Penisola sorrentina, troppe barche. La Capitaneria: “Campi boe indispensabili”

Troppe barche in movimento, le ancore salpano i fondali e distruggono tutto, solo le boe di ormeggio posso garantire una convivenza ambientalmente sostenibile con i fondali. Che sia questa la strada da seguire, specialmente per zone di altissimo pregio, come tantissime località della costa campana, lo dice a chiare lettere anche il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, ammiraglio Giovanni Pettorino. «Per luoghi di altissimo pregio naturalistico come le isole del Golfo di Napoli sono ormai indispensabili i campi boe. Questa estate – ha aggiunto – molti hanno scelto la barca per garantirsi il distanziamento e la sicurezza sanitaria ma aumentando a dismisura il numero di unità da diporto concentrate in zone con ecosistemi marini unici e molto fragili e bisogna porvi rimedio».

L’APPELLO

La visita alle isole di Ischia e Procida si è conclusa con una vera e propria esortazione ai sindaci. «Bisogna andare avanti su questa strada, i primi cittadini possono contare sulla collaborazione dell’Area Marina Protetta e del suo direttore, che vanta una esperienza specifica nella gestione dei campi boe».
Già, un’esperienza straordinaria. Antonino Miccio prima di assumere la direzione dell’Area Marina protetta Regno di Nettuno, è stato direttore dell’Area Marina protetta di Punta Campanella e tra i suoi tantissimi risultati c’è proprio il campo boe Le Mortelle, a poche centinaia di metri dalla baia di Ieranto e dalla spiaggia di Marina del Cantone. Sono quaranta le boe istallate e si possono utilizzare pagando dieci euro ai ragazzi che prestano servizio proprio al campo boe.
«È stata una esperienza – dice Miccio – particolarmente positiva. Abbiamo generato un servizio e, cosa ancora più importante, abbiamo salvaguardato un tratto di costa di pregio assoluto».
Proprio l’esperienza fatta a Punta Campanella è alla base dei progetti futuri che Miccio ha per il Parco Marino Regno di Nettuno. «Abbiamo individuato aree a Ischia e a Procida dove i capi boa potrebbero essere particolarmente utili a salvaguardare i preziosi fondali e a favorire la nautica da diporto finalizzata alla balneazione. Da calcoli già effettuati in questo parco si potrebbero istallare un migliaio di boe con enormi benefici per l’ambiente. Ogni giorno sono migliaia le barche che utilizzano le ancore provocando danni rilevantissimi. Una situazione cui bisogna porre rimedio e per questo stiamo lavorando e siamo in contatto con il ministero dell’Ambiente».
La conferma che la strada è questa è arrivata anche dall’ammiraglio Pettorino e questa è sicuramente una spinta ad andare avanti con decisione. «Ringrazio l’ammiraglio Pettorino e, come sempre, l’apporto tecnico delle Capitanerie di porto sarà determinante al nostro fianco».
La strada da percorrere, comunque, è ancora lunga. «Purtroppo ci scontriamo con la scarsa disponibilità dei fondi a disposizione. Con il ministero dell’Ambiente vorremmo procedere a stilare una scaletta di priorità in modo da partire con le prime istallazioni al più presto possibile. I campi boa consentono di difendere questa coste straordinariamente belle e, contemporaneamente, consentono un godimento pieno è sicuro del diporto».

LE INSTALLAZIONI

I campi boa vengono istallati calcolando attentamente le distanze tra una boa e l’altra. Ogni imbarcazione ormeggiata, deve avere la possibilità di ruotare intorno all’asse della boa senza avvicinarsi a quella della boa vicina anche libera di ruotare.
«Dal punto di vista tecnico – spiega Miccio – le distanze si calcolano in modo da poter ospitare in sicurezza barche di dimensione diverse. Anche la posa dei corpi morti viene fatta rispettando al massimo i fondali: la posa viene guidata da sommozzatori professionisti in modo da impattare il meno con i fondali».
I campi boa potrebbero essere particolarmente utili anche a Capri. L’isola ogni giorno è costretta a sopportare un traffico notevolissimo di barche da diporto. Proprio per questo, associazioni ambientaliste come Marevivo, sono impegnate a chiedere l’istituzione del Parco Marino anche a Capri. D’altro canto lo stesso ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha più volte ripetuto che anche Capri avrà il suo Parco Marino.

Antonino Pane, Il Mattino

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