Campania, scuole e dirigenti si arrendono: “Distanziamento impossibile”

Le scuole si arrendono e i presidi pure. In Campania la situazione è di totale emergenza, da Castellammare a Torre del Greco, Torre Annunziata e i paesi vesuviani. In penisola sorrentina slitta il rientro, a Piano di Sorrento due volte e si torna in classe il 30 per la festa patronale. L’emergenza più grave è a Pompei. Ecco tutti gli scenari di caos e disagi per la riapertura dei plessi scolastici campani, lo raccontano Susy Malafronte e Francesca Mari per il quotidiano Il Mattino in edicola oggi.

Mentre una scuola paritaria di Napoli, la Sacro Cuore Sasc di Capodimonte, ha chiuso i battenti dopo pochissimi giorni: tre bambini sono infatti stati trovati positivi al Covid. Un primo assaggio di quanto rischia di accadere a macchia di leopardo in questo anno scolastico che si annuncia tormentatissimo.

A Pompei, il commissario prefettizio Santi Giuffrè è letteralmente assediato dai dirigenti scolastici che chiedono di rinviare l’avvio delle lezioni: sulla sua scrivania decine di lettere in cui si dice che «manca tutto». Giuffré non ha firmato ordinanze, preferendo rivolgersi alla Direzione regionale che però al momento non ha autorizzato cambiamenti. Si partirà il 24 oppure il 28? Insegnanti, alunni e genitori lo scopriranno solo vivendo. Di certo c’è che il 90 per cento degli istituti scolastici pompeiani sono sede elettorale, da sanificare adeguatamente dopo le operazioni di voto. E non solo. «Il personale Ata è insufficiente e con troppe mansioni. Mancano gli spazi per distanziare gli alunni. Mancano addirittura gli elenchi degli iscritti per calendarizzare le turnazioni. Per non parlare della connessione internet a disposizione nelle scuole, troppo lenta per programmare lezioni da casa in alcuni giorni della settimana», elencano i dirigenti nelle loro lettere. Sono lettere scritte in modo autonomo, ciascuno nel proprio ufficio, senza nessun accordo. Ma sembrano lettere fotocopia. Qualcuno dei dirigenti, incapace di trovare soluzioni, sta valutando la possibilità di rassegnare le dimissioni. Una mamma su Facebook ha scritto: «Potevano rimandare le elezioni ma non le lezioni. Di un sindaco possiamo farne a meno, per ora. Dell’istruzione no!».
A Torre del Greco il posticipo al primo ottobre, da ordinanza di giovedì del sindaco Giovanni Palomba, si è reso necessario sì per l’esigenza di sanificare per bene gli ambienti dopo le elezioni, ma anche per la necessità di risolvere il problema della mancanza di spazi per accogliere in massima sicurezza la grande platea di alunni. Oltre che per la consegna degli arredi, come i banchi monoposto, che è già iniziata ma potrebbe proseguire per giorni. In affanno sono soprattutto alcune scuole periferiche come il plesso Chiazzolelle dell’I.C. «Angioletti» e l’I.C. «Falcone Scauda», per la mancanza di aule idonee a rispettare il metro di distanza. L’assessore comunale alla Pubblica istruzione, Enrico Pensati, è al lavoro da agosto per sciogliere alcuni nodi burocratici. Non potendo usufruire del fondo pubblico di oltre 500mila euro per interventi a scuola, poiché bisognava rendicontarli entro il 31 dicembre, il Comune ha utilizzato i fondi dell’assessorato per interventi manutentivi che dovrebbero ovviare anche a problemi di spazi. È stato inoltre lanciato il bando per l’affitto di strutture private in cui i ragazzi potranno fare lezione: hanno aderito la Colonia di Sant’Antonio, la casa di riposo Villa del Sole, il complesso religioso dei Padri Redentoristi, il Multisala Cinema Corallo e la scuola privata La Ginestra, strutture che saranno disponibili in tempi diversi. Al plesso Chiazzolelle intanto le mamme sono in rivolta perché alla riapertura sono previsti turni di soli tre giorni a settimana: su questo avranno un incontro con la nuova dirigente Maria Rosaria Priore. «Stiamo facendo il possibile – dice l’assessore Pensati – per aprire in sicurezza, risolvendo prima i casi più critici. Abbiamo inoltre iniziato a ritirare tutti gli ingombranti dalle scuole, a breve termineremo con la rimozione».

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