Genova. Le parole dell’architetto Renzo Piano all’inaugurazione del Ponte San Giorgio da lui progettato: “Mi auguro che il ponte sia amato”
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Genova. Toccante il discorso dell’architetto Renzo Piano in occasione dell’inaugurazione del Ponte San Giorgio, costruito sul progetto che lui ha voluto donare alla città ligure per ridare in breve tempo a Genova il suo viadotto, dopo la tragedia del crollo del Ponte Morandi avvenuta due anni fa. Renzo Piano ha parlato in modo accorato della sua creatura: “Oggi è un giorno di intensa commozione. Questo ponte è figlio di una tragedia, di un lutto. E certi lutti, certe tragedie, non si possono dimenticare, si elaborano, si metabolizzano, ma restano imprigionate nelle nostre coscienze. Diventano l’essenza stessa di quello che noi saremo. Qui, in questo posto, ci siamo tutti smarriti due anni fa per lo sgomento di questa tragedia e qui oggi ci ritroviamo per ringraziare chi ha costruito il ponte con rapidità ma senza fredda. Io ho contribuito, ho dato l’idea, l’idea di un ponte che attraversi piano piano la valle, passo per passo, in silenzio, quasi chiedendo permesso. Un ponte che sia come una nave, un grande vascello bianco che attraversa la valle. Però poi bisognava costruirlo questo ponte. Ed è qui che è uscita la forza e l’energia straordinaria di questo paese. Abbiamo avuto più di mille persone, dai commissari fino ai più modesti manovali. E’ stato il più bel cantiere che abbia avuto in vita mia. Dobbiamo riconoscenza a tutti. Alla fine di una fatica ciascuno si aspetta una piccola perla come premio per la fatica. Ecco, questa perla sia la riconoscenza. Siamo sospesi tra il cordoglio di quella tragedia e l’orgoglio di aver ricostruito il ponte. Si è parlato di miracolo, ma non credo che si debba parlare di miracolo. Non c’è stato nessun miracolo. Semplicemente qui è successa una cosa bellissima, il Paese ha mostrato la sua parte buona. C’è stata una grande competenza, una grande energia, una grande generosità. Costruire non ci dà un miracolo ma un po’ di magia sì. Ci vuole un po’ di magia, perché costruire è partire da qualcosa che non ha forma e dargliela. Costruire è una cosa bellissima, è l’opposto di distruggere. Costruire un ponte è un gesto di pace. Io auguro a questo ponte di essere amato ed adottato dalla gente, diventi rapidamente parte della loro esistenza quotidiana. E credo che avverrà, credo che sarà amato, perché questo ponte è semplice e forte, come questa città. Sarà amato perché questo ponte gioca con la luce. Quando si arriva su questo ponte dalle regione del Nord si scopre la luce del mare, sopra questo ponte tutti scopriranno la luce del Mediterraneo. E quella luce gioca con questo ponte, gioca sotto, gioca sulle forme curve, sulla carena della nave. E gioca anche col vento. C’è una poesia bellissima di un poeta che amo molto e che ha amato Genova, Giorgio Caproni, che definisce ‘Genova di ferro ed aria’. Io vorrei che questo ponte venisse visto così, di ferro e di aria. Questo ponte è stato costruito in acciaio ma è stato forgiato nel vento. Adesso il ponte è vostro, lunga vita al ponte San Giorgio”.