Piazza Principe Amedeo. Il personale del 118 capisce che le condizioni di Giovanni Ballarò sono gravi e lo trasportano d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo dove resta ricoverato per quasi una settimana. Le indagini lampo dei carabinieri consentono di individuare i componenti del branco e arrestarli.

Fonte Metropolis

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