Praiano, Nicoletta Braschi in costa d’Amalfi: la “musa” di Benigni ospite all’Hotel Costa Diva

La costiera amalfitana non smette mai di stupire nonostante l’emergenza sanitaria che ha paralizzato perfino i luoghi turistici più incantevoli d’Italia.

Dopo l’incetta di vip a Positano, sia a Ferragosto che non, questa è la volta di Praiano, con l’Hotel Costa Diva ad ospitare una delle più apprezzate attrici e produttrici cinematografiche, si tratta di Nicoletta Braschi (in foto con Filippo Milo). La moglie e musa di Roberto Benigni, infatti, si è concessa alcune ore di svago in uno degli alberghi più famosi di Praiano. Non sappiamo se la Braschi si trovasse nella diva costa per lavoro o per svago, ma una cosa è certa, l’attrice dedicherà le prossime ore ad un tour della costa d’Amalfi e delle sue perle, probabilmente nella limitrofa città verticale.

Per sua stessa ammissione Nicoletta ha avuto un’infanzia e un’adolescenza piena di immagini: tanto cinema, molta televisione e una voglia incontenibile di dar forma ai suoi sogni attraverso l’interpretazione. Ottiene così il permesso di trasferirsi a Roma alla fine degli anni ’70 per tentare il concorso d’ammissione all’Accademia d’Arte Drammatica. Lo supera e già nel 1980 debutta in teatro con “Tutti al macello” di Salvatore Cardone. Tra gli amici che frequenta c’è Roberto Benigni: “Avevo cominciato da poco l’accademia – racconta – e con lui condividevo la passione per i film, per i libri, per il teatro. Quando ho conosciuto Roberto abbiamo continuato insieme quel percorso. Abbiamo iniziato a fare cinema e inconsapevolmente trattenevamo ciò che ci piaceva, come le commedie americane dei più grandi registi”. I due lavorano infatti insieme già nel 1983 in “Tu mi turbi” diretto da Benigni che, nel primo episodio, veste i panni di un pastore che confessa al piccolo Gesù il suo amore per Maria (Braschi).

Da quel momento faranno coppia fissa, benché si sposino solo nel 1991, in gran segreto, il 26 dicembre in un convento. Per sua scelta la carriera cinematografica di Nicoletta Braschi rimane indissolubile da quella del marito che ne fa un’icona progressivamente cesellata da “Il piccolo diavolo” a “Johnny Stecchino”, da “Il mostro” a “La vita è bella” del 1997 e poi nei film successivi.

Ogni volta Benigni la rappresenta come una creatura angelica, un ideale di dolcezza e bellezza che costituisce il polo positivo del suo universo poetico.

Commenti

Translate »