Covid Center in Campania, dopo Cascone indagati funzionari di De Luca. Lavori iniziati prima di cominciare l’appalto

L’inchiesta sulla realizzazione dei Covid Centre, ospedali che poi hanno ospitato pochi o nessuno malati di coronavirus covid-19, realizzati durante il lockdown , sta proseguendo a tambur battente. La vicenda è inziata con inchiesta Fanpage e ha portato a interrogazione della Ciarambino

covid centre

“De Luca ha il dovere di fare immediatamente chiarezza su quanto denunciato nell’ultima inchiesta di Fanpage.it. Il governatore deve dirci cosa si cela dietro i lavori per la realizzazione del Covid center di Ponticelli. Perché un’opera affidata ufficialmente il 27 marzo, con un bando pubblicato tre giorni prima, è stata avviata il 22 marzo da una ditta che ha ottenuto i lavori in subappalto dalla Siram, proprio l’impresa che si è poi aggiudicata la gara? Come faceva la Siram a sapere di quei lavori due giorni prima? Un’impresa il cui top manager, fotografato al fianco del governatore uscente durante un evento pubblico, è agli arresti nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti nelle Asl in Sicilia. E poi perché la Siram riceve un affido diretto per lavori straordinari che avrebbero potuto essere affidati a una ditta che ha un contratto con la Asl Napoli 1 per opere dello stesso tipo?”. Lo dichiara la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle e candidata alla presidenza della Regione Campania Valeria Ciarambino, che annuncia un esposto alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti.

“Abbiamo sempre espresso perplessità sulla corsa contro il tempo della Regione Campania nell’attrezzare i tre ospedali Covid di Napoli, Caserta e Salerno – ricorda Ciarambino – proponendo che fosse più opportuno investire quel fiume di denaro per potenziare reparti e presidi preesistenti, a partire dai padiglioni mai inaugurati dell’Ospedale del Mare, di fronte ai quali è stato realizzato l’ospedale modulare. I fatti purtroppo ci hanno dato ragione. Il Covid center di Napoli ha ospitato meno di dieci pazienti sui 72 posti letto disponibili, mentre gli altri due sono non sono mai stati aperti. Un caso che riporta alla mente l’appalto lampo di Soresa per affidare le analisi dei tamponi, sul quale è in corso un’inchiesta della magistratura, aggiudicato allo stesso laboratorio che, senza autorizzazione, stava già lavorando da giorni per conto dell’Istituto Zooprofilattico”.

come scrive Leandro Del Gaudio su Il Mattino di Napoli sano il bisturi e scavano nel suo cellulare e nel suo computer. Vogliono ricostruire la rete dei suoi contatti, nei giorni chiave dell’emergenza pandemia in Campania. A ritroso, stanno passando al setaccio mail, messaggi e conversazioni in quei tre giorni che hanno segnato la storia della lotta al coronavirus a Napoli e in Campania: dal 16 al 19 marzo scorso, quando viene chiuso l’appalto per la realizzazione dei tre ospedali Covid a Napoli, Caserta e Salerno. È in questo filone di indagine, che la Procura ha sequestrato telefono cellulare e computer dell’ingegnere Roberta Santaniello, esponente dell’ufficio gabinetto della giunta regionale della Campania, ma anche dell’unità di crisi allestita per far fronte alla crisi sanitaria in regione. Turbativa d’asta è l’accusa che le viene contestata, in relazione alle gare poi messe in campo da Soresa nei giorni del grande picco di contagi. È la stessa ipotesi di reato che ha spinto gli inquirenti a sequestrare il cellulare del dirigente dell’Asl Napoli uno Ciro Verdoliva, ma anche il cellulare e il computer di Luca Cascone, consigliere regionale, fedelissimo del presidente della regione Vincenzo De Luca; e il computer del presidente Soresa Corrado Cuccurullo.

Inchiesta condotta dai pm Mariella Di Mauro e Simone De Roxas, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, che bussa alle porte della Regione. In sintesi, si punta a mettere a fuoco gli «elementi di criticità in relazione alle procedure di aggiudicazione e di esecuzione delle gare indette nel periodo di emergenza». Centrale resta la realizzazione dei tre covid center (base d’asta 15,5 milioni, ma si arriva a un ribasso di 12 milioni), con una gara alla quale partecipano sette ditte e che viene aggiudicata da un’impresa di Padova. Due sono i punti dell’inchiesta. In sintesi, gli inquirenti puntano a capire chi ha condotto le trattative, offrendosi come punto di riferimento in seno all’organo regionale per dialogare con le imprese, con tanto di carteggio e di analisi di offerte delle rispettive forniture; e in che modo sono state condotte le procedure amministrative, tanto per sgomberare il campo dall’idea del classico vestito cucito addosso sulle spalle di un imprenditore in particolare.
Inchiesta in corso, al lavoro i carabinieri del nucleo operativo, che hanno in questi giorni acquisito anche i computer di rup e dirigenti area gare (che non sono stati raggiunti da atti garantiti), nel tentativo di aver uno spettro di informazioni completo sulle rispettive procedure amministrative. Ma come replicano i diretti interessati dopo aver consegnato cellulari personali e computer ai carabinieri? Partiamo dalla manager Roberta Santaniello, che domenica mattina si è recata alla Pastrengo per la rituale elezione di domicilio. Spiega l’avvocato Raffaele Bizzarro, legale di fiducia della professionista in carriera: «È serena e amareggiata al tempo stesso. Tranquillissima per la funzione ricoperta in seno all’unità di crisi, un ruolo all’insegna della trasparenza, senza mai esondare nella definizione di procedimenti amministrativi». Nessuna dichiarazione da parte del presidente Soresa Cuccurullo (difeso dall’avvocato Gabriele De Juliis), che confida nella possibilità di dimostrare la correttezza della condotta svolta da tutti gli esponenti della stazione appaltante, nella definizione delle gare.

Intanto, ieri mattina in Procura sono stati ascoltati alcuni potenziali testimoni nel tentativo di mettere a fuoco il ruolo del consigliere regionale Luca Cascone. Sfilano imprenditori e manager di aziende che sarebbero entrati in contatto con il consigliere regionale nella fase di raccolta di informazioni su gare e forniture. Un filone di inchiesta che nasce dalla denuncia dell’ex parlamentare Marcello Taglialatela (oggi alle 17, animatore del sit-in dinanzi agli uffici Soresa, isola F9), che ha puntato l’indice contro il ruolo di mediatore assunto da Cascone, alla luce di alcune mail intrattenute con ditte private desiderose di entrare in contatto con Soresa. Difeso dall’avvocato Cecchino Cacciatore, Cascone rivendica il proprio ruolo di «volontario», fiducioso degli sviluppi dell’inchiesta. Fiducia e amarezza anche da parte del manager Asl Verdoliva (difeso dall’avvocato Giuseppe Fusco), mai come in questo caso deciso a rivendicare la correttezza di un ruolo svolto in prima linea, senza risparmio di energia, contro la pandemia.

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