Cava de’ Tirreni. Il post di Aniello Ragone su Mamma Lucia a 38 anni dalla morte: diede degna sepoltura a circa 800 soldati della II Guerra Mondiale

Riportiamo il post del cavese Aniello Ragone che ricorda la figura di Mamma Lucia di Cava de’ Tirreni:

Il 27 agosto 1982 lasciava questo mondo terreno la pia donna cavese Maria Lucia Pisapia da tutti conosciuta come: Mamma Lucia! Una donna semplice ma nello stesso tempo eccezionale che, autonomamente e disinteressatamente, diede una degna sepoltura a circa 800 soldati caduti nel corso della seconda guerra mondiale. Una ricerca spalmata nell’intero salernitano, scevra da distinzioni di razze ed etnie, che le diede premi e onorificenze da parte dei “potenti” e dai papi. Lucia era nata a S. Arcangelo di Cava de’ Tirreni il 18 novembre del 1887 da Francesco Pisapia e Carmela Palumbo. Ottava figlia della coppia, venne da subito avviata alla professione di tessitrice, tanto che la stessa donna affermerà: “quando non ero in chiesa ero al telaio”. Nel 1912 sposò Carlo Apicella commerciante del borgo cavese; dalla coppia nasceranno: Vincenzo nel 1913 e Antonio nel 1921. Il suo profondo legame verso il prossimo e il suo innato amore di mamma l’aveva già portata ad occuparsi, da volontaria, dei malati dell’ospedale cavese. Un amore mai affievolito, anzi… Passarono i duri anni del secondo conflitto mondiale ed uno dei problemi che le amministrazioni dovevano affrontare era il dover dare una sepoltura ai vari soldati caduti nei loro confini territoriali. Operazione difficile e burocraticamente intricata. Ma tutto stava per cambiare! Spinta da un sogno rivelatore (Mamma Lucia aveva sognato 8 croci e 8 soldati dalle mani insanguinate che le chiedevano di condurre i loro resti alle rispettive famiglie) il 16 luglio 1946, con l’ausilio di due becchini, Lucia esumò i primi tredici caduti tedeschi in una grotta presso Pineta la Serra di Cava de’ Tirreni; seguiranno i ritrovamenti a: località Borrello, Santa Maria a Toro, e in tanti altri comuni. Già il 26 dicembre 1946 si contavano 150 corpi recuperati ai quali venne celebrata una messa in suffragio. Poco alla volta i corpi recuperati iniziarono ad essere in esubero e le spese per la creazione delle cassette in zinco, utili a racchiudere le ossa, furono affrontate (con non poche difficoltà) dalla stessa Lucia che diede fondo alle sue economie. Le centinaia di cassettine vennero riposte: in un primo momento nel sacrario militare posto affianco al duomo; poi nell’angusto locale alla base del campanile del duomo stesso e infine nella chiesa di San Giacomo. Il primo riconoscimento a Lucia pervenne da papa Pio XII il quale, venuto a conoscenza dell’operato della donna cavese tramite una lettera inviata da Mons. Marchesani, le inviò una medaglia per l’umana opera compiuta. Lo stesso pontefice la riceverà in udienza privata sul finire del 1950 (in preparazione di quella occasione Lucia conoscerà anche Mons. Montini futuro papa Paolo VI); nel 1962 anche papa Giovanni XXIII la riceverà in udienza privata. Nel 1951 a Mamma Lucia e suo marito venne organizzato un viaggio in Germania dagli stessi tedeschi per ringraziarla per l’immane opera dalla donna compiuta. Il tutto si tenne tra il 18 e il 26 luglio del 1951 e durante questo itinerario Lucia fece visita a diverse personalità tedesche e a tante famiglie; quelle famiglie alle quali la donna cavese aveva riportata i resti dei loro cari. Radio Stoccarda dirà in quella occasione: “un popolo che ha dato i natali ad una donna come Mamma Lucia merita tutto il nostro amore, tutta la nostra gratitudine, tutto l’amore di cui siamo capaci”. Seguiranno premi e importanti conferimenti: la medaglia d’oro dell’A.N.T.I.E.; la medaglia ROMA COMMUNIS PATRIA; due premi della “Bontà”; cittadinanza onoraria di Salerno; croce al merito della Repubblica Federale Tedesca da parte dell’ambasciatore Theodor Heuss; Commenda al Merito della Repubblica da parte del capo dello Stato Giovanni Gronchi; insegne della Commenda al Merito della Repubblica Italiana, una pergamena e una medaglia d’oro da parte dell’amministrazione cavese. Le venne anche concessa una pensione dalla Germania che Mamma Lucia declinò perché lei riteneva la sua opera una “opera d’amore” e come tale non doveva essere violata da un tornaconto economico. Il 27 agosto di 38 anni fa si spegneva nella sua umile casa. Quando Mamma Lucia morì il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, scrisse al sindaco di Cava de’ Tirreni: “LA SCOMPARSA DI MAMMA LUCIA COLPISCE DOLOROSAMENTE QUANTI RICONOSCONO NELL’ AMORE E NELLA SOLIDARIETÀ VALORI FONDAMENTALI PER L’EDIFICAZIONE DELL’UOMO”. Lasciava così quei suoi tanti figli che lei aveva sempre chiamato: BELL’ I MAMMA!

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