Focolaio Sonrisa e Villa Palmentiello: ecco le origini dei contagi tra i Polese

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Famiglia Polese, ecco com’è scoppiato il focolaio. Tutta la vicenda ripercorsa da Elena Pontoniero per il quotidiano di Metropolis in edicola oggi.

I cancelli del Gran Hotel La Sonrisa sono chiusi e sulla struttura è calato il silenzio. Quasi irreale, dopo i 26 contagi da Covid accertati tra la famiglia Polese e il personale dipendente. Un numero che, però, potrebbe aumentare già nelle prossime ore. In strada non ci sono i fans che, per raggiungere via Stabia, a pochi chilometri dal centro cittadino abatese, erano disposti a percorrere chilometri magari solo per scattare una foto davanti all’ingresso del Castello delle cerimonie: la location tra i primi posti delle trasmissioni di successo in onda su Real Time. Riprese che, tra l’altro, erano state effettuate dalla troupe televisiva fino a qualche settimana fa e che sarebbero state trasmesse a partire da metà settembre. Doveva essere l’estate della ripartenza dopo la chiusura. Ma tra cene, appuntamenti e gite in barca il virus si è fatto largo nella famiglia.

Probabilmente già durante i festeggiamenti per il compleanno di Matteo Giordano, tra i responsabili della struttura e marito di Imma Polese, figlia del patriarca don Antonio. Al rientro dall’isola azzurra sono incominciati i primi sintomi, accusati da uno dei familiari, il primo ricoverato al Cotugno di Napoli e sottoposto alla terapia di assistenza respiratoria. E ieri mattina altre due ambulanze sono giunte alla Sonrisa, per il trasporto di nonna e nipote presso l’ospedale partenopeo. Chiusi dentro le proprie case ci sono anche i residenti di via Croce Gragnano, vicini del Castello e rientrati nel raggio della zona off limits istituita dal governatore De Luca, di concerto con il sindaco Ilaria Abagnale. Transenne che erano comparse già nella tarda serata di martedì e che avevano delimitato l’ingresso di via Croce all’incrocio di via Stabia e fino al civico 34. A distanza di 12 ore dalla mini-zona rossa, in vigore fino al 14 agosto, l’isolamento obbligatorio è stato esteso a tutta la strada secondaria, fino all’incrocio con via Santa Maria la Carità, in località Pontone. Accessi blindati dalle forze dell’ordine e dai volontari della protezione civile. Intanto, resta alta la disperazione dei residenti costretti a rivivere i giorni di lockdown. Serrata anche per il supermercato della zona off limits e dell’officina meccanica, tra le maggiori attività con sede in via Croce Gragnano.

Asintomatici la maggior parte dei contagiati dal Covid-19, in tutto 26. Sono 4 i componenti della famiglia Polese che, invece, sono attualmente ricoverati presso l’ospedale Cotugno di Napoli e sottoposti alla terapia con ossigeno. Un focolaio alla Sonrisa che ha generato inevitabilmente una psicosi collettiva, sia tra i dipendenti della struttura ma anche tra gli ospiti che fino a pochi giorni fa avevano pranzato o cenato al Castello. Un boom di richieste dei cittadini per sottoporsi al test sierologico, intasati i centralini dell’Asl di riferimento. Un virus che ha colpito anche una seconda struttura ricettiva a pochi metri dalla Sonrisa e che, fino al 25 agosto, dovrà restare chiusa. Si tratta di Villa Palmentiello, i cui titolari sono imparentati con la famiglia Polese. Anche nella location di via Gesini sono stati riscontrati casi positivi, allargando la paura per la diffusione del virus. A tremare, adesso, sono tutti i Comuni dei Lattari che da ieri sono corsi ai ripari. Richiesti screening di massa per monitorare la popolazione. A Lettere una dipendente e parente della famiglia Polese è risultata positiva al tampone e immediatamente sottoposta a isolamento obbligatorio insieme ai familiari. Sono ben 4 i contagiati residenti a Gragnano, tra dipendenti e ospiti del Castello, messi in quarantena. Un caso sospetto anche a Pimonte e l’ufficio postale è stato chiuso per l’intervento di sanificazione. In effetti, l’addetta dell’ufficio ha partecipato a un banchetto presso il Castello accusando lievi sintomi riconducibile al virus.

A interrompere il silenzio della famiglia Polese è stata Donna Imma, protagonista del reality il Castello delle cerimonie. A lei l’eredità lasciata da Don Antonio Polese, “incoronato” boss delle cerimonie, e deceduto il primo giorno di dicembre del 2016. «Stiamo attraversando un periodo difficile, ci siamo presi un grande spavento – scrive sui social Imma Polese – Al momento nessuno è in pericolo, vi terrò informati. Io per fortuna sto bene e sono risultata negativa». Notizie rassicuranti anche dal Cotugno: «Piano piano ne stiamo uscendo. La sensazione di apnea sta diminuendo».

Numero verde istituito dal sindaco Ilaria Abagnale per tranquillizzare i cittadini di Sant’Antonio Abate e restare in continuo contatto con gli abitanti della strada off-limits: « Al fianco dei residenti all’interno della zona rossa. Provvederemo noi all’acquisto dei beni di prima necessità a nostre spese». Intanto restano chiusi i parchi pubblici, le chiese e il cimitero.

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