Deiulemar, offerti 50 milioni da Malta

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L’istituto di credito maltese ipotizza una transazione extragiudiziale di 50 milioni di euro a fronte di un sequestro conservativo otto volte più consistente: il comitato dei creditori rispedisce al mittente la proposta. Si consuma in piena estate l’ennesimo capitolo di una vicenda che da oltre due anni tiene con il fiato sospeso gli obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione, la società armatoriale fallita nel maggio del 2012 e nella quale quasi tredicimila persone avevano investito oltre 720 milioni di euro. Tutto ruota intorno ai beni (titoli, azioni e altri valori finanziari) finiti sotto chiave nel marzo 2018, dopo che il tribunale di Torre Annunziata aveva accolto la domanda presentata dalla curatela fallimentare della società di fatto: per il giudice sono infatti fondate le doglianzei circa la mancanza di notizie su alcuni trust che sarebbero appartenuti agli armatori falliti o a loro prestanome e che sarebbero transitati sui conti della Bank of Valletta prima di «perdersi nel nulla». Trust da svariate decine di milioni, 363 per l’esattezza stando alla quantificazione fatta dagli organi difensivi della curatela, a cui si sono aggiunti una trentina di milioni per la rivalutazione economica della cifra.
LO STUPORE
A seguito di quel sequestro, è stato avviato un giudizio dinanzi alla sezione fallimentare del palazzo di giustizia oplontino. «Un giudizio di primo grado che con ogni probabilità si concluderà entro l’inizio del 2021» sottolinea l’avvocato Giuseppe Colapietro, uno dei componenti del comitato dei creditori della società di fatto, che nei giorni scorsi hanno respinto l’idea transattiva avanzata dalla Bank of Valletta: 50 milioni appunto per chiudere adesso la partita. «Una proposta che abbiamo ritenuto irricevibile», sentenzia Colapietro. Un no, di fatto avallato dai tre curatori fallimentari (Giuseppe Castellano, Massimo Di Pietro e Antonio Denotaristefani di Vastogirardi), accolto con un certo stupore a Malta. «La banca dichiara infatti un portavoce dell’istituto è stata costantemente informata dai suoi avvocati che il caso Deiulemar è completamente privo di merito. Ciò nonostante, affrontiamo un rischio molto insolito e stiamo cercando di eliminare tale pericolo attraverso procedimenti presentati dinanzi alla Corte Europea dei diritti umani e altre misure».
«La proposta è il parere dell’avvocato Giuseppe Colapietro testimonia invece che Bank of Valletta è seriamente preoccupata per tale procedimento. Attenzione, si tratta di un giudizio particolarmente articolato, che dovrà affrontare con ogni probabilità tre gradi di giudizio e dunque potrebbe risultare incerto nel risultato finale e nell’ammontare dell’eventuale risarcimento da attribuire al fallimento della Deiulemar società di fatto. Ma la base di partenza è tale, 390 milioni appunto, che 50 milioni di euro non possono ritenersi una ipotesi da prendere in considerazione. Che sia un primo approccio in vista di proposte più consone? Questo non è da escludere, e allora come adesso saranno valutate con la massima serenità e un certosino rigore».

Aniello Sammarco Il Mattino

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