Renzo Arbore ricorda i tempi passati tra Positano e Praiano. Sull’Africana: “La chiusura della discoteca mi provoca tanta tristezza”

Renzo Arbore ricorda i tempi passati tra Positano e Praiano. Stefania Capobianco per La Città di Salerno, ripercorre i tempi di Scisciò, Giugiù, Mimì, Cocò, un gruppo di attempati dongiovanni alla conquista della fanciulla più bella di Positano, i “Leoni al sole” del regista Vittorio Caprioli. Era la generazione degli appassionati sorrentini e positanesi della prima ora, che nei favolosi anni ’60 si recavano in costiera dove avrebbero vissuto giornate spensierate bruciati dalla salsedine marina, abbandonati alla vita spensierata e gaudente, alle avventure sentimentali, più vagheggiate che realmente vissute, al cui ricordo avrebbero sorriso molti anni dopo.

Erano anche gli anni di mete agognate, cornici di un divertimento notturno esclusivo e raffinato, come quella dell’Africana Famous Club, una grotta a picco sul mare trasformata dalla brillante mente di Luca Milano nel harem della movida internazionale. Pochi passi verso l’entrata e si perdeva memoria del mondo fuori, dei doveri, delle responsabilità, ci si spogliava del vivere quotidiano per entrare nella magia della mondanità. Era la magnifica giovinezza di Renzo Arbore che prendeva la sua 500 e da Roma si metteva in viaggio per andare in costiera, quel locus amoenus che gli sarebbe entrato nel cuore e non sarebbe svanito più.

«Per noi l’Africana era un sogno irraggiungibile, il posto chic per eccellenza, meta di personaggi del calibro di Jacqueline Kennedy e di Gianni Agnelli», afferma Renzo Arbore. «Io e i miei amici centellinavamo i soldi per raggiungere una cifra sufficiente per poter pagare la consumazione così da entrare all’Africana. Una volta arrivati, ebbri di eccitazione per essere lì, dopo aver percorso un pezzettino di strada a piedi ecco che che entravamo in un altro mondo. Eravamo in paradiso, il più bel paradiso che potessimo immaginare, reso speciale dalla bellezza della costiera e dall’unicità del locale. L’Africana era una grotta stupenda e in questa grotta c’erano addirittura le orchestrine. Noi eravamo quelli del night, come c’erano all’epoca a Capri, Ischia, Procida, Napoli. A quel tempo questi gruppi che suonavano sull’amalfitana erano composti da bravissimi musicisti, come Peppino di Capri. Quello era lo stile».

L’estate del 2020 vedrà per la prima volta dopo tanti anni chiuse le porte dello storico locale. Un sogno infranto?
“Questa chiusura provoca sicuramente tanta malinconia e tristezza. Oggi l’Africana è una discoteca e rispettare le misure di sicurezza non è affatto facile. Comprendo la posizione del proprietario del locale e la responsabilità morale manifestata a favore dei collaboratori e degli ospiti, ma nel cuore ho impresso i fasti dell’epoca e saperlo oggi chiuso mi fa pensare che sarebbe stato bello vedere l’Africana sotto una nuova veste, più vicina a quella del passato”.

Quando parla dell’Africana e della costiera, la sua voce è carica d’emozione…
“Ho girato le coste di tutto il mondo e torno sempre qui, nella Costiera Amalfitana perché non c’è riviera più bella di quella che da Salerno arriva a Punta Campanella. È un territorio magico e l’Africana era una tappa obbligatoria, che forse dovrebbe essere trasformata in un altro posto ma certamente in un luogo magico”.

È ormai fissata la riapertura per l’anno prossimo. Le piacerebbe varcare nuovamente quella soglia, come tanti anni fa?
“Sarebbe un tuffo nel passato che farei con grande gioia. Mi sento cittadino di questa terra e torno sempre volentieri. Sul palco della grotta mi sono esibito per i miei amici e per le persone che iniziavano a conoscermi. Dopo le serate spesso andavo a Conca dei Marini, poi a Cetara e a Furore dove ora riposa Luciano De Crescenzo. Con lui condividevo questo profondo amore per la Costa d’Amalfi. Parlavamo sempre di questo posto e immancabilmente in primavera facevamo un giro per sentire il profumo dei limoni. Ce l’ho proprio nel cuore. È un posto bellissimo, il più bello del mondo. Il 2 Agosto sarò con l’Orchestra Italiana a Portici e il 4 Agosto a Piano di Sorrento. Un modo per tornare lo trovo sempre…». Come per il film “Leoni al sole”, in cui alla fine della stagione estiva, con lo spopolarsi delle spiagge, ognuno torna alla propria vita, alla propria quotidianità, l’Africana chiude le porte in attesa di una nuova estate, all’insegna della libertà e della voglia di vivere, senza restrizioni o mascherine, al suono della buona musica, vecchia e nuova e di quel contatto fisico di cui il popolo del Sud necessita per sentirsi vivo”.

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